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Domenica, 28 Aprile 2024
Politica

Giunta Mongelli alla resa dei conti, due assessori andranno a casa

Il sindaco a FoggiaToday: "Dobbiamo dare risposte urgenti ai foggiani. A partire dalla riduzione dei costi della politica"

Il sindaco Gianni Mongelli ha 48 ore di tempo per scegliere quante e quali teste tagliare nella sua giunta. E’ questo, in sintesi, il “compromesso” raggiunto ieri con le forze di maggioranza tornate a fare pressing su poltrone e strapuntini all’indomani della sonora bocciatura ricevuta col voto delle politiche. Incuranti evidentemente del voto grillino che in città ha straripato (il Movimento 5 stelle, lo ricordiamo, è risultato il primo partito a Foggia città) e del Salva-Città al  quale si sono aggrappati per evitare il dissesto, socialisti, centristi, vendoliani, democratici sono tornati a riunirsi in conclave per decidere le sorti … delle poltrone. Maldestro il tentativo di camuffarle col solito slogan “rilanciamo l’azione amministrativa”.

Dal vertice vengono fuori chiare rese dei conti personali ed evidenti redde rationem interni ai partiti, tanto più oggi, dati elettorali alla mano. Dal rimpasto di giunta agli azzeramenti, disparate le richieste pervenute sul tavolo del sindaco, sul quale, lo ricordiamo, giacciono anche le nomine nei cda delle ex Ipab (De Piccolellis ed Addolorata) che dovranno farsi ad horas.  

Non è un caso che il PD, tramortito e spaventato dal risultato elettorale, abbia anticipato il vertice di maggioranza di ieri sera con un comunicato a firma del presidente del consiglio comunale Raffaele Piemontese in cui, nell’invitare Mongelli a non cedere alle sirene delle forze minori, ha praticamente lanciato l’ultimatum: “100 giorni di cose concrete o tutti a casa”. Avvertimento che ieri è stato tenuto poco, se non per niente, in considerazione.

Che la giunta tecnica inaugurata un anno fa non sia mai piaciuta granché alle forze che sostengono la maggioranza, che si sono viste di fatto spodestate della gestione della cosa pubblica, è cosa arcinota dentro le stanze del Palazzo. Lo stesso dicasi per il tentativo, a più riprese messo in campo, di detronizzare gli assessori più autonomi o meglio, “poco collegati al consiglio comunale”. Ma la soluzione per tacitare i partiti Mongelli l’avrebbe trovata. E starebbe nel taglio degli assessori. Almeno due.

Se si tratterà di quelli meno graditi o piuttosto di quelli meno produttivi si vedrà dalle scelte che opererà il sindaco che ha ricevuto pieno mandato politico a lavorare nelle prossime ore in totale autonomia, chiarisce Mongelli. “Che si tratti di 100 giorni piuttosto che 99 o 101 poco importa alla città” commenta Mongelli a Foggiatoday, “il punto è che dobbiamo dare risposte urgenti ai foggiani. A partire dalla riduzione dei costi della politica”.

Un esecutivo più snello ed efficiente, dunque, che lavori a stretto contatto con una macchina comunale, anch’essa completamente riorganizzata (la delibera di revisione della tecnostruttura tornerà nuovamente in giunta giovedì sera). Il primo cittadino non si sbilancia ma voci vorrebbero già pronte le dimissioni dell’assessore alla Protezione civile, Alfredo Ferrandino (che a farsi “detronizzare” dai partiti proprio non ci tiene) e balla anche l’assessorato di Giusy Albano.

Redde rationem tutto interno al PD anche nei confronti del proprio esponente con delega all’Ambiente, Pasquale Russo, mentre non avrebbe soddisfatto gli stessi centristi la gestione dei Lavori Pubblici del tecnico di “area centro”, Matteo Agnusdei. Resterebbero, invece, saldamente al loro posto il titolare dei Servizi Sociali, Pasquale Pellegrino (che l’Udcap vorrebbe fuori dopo il passaggio al Centro Democratico di Tabacci), l’assessore all’Urbanistica Augusto Marasco, quello alla Polizia Municipale Franco Arcuri e l’assessore alla Programmazione e Valorizzazione del Patrimonio, Pippo Cavaliere.

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