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Economia

'Fuggi da Foggia' ora vale anche per gli anestesisti?

Il punto di Dario Galante, rappresentante del Sindacato Nazionale Autonomo Medici Italiani - OORR di Foggia, fa chiarezza in merito alla fuga di anestesisti dall'azienda foggiana e traccia strade e soluzioni per arginare il fenomeno

Occore tornare al saggio intitolato "Fuggi da Foggia! La città vista dagli altri, nel Settecento e nell'Ottocento" pubblicato nel 1987 da Antonio Ventura, saggista e cultore di storia locale, per poter capire le ragioni di un modo di dire che col tempo è diventata più un'offesa che un vero e proprio proverbio.

Antonio Ventura non avrebbe mai pensato che fra le personalità e professioni che fuggono da Foggia un giorno ci sarebbero stati anche gli anestesisti. Voglio ricollegarmi a un articolo pubblicato di recente sulla Gazzetta del Mezzogiorno (L'articolo di FoggiaToday) qualche settimana fa in cui la nuova direzione strategica aziendale degli Ospedali Riunti di Foggia ha di fatto lanciato un grido di allarme per la continua fuga di questi professionisti e specialisti.

Un dato è certo e da qui partiamo: la nuova direzione aziendale insediatasi da poco non ha alcuna responsabilità e sta cercando le migliori soluzioni per identificare le cause del problema e risolverle. In ogni caso come sindacalista aziendale e come anestesista sento il dovere di difendere e tutelare tutti i colleghi, anche coloro che sono andati via perché non passino come mercenari o ingrati. Sarebbe davvero ingiusto anche perché coloro che sono andati via erano grandi e bravi professionisti, quindi stanno andando via anche ii migliori e la cosa è ancor più triste e inaccettabile.

Partiamo dal presupposto che chi si trova bene in un posto di lavoro, anche se proveniente da altre città lontane, non va via. Perché succede il contrario per gli anestesisti di Foggia? Orbene mettiamo subito in chiaro che se qualcuno pensa che il problema sia legato solo ai turni massacranti, alle ferie non godute e alla mancata concessione di incentivi economici sbaglia di grosso. Gli anestesiti convivono da decenni con queste problematiche che sono comuni a tutti gli ospedali italiani.

Da anestesista e presidente di società scientifiche di anestesia, oltre che da sindacalista, i punti nevralgici che a mio parere sono realmente alla base di questa fuga da Foggia sono due: crisi di empowerment e di benessere lavorativo e organizzativo, due dogmi che ci hanno sempre insegnato ai corsi di mangement aziendale e che gravano pesantemente sugli anestesisti di Foggia. Per chi non è addetto ai lavori con il termine empowerment (leggiamo dai testi sacri) viene indicato un processo di crescita, sia dell'individuo sia del gruppo, basato sull'incremento della stima di sé, dell'autoefficacia e dell'autodeterminazione per far emergere risorse latenti e portare l'individuo ad appropriarsi consapevolmente del suo potenziale.

Il benessere lavorativo e organizzativo si incastra nell'empowerment attraverso la capacità dell'organizzazione di promuovere e mantenere il benessere fisico, psicologico e sociale dei lavoratori per tutti i livelli e i ruoli. La motivazione, la collaborazione, il coinvolgimento, la corretta circolazione delle informazioni, la flessibilità e la fiducia delle persone sono tutti elementi che portano a migliorare la salute mentale e fisica dei lavoratori, la soddisfazione dei pazienti-utenti e ad aumentare la produttività. Attenzione, con questo non vogliamo dire che coloro che gestiscono e organizzano non sono capaci ma che certi processi non hanno probabilmente funzionato bene e devono essere cambiati.

Qualcuno si è mai chiesto se gli anestesisti fuggono da Foggia perchè questi due pilastri fondamentali del lavoro stanno crollando o non esistono più? Qualcuno ha mai chiesto loro direttamente, convocandoli singolarmente, quali sono le soluzioni per arginare questa emorragia e questo malessere? Si è mai chiesto a coloro che sono andati via, perché lo hanno fatto e se qualcosa poteva essere tentato per trattenerli o motivarli a rimanere? Si è mai fatta un'indagine attraverso i questionari e le scale di valutazione appositamente dedicate e studiate per la valutazione del benessere lavorativo di queste figure professionali?

La soluzione proposta dalla direzione dei Riuniti, quella di bloccare i neoassunti per 3 o più anni, non sarà efficace, non solo perche facilmente aggirabile, ma anche perché allontanerebbe l' "appetibilità" verso la nostra azienda. Non vogliamo entrare nel merito specifico delle proposte di soluzione, è un compito che spetta ad altri e che doverosamente rispettiamo, ma come sindacato sentiamo il dovere di raccogliere e trasmettere le difficoltà gestionali di una struttura di anestesia che è troppo ampia e dispersiva e si occupa di tutto in un ospedale in continuo sviluppo e che dovrebbe allinearsi agli standard di altre strutture simili alla nostra dove la differenziazione di compiti in macroaree rende il lavoro più gestibile con maggior qualità ed efficienza nelle performances e maggiore gradimento del personale.

A noi basterebbero tre macroaree: Rianimazione e Terapia Intensiva, delle Specialità Chirurgiche e Traumatologica, Materno-Infantile, ciascuna con personale dedicato e responsabilizzato per specificità di compiti. Lo diciamo perché la maggioranza degli anestesisti di Foggia lo propone da tempo, sarebbe d'accordo e porterebbe nuovo entusiasmo e motivazione anche per i neoassunti. Questa potrebbe essere una prima soluzione immediatamente realizzabile anche se molto altro c'è da fare. Riusciremo ad evitare di riscrivere una nuova edizione del saggio di Antonio Ventura inserendo nostro malgrado anche gli anestesisti come coloro che fuggono da Foggia?

Oppure dovremo dar ragione a Charles Yriarte, giornalista parigino che, alla fine, rassegnato a non poter penetrare la corazza della pigrizia foggiana, si sfogò nelle pagine de Le Rive dell'Adriatico, mettendo precauzionalmente in guardia ognuno dal venire in Foggia, terra della poltroneria, perché, avvertiva, "tutto si chiude in questa città da un'ora e le vie rimangono deserte; le botteghe non si riaprono più sino alla fine della giornata e per molte ore è impossibile comperar puranco un francobollo o un sigaro". Ci auguriamo che la nuova direzione aziendale dei Riuniti di Foggia apra le porte della riflessione su quanto abbiamo scritto con umiltà senza prevaricare nessuno ma con dedizione e spirito collaborativo.

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