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Lunedì, 29 Aprile 2024
Cronaca San Severo

Un sindaco sotto scorta nella città degli omicidi di mafia irrisolti, dove si spara e si uccide per poco a qualsiasi ora del giorno

Dieci omicidi irrisolti negli ultimi cinque anni. Le indagini si bloccano per mancanza di squadre investigative. E intanto Francesco Miglio, sindaco sotto scorta, domani ritirerà il premio Legalitria

San Severo non è soltanto la città della mafia ancora impunita, sfrontata e spregiudicata, che uccide davanti a uomini, donne e bambini a qualsiasi ora del giorno. Non è soltanto la città dei clan in lotta per il predominio degli affari illeciti che si manifesta, talvolta o troppo spesso, con la sete di vendetta di sodali spietati, senza rispetto alcuno per la vita umana, men che meno per i bambini e le persone innocenti.

Fervida, ricca di storia e di cultura, di ingegno ed operosità, di talenti ed eccellenze in settori strategici, il comune dell'Alto Tavoliere ha influenzato l'opera artistica del fumettista Andrea Pazienza e dato i natali a illustri personaggi: Nino Casiglio, Alessandro Minuziano, Angelo Fraccacreta, Giuseppe Checchia Rispoli, Walter Magnifico, Gaetano De Lucretiis, Matteo Sassano e Mario Carli, solo per citarne alcuni. Dal centro alla periferia, è un grande spazio all'aperto espositivo-commerciale. “Se ti serve qualcosa vai a San Severo” è una frase ricorrente tra gli abitanti dei comuni limitrofi. E’ tanta roba, bella e produttiva.

Eppure l’urbe dei campanili non se la passa granché bene. Anzi, attraversa uno dei periodi più bui della sua storia recente. E nondimeno, alla criminalità violenta e assetata di soldi e di potere, negli ultimi tempi si registra un clima di odio ed esasperazione che l’ha riportata ai disonori della cronaca locale e nazionale. I cittadini perbene, storditi e amareggiati, continuano ad interrogarsi sul perché di tanta ferocia e inaudita violenza, senza filtri.

Ci si chiede pertanto quanto possa ritenersi normale una città in cui per un banale qui pro quo o per qualche centinaia di euro, si spara e si uccide, peraltro in pieno giorno. Dove un inviato televisivo scomodo ai pusher viene preso a pugni e minacciato di morte o si costringe un sindaco a vivere sotto scorta.

Francesco Miglio avrebbe fatto volentieri a meno del premio Legalitria che gli verrà consegnato domani ad Alberobello "per il coraggio dimostrato nell'affrontare a viso aperto, senza tentennamenti, la criminalità organizzata del suo territorio", Decisione, quella di opporsi ai delinquenti, doverosa ma pagata a caro prezzo, fatta di notti insonni e di paura. Di rivolte, insulti e minacce.

Altra nota dolente, è il dato incontrovertibile degli omicidi ancora irrisolti e quindi impuniti. Pesano il clima di omertà diffuso, la mancanza di pentiti o testimoni di giustizia e il numero esiguo di risorse rispetto alla ferocia della ‘Quarta Mafia’ e di quella sanseverese dalle modalità ‘Sudamericane’. E il procuratore di Foggia, Ludovico Vaccaro, lo ha evidenziato e fatto intendere giorni fa: "Foggia è un territorio culturalmente compromesso in cui la criminalità ha una aggressività che continua a essere eccessiva, nonostante le operazioni messe a segno". E le indagini, quindi, si bloccherebbero per mancanza di squadre investigative.

Dieci gli omicidi irrisolti negli ultimi cinque anni: nell’ordine quello di Luigi Bevilacqua del 12 novembre 2016, di Giuseppe Anastasio del 5 febbraio 2017, di Nicola Salvatore e Isabella Rotondo del 24 maggio 2017, di Francesco Paolo Russi del 25 agosto 2018, di Michele Russi il 24 novembre 2018, di Giacomo Perrone deceduto dopo le gravi ferite riportate in una sparatoria il 1 gennaio 2021, dei più recenti Matteo Anastasio del 12 luglio e di Luigi Ermanno Bonaventura del 14 agosto (non siamo riusciti ad avere più notizie sul ritrovamento del corpo di un 56enne carbonizzato in auto con un buco alla testa. Sull’episodio avvenuto il 19 gennaio 2020 non si escludeva l’ipotesi di omicidio). 

Tuttavia è infaticabile il lavoro delle forze dell'ordine, ampiamente dimostrato, in ultimo, nel caso dell'aggressione a Vittorio Brumotti.

Evidentemente non basta nella città epicentro delle dinamiche criminali, dei traffici illeciti e crocevia del narcotraffico. La Direzione Investigativa Antimafia - nell'ultima relazione del secondo semestre 2020 - ha marcato i rapporti dei clan del posto con la Camorra, l'Ndragheta e la mala albanese, sottolineando l’efferata capacità di gestione dei gruppi malavitosi del posto, le disparate attività delinquenziali che vanno dai furti di autovetture con la tecnica estorsiva del ‘cavallo di ritorno’, all'imposizione della guardiania, dall'usura al traffico di armi.

A San Severo occorre un salto di qualità della Squadra Stato. Tradotto, servono altre risorse e inquirenti specializzati.

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