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Lunedì, 29 Aprile 2024
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Consiglieri comunali ‘sottopagati’: a Palazzo di Città i conti non tornano per il primo compenso

L'interpretazione della norma rischia di riportare il gettone di presenza a meno della metà di quello percepito prima del commissariamento

I conti non tornano a Palazzo di Città sui compensi dei consiglieri comunali. L’impegno della spesa presunta per il pagamento dei gettoni di presenza maturati fino al 31 gennaio, quantificata in 25mila euro, deve aver fatto trasalire gli eletti, per quanto l’argomento, alquanto delicato, venga sottaciuto.

Tant’è che qualche giorno fa, alcuni consiglieri si sarebbero recati direttamente dalla segretaria generale per chiedere delucidazioni.

La somma, divisa per 31 consiglieri (al presidente spetta un’indennità) restituisce poco più di 800 euro a testa, lordi.

Stando, però, al valore attribuito al gettone di presenza dalla segretaria generale, a fine gennaio ai consiglieri comunali potrebbero spettare poco più di 600 euro lordi. Tra spese e fotocopie rischiano di rimetterci.

La cifra è ben lontana dal compenso mensile massimo di 2.760 euro lordi (circa 1.800 euro netti) fissato dalla Legge di Bilancio 2022 che ha incremento le indennità di funzione dei sindaci e amministratori.

La manovra dell’allora Governo Draghi, a partire dal 2024, ha parametrato l’indennità di funzione dei sindaci al trattamento economico dei presidenti delle Regioni, nel caso di Foggia nella misura dell’80%.

La legge non menziona i consiglieri comunali, ma in base all’articolo 82, comma 2 del Tuel, l’ammontare percepito in un mese da un consigliere non può superare l’importo pari a un quarto dell’indennità del sindaco.

Ridetermina, dunque, indirettamente, anche il compenso massimo percepibile da consiglieri. Come evidenziato nella prima nota dell’Anci relativa alle novità introdotte dalla Legge di Bilancio 2022, non incide sul valore del gettone di presenza per la partecipazione ai Consigli comunali e alle commissioni consiliari.

La misura del gettone continua ad essere determinata facendo riferimento al decreto ministeriale n. 119 del 2000 con la riduzione del 10% applicata dalla Legge Finanziaria 2006. In relazione alla classe demografica, ai consiglieri del Comune di Foggia spettavano 32,53 euro, ma l’importo poteva essere modificato con apposita delibera, e fu determinato in 73,49 euro, cifra che veniva corrisposta fino al commissariamento.

Prima, però non si potevano sforare i 1.210,37 euro mensili. Nel 2017, peraltro, il Consiglio comunale aveva ridotto le commissioni a 17 sedute con un sofferto taglio ai costi della politica (più precisamente, i rimborsi dei permessi retribuiti dei lavoratori dipendenti venivano riconosciuti solo per 17 giornate lavorative).

Impossibile, con 17 commissioni e le riunioni del Consiglio comunale convocate in un mese arrivare alla cifra lorda di 2.760 euro.

Il segretario generale Maria Giuseppina D’Ambrosio, però, che impegnato la spesa dei 25mila euro, avrebbe calcolato il gettone sulla scorta del decreto ministeriale del 2000, senza tenere conto della successiva delibera.  

Se le disposizioni previste dalla Legge di Bilancio 2022 sono state applicate automaticamente per il sindaco, vice sindaco, assessori e presidente del Consiglio, l’interpretazione della norma da parte della dirigente in riferimento al trattamento economico riservato massima assise, democraticamente eletta, sarebbe discordante rispetto ai calcoli dei diretti interessati.

Ma i 32,53 euro, come detto, rappresenterebbero solo il minimo tabellare e, per l’appunto, il Consiglio avrebbe potuto incrementare quella cifra come ha fatto.

Il tema posto dai consiglieri comunali è proprio questo: si domandano perché la segretaria comunale sia tornata indietro al 2000, quando c’era ancora la lira, invece di applicare il gettone corrisposto fino all’ultima consiliatura prima dello scioglimento.

Il tema è scottante e i consiglieri comunali non si espongono per non incorrere nel tritacarne dell’antipolitica. Con tutta probabilità, sarà sufficiente recuperare la delibera che aveva rideterminato il gettone di presenza. Ad ogni buon conto, è in corso un approfondimento dei Servizi Finanziari

L’indennità del sindaco, dall’1 gennaio 2024, ammonta a 11.040 euro, quella del vice sindaco a 8.280 euro e quella di un assessore e del presidente del Consiglio comunale a 6.624 euro. Si tratta di cifre lorde, che scendono rispettivamente a 5.715,33 euro, 4885,20 euro e 4233,84 euro netti. 

Lo Stato trasferisce fondi ai Comuni a titolo di concorso alla copertura degli oneri sostenuti per l’incremento delle indennità di funzione di sindaci, vice, assessori e presidenti del Consiglio comunale.

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