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Economia Faeto

Faeto esclusa dai fondi ai comuni marginali perché è troppo ricca

Non è considerato ‘svantaggiato’ perché l’Indice di vulnerabilità sociale e materiale è basso rispetto alla media nazionale, e i fondi dello Stato non arrivano

“Faeto è il paese della lingua franco provenzale e dei prosciutti, e capisco che, probabilmente, i nostri produttori innalzano l’indice di vulnerabilità: non siamo poveri socialmente, non ci risolverà il problema non aver avuto quei 15-30mila euro per favorire attività e insediamenti, però non capisco, e la mia piccola comunità che mi uccide sui social non capisce, perché è così disonorata”. Il sindaco Michele Pavia si è sfogato direttamente con Domenico Gambacorta, consigliere per la Strategia nazionale Aree Interne del ministro per il Sud e la Coesione Territoriale Mara Carfagna.

“Il Comune di Faeto è stato escluso da una serie di ripartizioni di fondi automatici attribuiti a tutti i comuni d’Italia definiti marginali. Il mio comune, purtroppo, non è ritenuto marginale – spiega il sindaco a FoggiaToday - perché uno degli indici su cui si fonda la ripartizione supera la media nazionale, ed è l’indice di povertà sociale ed economica”. In una parola, Faeto è ricca.

Il comune di poco più di 600 anime, sul ‘cucuzzolo della montagna’ a 866 metri sul livello del mare, che si spopola a vista d’occhio, è stato escluso dalla ripartizione del ‘Fondo di sostegno ai comuni marginali’ per gli anni 2021-2023, assegnato con Decreto del presidente del Consiglio dei ministri pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 14 dicembre scorso e finanziato con risorse del bilancio dello Stato. Tutta colpa dell’Indice di vulnerabilità sociale e materiale (Ivsm) inferiore alla mediana. Il valore doveva essere pari o superiore a 98,63, e invece era di 98,45. Non soddisfa, dunque, uno dei criteri per definirsi comune svantaggiato: “soffrire di deprivazione sociale”, con un Ivsm elevato, superiore alla media.

“L’assurdo è questo – afferma il sindaco Pavia - Faeto non è ritenuto un territorio votato alla povertà sociale, per cui non ci viene data la possibilità di far insediare nuove imprese, di chiamare gente che viene da fuori, di dare degli incentivi per rivitalizzare il tessuto socio-economico”. Si sono persi qualcosa come 150mila euro in tre anni, secondo i calcoli dell’amministrazione. “Non mi sembra una cosa di poco conto, ecco perché ho fatto le mie rimostranze al ministero per il Sud. Ma mi hanno risposto in termini istituzionali che loro si avvalgono degli indici Istat. Secondo questi indici, il piccolo comune di Faeto è un comune che non soffre di povertà, ma ha una redditualità che non ci consente di avere questi contributi. Da un lato sono contento, dall’altro lato no perché si impedisce ai giovani di avviare nuove attività e di creare nuove opportunità per il futuro”.

Vis-à-vis con il consigliere Snai Gambacorta, ospite a Palazzo Dogana per presentare le opportunità derivanti dall’avviso pubblico ‘Servizi e Infrastrutture di comunità’ e dal Fondo per la progettazione territoriale, ripete quello che aveva già detto al presidente della Provincia di Foggia Nicola Gatta e al coordinatore Snai Monti Dauni e sindaco di Pietramontecorvino, Raimondo Giallella: “Non siamo Ariano Irpino, non siamo Altamura. Mi dovete spiegare perché si usano questi criteri e come si fa a cambiare l’approccio affinché non sia astrattamente sistematico, ma concreto”. Vorrebbe modificare quell’indice Istat, se non demolirlo. “Siamo tutti comuni marginali”, è il messaggio che vorrebbe passasse, soprattutto in quel di Roma. Saltato il fondo di sostegno per questo triennio auspica quantomeno “un’attenzione futura”. Anche perché quella sigla rischia di perseguitarli per gli anni a venire. “Questo criterio è stato preso anche per altri bandi successivi. Cioè, siamo destinati ad essere ricchi sempre?”. La formula del Pnrr, lo dice a chiare lettere in chiusura del suo intervento, non può essere questa.

È una vicenda “che ha lasciato l’amaro in bocca non solo al sindaco di Faeto”, deve ammettere il consigliere Gambacorta. È successo anche a molti sindaci della provincia di Avellino che “trovavano inspiegabile l’esclusione quando tutti i comuni intorno erano marginali”. Rischiavano di fare la stessa fine i 500 milioni per potenziare i servizi e le infrastrutture sociali di comunità nelle aree interne. Era già pronto un riparto sulla base del numero degli abitanti. Poi il ministro ha voluto il bando, “superando l’idea del riparto automatico”. E così anche i Comuni come Faeto possono giocarsela, ma con le forze di un comune marginale.

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