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Lunedì, 29 Aprile 2024
Cronaca Orta Nova

Rito abbreviato per Mirko Tammaro, reo confesso dell'omicidio Gaeta: 20enne fu ucciso davanti agli amici

Nel procedimento, la cui discussione è stata già calendarizzata per il prossimo giugno, non si sono costituite parti civili

Il gup del Tribunale di Foggia, Roberta Di Maria, ha ammesso il rito abbreviato a carico del 26enne Mirko Tammaro, reo-confesso per l'omicidio di Andrea Gaeta, avvenuto a Orta Nova, nel settembre scorso.

Nel procedimento, la cui discussione è stata già calendarizzata per il prossimo giugno, non si sono costituite parti civili, né come persone offese (i familiari della vittima, rappresentati dall’avv. Michele Sodrio, avevano già anticipato tale intenzione), né come enti o istituzioni. L’udienza preliminare si è svolta questa mattina; assente l’imputato, rappresentato in aula solo dal legale Antonello De Cosmo.

Il fatto, lo ricordiamo, avvenne nella notte tra il 2 e il 3 settembre scorsi, in via Saragat, a Orta Nova. Andrea Gaeta, figlio di Francesco, presunto boss di Orta Nova, è stato assassinato a colpi di pistola mentre era in auto. A premere più volte il grilletto è stato il 26enne Mirko Tammaro: i colpi, esplosi da distanza ravvicinata, non hanno lasciato scampo al 20enne.

All’omicidio hanno assistito anche alcuni amici della vittima, che erano con lui in auto, al momento dell’agguato. Sin da subito, infatti, le indagini dei carabinieri hanno seguito una pista ben precisa, che ha portato i militari all’arresto del 26enne. Il giovane, costituitosi nelle ore successive al fatto, è stato poi arrestato con l’accusa di omicidio volontario. Dietro l’omicidio, infatti, vi sarebbe la gelosia nutrita da Tammaro nei confronti di Gaeta, colpevole di aver passato la serata, in un bar del paese, con l’ex fidanzata del fermato e altri amici.

Per tutta la serata, si legge nel decreto di fermo, “Tammaro aveva tempestato di telefonate” la ex, che era “visibilmente intimorita dall’uomo che le rivolgeva minacce di morte”. La comitiva di amici si è quindi allontanata a bordo della Bmw di Gaeta ma è stata raggiunta da quella del 26enne, che “inizia a lampeggiare insistentemente pretendendo che Gaeta accostasse; una volta affiancata l’auto e notata la presenza dell’ex fidanzata”, Tammaro ha invitato Gaeta a uscire dall’abitacolo, “gli si avvicina e dopo aver estratto una pistola di colore scuro esplode 4-5 colpi di arma da fuoco”.

Gaeta si rialza, riesce a far ripartire l’auto ma si accascia definitivamente sul volante, sotto lo sguardo attonito degli amici. Il resto è ricostruito dalle indagini: il 26enne scappa da Orta Nova, si disfa dell’arma - una magnum 357 – lungo la Statale 16, all’altezza di San Ferdinando di Puglia, e si costituisce a Termoli.

La scia di sangue non si è fermata a quella notte: a un mese esatto dall'omicidio Gaeta, ignoti hanno assassinato il padre di Tammaro, il 55enne Lorenzo detto Gerardo, freddandolo con numerosi colpi di arma da fuoco in pieno giorno, davanti alla sua abitazione in via Salvo D'Acquisto. Secondo gli investigatori, la sua colpa sarebbe stata quella di aver indotto il figlio Mirko a costituirsi lontano dal paese.

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