Pescatore morto colpito da un cavo: dopo 11 anni, il Tribunale assolve il comandante dell'imbarcazione
La decisione del giudice della I Sezione Penale del Tribunale di Foggia. Giuseppe Troiano, 39 anni, cadde in mare dopo essere stato colpito da un cavo, durante il recupero delle reti tra Zapponeta e Margherita
Assolto dall’accusa di omicidio colposo il comandante dell’imbarcazione a bordo della quale, nell’ottobre del 2013, il pescatore manfredoniano Giuseppe Troiano morì a causa di un incidente sul lavoro. Aveva solo 39 anni.
La sentenza di assoluzione è stata letta ieri mattina, dal giudice della I Sezione Penale del Tribunale di Foggia, all’esito di un processo durato ben 11 anni. Il fatto, lo ricordiamo, avvenne a bordo di un motopeschereccio, durante il recupero delle reti nello specchio d’acqua tra Zapponeta e Margherita di Savoia.
Secondo quanto appurato dagli uomini della Guardia costiera, chiamati dall’equipaggio del ‘Vincenzo Padre’, il pescatore sarebbe morto probabilmente a causa del colpo ricevuto, all’altezza del torace, da un cavo durante l’operazione di salpamento di una rete.
Il processo penale istauratosi dopo gli accertamenti svolti dallo Spesal dell’Asl di Foggia e dalla Capitaneria di Porto di Manfredonia è durato ben 11 anni e ieri ha visto il suo primo esito con la sentenza di assoluzione per il comandante dell’imbarcazione, cui erano ascritte diverse imputazioni: dall’omicidio colposo alla inosservanza di diverse norme sulla sicurezza sul lavoro.
“E’ stato un processo estenuante, articolatissimo e con una rilevanza tecnica non comune, che ha provato nell’intimo l’accusato per la irreparabile perdita del suo marinaio nonché per la fortissima tensione cui è stato sottoposto, nonostante fosse esente da responsabilità per una circostanza infausta ed imprevedibile” ha commentato al termine del processo il legale del capitano, l’avv. Pierpaolo Fischetti (nella foto in basso).