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È la Provincia dei civici, 'briciole' ai partiti

L'unica lista di centrosinistra vince la partita delle Provinciali, ma regge anche il progetto del presidente Nicola Gatta. Le forze in campo si misurano e si contano, in vista dei prossimi appuntamenti elettorali

Attrezzati di tutto punto, i sindaci di Lucera, Giuseppe Pitta, e di Apricena, Antonio Potenza, non si sono persi una scheda e hanno compilato lenzuoli pieni di crocette per quattro ore di fila. Gli altri rappresentanti di lista e promotori hanno badato soprattutto al loro orticello e a localizzare, semmai, i franchi tiratori.

Lo scrutinio dei 699 voti per il rinnovo del Consiglio provinciale di Foggia è partito alle 8.30, e solo intorno alle 13 la politica ha lasciato Palazzo Dogana con in tasca i nomi degli eletti e i risultati non ancora vidimati dall’Ufficio elettorale. Dall’urna viene fuori un solo sindaco eletto consigliere provinciale, Michele Sementino di Vico del Gargano, gli altri sono tutti consiglieri comunali.

Cerignola e Manfredonia ricompaiono nella geografia del Consiglio, finora fuori causa commissariamento. Lucera poteva occupare tre scranni ma sale sul tetto delle preferenze con il più suffragato. Tra i centri della fascia demografica più alta, San Severo è l’unico a non esprimere un rappresentante in aula. Più della metà dei nuovi consiglieri provinciali sono garganici. I Monti Dauni, a parte l’avamposto e sentinella del Subappenino Lucera, che hanno tirato dentro l’area interna, non hanno altri riferimenti. I cittadini sono spettatori della partita utile a contarsi e a calibrare gli equilibri, anche in vista dell’elezione del presidente della Provincia, a fine anno, e delle Politiche.

Il primato della civica di centrosinistra

Quando lo spoglio era ancora alle prime battute, nelle schede più ‘pesanti’, quelle della fascia demografica verde in cui rientrano i comuni oltre i 30mila abitanti, la lista 3, ‘Insieme per la Capitanata’ già staccava le altre. I civici dell’area di centrosinistra capeggiati da Rosario Cusmai rastrellano voti un po’ dappertutto. La lista era l’equivalente della federazione delle liste e dei movimenti civici della ‘Coalizione per la Puglia e per l’Italia’ lanciata da Michele Emiliano a dicembre.

Ricusata la lista del ‘centrosinistra largo’, Pd e Articolo Uno si sono impegnati a spostare i voti sulla civica. Agli ex compagni di partito il consigliere regionale dei Popolari Sergio Clemente non risparmia una stoccata: il risultato “sarebbe stato invariato anche senza l’apporto alla nostra lista del voto dei consiglieri dem”. Si compiace dell’elezione di tre consiglieri su tre sostenuti dai Popolari: Tonio De Maio, Salvatore Prencipe e Michele Sementino, “che da poco – fa sapere Clemente – si è avvicinato al nostro contenitore politico”. La pensa diversamente e parla di “sostanzioso contributo” del Partito Democratico Patrizia Lusi, esponente del movimento Con Emiliano e fedelissima del presidente. Lei, forse più di tanti, crede in un “percorso comune”.

Exploit di Tonio De Maio e Palladino fa furore

Se Tonio De Maio è la vera rivelazione, Giuseppe Pitta è un kingmaker, per dirla con un’espressione particolarmente in voga. Il sindaco di Lucera vince una prova di forza e sgomita, forse, per accreditarsi tra i big per i prossimi appuntamenti elettorali. Resta a casa Vincenzo Checchia, cognato del suo predecessore e consigliere regionale, Antonio Tutolo, rimasto piuttosto in disparte in questa competizione.

“È la vittoria del centrosinistra, non solo dei civici – ha affermato il sindaco di Lucera Giuseppe Pitta – io mi sono speso in prima persona insieme a Rosario Cusmai e a tutti coloro che hanno partecipato alla creazione della lista Insieme per la Capitanata ma c’è stato anche un grande aiuto del Partito Democratico, dopo la ricusazione della lista che ha comunque aiutato la lista di Insieme per la Capitanata”.  Sui social si toglie un sassolino dalla scarpa: “I risultati importanti si costruiscono con il rispetto e il gioco di squadra, tutti il resto sono solo trucchi illusionistici”.

Fa furore, è il caso di dirlo, Nunzia Palladino, la candidata M5S che porta il Movimento per la prima volta in Consiglio. I Cinquestelle - per primi l’eurodeputato Mario Furore, l’assessora regionale Rosa Barone e la parlamentare Marialuisa Faro - si sono fatti in quattro per portare a casa il risultato. Fa incetta di voti soprattutto sul Gargano. “Incideremo sull’ultilizzo dei fondi del Pnrr, sull’edilizia scolastica e lavoreremo da subito per garantire maggiore trasparenza nei concorsi e nelle gare”, promettono all’unisono i portavoce M5S. Ora avranno voce in capitolo anche nella scelta del candidato presidente del centrosinistra.

Eletta Lucrezia Cilenti, consigliera di Ischitella che si è fatta largo nei comuni della sua fascia. Entrano anche Salvatore Prencipe di Torremaggiore e Luigi Giurato di Cerignola, oltre a Sementino di Vico. Fuori il consigliere di San Severo Michele Del Sordo.

La lista del presidente tiene botta

‘Per la Capitanata’, civica nata a “supporto dell’azione politico-amministrativa” dell’attuale presidente della Provincia di Foggia tiene botta e si assicura tre seggi. Forse per la prima volta, a cose fatte, Nicola Gatta la chiama “la mia lista” e si dice davvero soddisfatto per il “risultato straordinario”: 189 amministratori hanno confermato, di fatto e per il momento, la loro fiducia al numero uno di Palazzo Dogana. Dalle dichiarazioni odierne si apprende che ha posto le basi per un nuovo soggetto politico. Se i partiti erano pronti a congedarlo, lui non si fa ‘scaricare’ tanto facilmente. 

Si festeggia anche in casa Udc: il primo degli eletti è Antonio Zuccaro, consigliere comunale di San Nicandro Garganico. Il segretario provinciale Francesco D’Innocenzio è al settimo cielo: "Siamo il primo partito". Dentro anche Miriam Maggi, consigliera comunale di Orta Nova, sostenuta dall'opposizione guidata da Pio Rolla, e Rino Pezzano, oggi consigliere comunale di opposizione a Cerignola, ex vice sindaco di Franco Metta. Non ce la fa il lucerino Giuseppe De Sabato che alla vigilia sembrava avere buone possibilità.

Potenza e Dell’Erba si lasciano alle spalle i partiti

Il laboratorio politico del sindaco di Apricena Antonio Potenza e del consigliere regionale Paolo Dell’Erba ‘Capitanata al Centro’ arriva terzo ma non sfonda ed elegge un solo consigliere provinciale, Giuseppe Mangiacotti. Niente da fare per i candidati di Azione, che aveva abbracciato il progetto politico. Non ce la fa il sanseverese Pierluigi Marino, il calendiano più papabile.

“Siamo andati ben oltre le più rosee aspettative”, ha commentato a caldo Potenza. “Per noi è un grande punto di partenza”. Hanno provato a insidiare la lista di Nicola Gatta candidando il suo nemico numero uno a Candela, Nino Santarella, caratterizzando la lista. E si mostrano sinceramente soddisfatti del risultato: “Siamo riusciti a prendere più di Forza Italia e Fratelli d’Italia, siamo la novità di questa tornata elettorale”.

I partiti tradizionali del centrodestra arrancano

Forza Italia, bontà sua, si bea del risultato, pur essendosi piazzata dietro tre civiche. Il partito “continua a crescere”, scrivono in coro il commissario regionale Mauro D’Attis, il vice commissario Dario Damiani, il consigliere regionale Giandiego Gatta, che conferma una marcia in più, e il coordinatore provinciale di Foggia Raffaele Di Mauro. Nulla da eccepire sul “pieno” nelle ultime elezioni amministrative di Manfredonia, da cui arriva la consigliera provinciale Liliana Rinaldi, ma la “centralità in provincia di Foggia” è piuttosto relativa. Ad Andrea Agnelli non riesce il bis e Giovanni Sventurato si ferma ai voti nella sua fascia verde.

Fino alle schede dei comuni inferiori ai 3mila abitanti, le ultime scrutinate, il bottino di Fratelli d’Italia appariva piuttosto magro, tanto da dubitare anche di un solo seggio. Alla fine l’ha spuntata Roberto Augello, consigliere comunale di San Nicandro Garganico. I meloniani non si smentiscono e, anche questa volta, sottotraccia, si leggono le manovre di correnti diverse. Niente da fare per Nicola Netti, Anna Lamedica ed Ercole Costa. A parlare è il commissario Galeazzo Bignami, orgoglioso della scelta di presentarsi col simbolo, “unica rispetto alle altre forze politiche, che hanno preferito presentarsi all’importante appuntamento attraverso improvvisati listoni con altre formazioni o nascondendosi dietro un finto civismo di comodo”. Insomma, alla fine non ha perso nessuno. 

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