Carlantino, sisma 2002: ricostruzione bloccata
Il sindaco D’Amelio: “E’ necessario e urgente prorogare lo stato d’emergenza”
Nota - Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di FoggiaToday
“E’ necessario e urgente prorogare lo stato di emergenza relativo al terremoto del 2002. La ricostruzione, pur essendo passati 10 anni, non è stata completata e altri tetti rischiano di crollare, soprattutto dopo le eccezionali nevicate delle scorse settimane”. Dino D’Amelio, sindaco di Carlantino, si unisce così alla richiesta già avanzata dal primo cittadino di Casalnuovo Monterotaro, Pasquale De Vita, e dai sindaci del cratere sismico della Capitanata. “Il rischio riguarda anche le abitazioni che confinano con quelle dove il tetto è crollato: il pericolo è che le continue infiltrazioni d’acqua possano seriamente compromettere la stabilità strutturale degli edifici attigui”.
La mancata proroga dello stato d’emergenza, oltre a bloccare il completamento della ricostruzione, causerà disorganizzazione e disorientamento riguardo all’utilizzo dei fondi già stanziati poiché non è stata predisposta una gestione transitoria che sostituisca l’attuale struttura. “Voglio esprimere la mia solidarietà a Pasquale De Vita, sindaco del comune più colpito dal terremoto del 2002 dopo quello molisano di San Giuliano. A Casalnuovo Monterotaro, come a Carlantino, l’evento sismico di 10 anni fa è una ferita ancora aperta”.
Le lungaggini burocratiche, la scarsità dei fondi messi a disposizione e una sostanziale sottovalutazione delle conseguenze del terremoto in Capitanata hanno causato il procedere “a singhiozzo” di una ricostruzione ancora incompleta. A Carlantino sono state sistemante solo le abitazioni classe A (la prima abitazione con ordinanza di sgombero totale) mentre restano ancora senza interventi diverse abitazioni di “classe B” (la prima abitazione con ordinanza di sgombero parziale) e molte di “classe C” (la prima abitazione senza ordinanza di sgombero). Non solo, restano insoluti i problemi legati al bilancio comunale che, a causa dei mancati introiti delle tasse comunali, si è ulteriormente aggravato. I proprietari delle case soggette a ordinanza di sgombero, infatti, hanno beneficiato dell’esenzione parziale dell’I.C.I. e della Tarsu e i comuni non hanno diritto al relativo rimborso. Infine, c’è il problema del rimborso dell’I.V.A. sulle spese per i lavori di ricostruzione.
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