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Lunedì, 29 Aprile 2024
Cronaca San Nicandro Garganico

"Mi hanno tagliato le gambe". Lo sfogo di Francesco: "Il mio non è un bar di delinquenti"

In un video, il titolare del locale Backout si sfoga per il provvedimento che ha procurato un danno economico e che rischia anche di comprometterne il futuro

L'emozione e il nervosismo spezzano di tanto in tanto le parole, non l'indignazione e lo scoramento. Sentimenti che Francesco Ferrazzano ha deciso di veicolare agli amici attraverso un video-sfogo su Facebook. Ferrazzano dallo scorso ottobre è diventato titolare del Backout, bar-pizzeria di San Nicandro Garganico.

Una scelta lavorativa sulla quale ha investito quasi 130mila euro per i lavori di adeguamento della struttura. Gli inizi sono stati incoraggianti: mesi di lavoro intensi, un'agenda sempre piena di prenotazioni, ma il 23 giugno è arrivata la mazzata: a Ferrazzano viene notificata dai carabinieri della compagnia di San Severo un decreto ex articolo 100 Tulps, con il quale si dispone la sospensione della Scia per dieci giorni. Ferrazzano racconta quei momenti: "Ero in magazzino, quando mi hanno telefonato delle mie dipendenti del bar dicendomi di correre al locale con urgenza. C'erano alcune macchine dei carabinieri ferme davanti alla mia attività. Dentro, c'erano il maresciallo di San Nicandro e un tenente di San Severo che mi attendevano e mi hanno spiegato".

Il motivo della sospensione è la presenza rilevata nei giorni precedenti di alcune persone con precedenti penali, ritenute "di elevata pericolosità sociale" e quindi una potenziale minaccia per la tutela dell'ordine e della sicurezza pubblica. "Forse non tutti lo sanno, ma a San Nicandro c'è un'alta percentuale di persone pregiudicate", rileva Ferrazzano, che evidenzia anche come un tale provvedimento non sia stato notificato in passato in altri locali della provincia dove si sono consumate risse o altri episodi di violenza: "Nel mio bar non ci sono boss. Se è stato identificato qualche soggetto pregiudicato, non capisco perché i carabinieri non siano venuti a prenderli".

Ferrazzano non attacca nessuno, ma non nasconde lo scoramento: "Lo so, fanno il loro lavoro, ma un provvedimento del genere è una batosta per me che ho aperto da poco questa attività, ho 130mila euro di debiti e 14 dipendenti assunti, con famiglie e spese da sostenere, che non possono restare due settimane senza lavorare", spiega l'esercente, che aggiunge: "Come ho spiegato al maresciallo, se mi fanno abbassare la serranda io poi non posso più aprila. In vista dell'estate mi sono caricato di merce, fatto assegni post-datati, ho in scadenza altri assegni per le utenze, l'affitto e gli stipendi dei miei dipendenti, e non ho di certo soldi da parte per coprire queste scadenze".

Nel video, il titolare del Backout spiega di aver ricevuto svariate ispezioni negli ultimi mesi: "Siamo stati oggetto di 8-9 verifiche da parte di Asl, guardia di Finanza, polizia locale. I miei dipendenti sono in regola, pago loro i contributi e garantisco una buona mensilità. Se ci si vuole appigliare alla presenza di qualche pregiudicato che non conosco non lo capisco. A questo punto tutti i locali andrebbero chiusi", puntualizza, aggiungendo anche che da quando ha rilevato l'attività, nessun episodio di violenza né altro tipo di attività illecita si sono consumate nei pressi del suo locale.

Ma "la batosta" preoccupa anche per le conseguenze a lungo termine: "Sono preoccupato per quello che si possa dire nel paese. Perché il provvedimento è una cattiva pubblicità al mio locale e alla mia persona. Gli stessi clienti che frequentano il mio locale, dinanzi ai ripetuti controlli, iniziano a porsi delle domande".

E genera tanta amarezza l'eventuale cattiva pubblicità, soprattutto quando uno degli obiettivi perseguiti da sempre è quello di aiutare chi è in difficoltà. Alcuni anni fa Francesco fu protagonista di un grande gesto di altruismo e solidarietà, quando ospitò una coppia di turisti della Repubblica Ceca che erano stati derubati a Torre Mileto. Ma è anche fondatore dell'Amg, associazione di volontariato impegnata nel sociale, con la quale Francesco operò durante l'emergenza pandemica distribuendo cibo alle famiglie del comune garganico: "Ho sempre cercato di aiutare le persone, non posso accettare questa situazione. Il mio non è un bar di delinquenti. Se lo fosse, le famiglie non lo avrebbero scelto per festeggiare i compleanni dei propri bambini", ribadisce Francesco, che ringrazia le persone che lo stanno supportando: "Ringrazio chi mi vuole bene per la persona che ero, sono e sarò sempre".

Poi, la chiosa pregna di amarezza: "Non riesco più a difendermi, nessun legale vuole difendermi perché non vuole mettersi contro lo Stato. Mi hanno tagliato le gambe, come devo fare?"

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