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Cronaca Manfredonia

"Mio padre non parlava più, ci stringeva la mano e non voleva lasciarci andare"

La testimonianza di Monica Guerra. Il padre, 81 anni, è stato ospite della Rsa 'Stella Maris' di Manfredonia dalla metà di maggio alla fine di luglio. E' ricoverato in ospedale. Esclude, "lo spero", le violenze sul padre da parte degli oss arrestati, ma evidenzia il suo "progressivo dimagrimento"

Non risulta fra le 14 vittime, ma per Monica Guerra, il sospetto che la gestione di suo padre, 81enne con demenza senile ricoverato al secondo piano della Rsa 'Stella Maris' di Manfredonia dalla metà di maggio a fine luglio, non sia stata perlomeno all'altezza di una struttura riconosciuta da tanti come una delle migliori sul territorio, è forte. Tant'è che ancora oggi - tra quelli che per i propri cari hanno scelto la residenza socio-assistenziale di Siponto - c'è chi fa fatica a credere che possano essere avvenute quelle atrocità. 

Di proprietà della congregazione 'Famiglia dei Discepoli', Stella Maris è gestita dalla cooperativa Santa Chiara. "L'opera ultradecennale nel territorio è riconosciuta preziosa dall'intera opinione pubblica locale per il servizio reso secondo lo spirito evangelico" ha detto l'arcivescovo Francesco Moscone, che ha sollevato proprietà e direzione da eventuali responsabilità, anzi, "risultano danneggiate" ha evidenziato. "Daremo tutta la nostra collaborazione per accertare i fatti, e al processo ci costituiremo parte civile" aveva detto l'avvocato Michele Vaira. 

Alcuni colleghi dei quattro operatori socio-sanitari finiti agli arresti domiciliari, accusati di violenza fisica e psicologica nei confronti di degenti dai 64 ai 99 anni, sapevano dei gravi comportamenti messi in atto da Michele Salcuni, Antonio Vero, Domenico Nuzziello e Mariano Paganini. Tuttavia, sarebbero passati alcuni mesi prima che qualcuno trovasse il coraggio di denunciare i gravi episodi, nonostante la paura di eventuali ritorsioni (le immagini video).

C'è anche un quinto indagato, ma in ordine alla richiesta di applicazione della misura cautelare, allo stato delle indagini, gli elementi raccolti non sarebbero sufficienti a costituire gravi indizi di colpevolezza "posto che gli episodi in cui sarebbe stato coinvolto non sono stati circostanziati e che nel corso dell'attività di monitoraggio ambientale, la condotta posta in essere nei confronti dei pazienti, a causa di problemi tecnici, non è mai stata oggetto di riscontro diretto". Uno dei quattro oss ai domiciliari - il 42enne Antonio Vero - è accusato anche di gravi violenze di natura sessuale nei confronti di due infermi, un uomo e una donna. 

Una degente all'oss: "Mi stai facendo morire"

In queste ore stanno facendo rumore le esternazioni di Monica Guerra, figlia dell'81enne ospite fino a qualche giorno fa della Rsa. Contattata da Foggiatoday, la dottoressa evidenzia "il progressivo dimagrimento" del padre. "Ce ne siamo accorti dopo due settimane e ci siamo lamentati. Non era così magro come lo è oggi, ma aveva avuto già un forte cambiamento per il quale abbiamo chiesto se mangiasse". Sebbene, la madre e moglie del degente, avesse ricevuto rassicurazioni dai dipendenti della struttura. 

Tuttavia, pur riconoscendo gli effetti che provoca questa malattia degenerativa, la figlia dell'ex poliziotto ritiene che la struttura avrebbe dovuto coinvolgerli di più: "Quando lui è entrato era forte, era sempre in piedi, una volta dentro non aveva la forza nemmeno di alzarsi, barcollava e non riusciva a fare un passo. L'ho visto soltanto su una sedia a rotelle".

La donna, esclude, al momento, che il padre possa essere una delle vittime degli oss violenti. "Non l'ho mai pensato, aveva qualche ecchimosi e graffietto, ci hanno detto che era finito contro un armadio. Lo spero". Portato via dalla Rsa prima ancora che scoppiasse lo scandalo, in ospedale è stato sottoposto ad accertamenti. "Ci hanno chiesto tutti gli esami precedenti". A due giorni dal caso che ha sconvolto la Capitanata, Monica Guerra riflette su un episodio: "Nell'ultimo periodo non ci parlava più, ci dava la mano e al momento dei saluti non voleva lasciarcela. Probabilmente percepiva una negatività e non si sentiva sereno, forse aveva sentito le urla". 

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