rotate-mobile
Venerdì, 26 Aprile 2024
Cronaca

"Gli auguro tutto tranne che la galera". Iaccarino temeva la famiglia Landella-Di Donna: "Avevo timore per mia moglie e i miei figli"

L'interrogatorio di Leonardo Iaccarino con la formula dell'incidente probatorio davanti ai legali di Landella e degli altri indagati. Le dichiarazioni sul rapporto con l'ex sindaco di Foggia

Tutta colpa, o quasi, della presunta tangente di 300mila euro che il sindaco di Foggia avrebbe chiesto all’amico d’infanzia del fratello di Leonardo Iaccarino, Luca Azzariti, in merito alla concessione del subappalto della pubblica illuminazione da 53 milioni di euro. Da quel giorno i rapporti tra il numero uno e la seconda carica di Palazzo di Città, sarebbero via via peggiorati. 

La goccia che avrebbe fatto definitivamente traboccare il vaso la richiesta di mozione di sfiducia nei confronti di Iaccarino annunciata nel corso di una riunione di maggioranza convocata dall'ex sindaco a pochi giorni dalle pistolettate a salve di Capodanno sparate dal balcone di casa dall’ex presidente del Consiglio comunale.

Nel 2019 il vigile del fuoco aveva sfidato il sindaco alle primarie a tre del centrodestra, ma le prime vere schermaglie tra i due risalirebbero al periodo della composizione della Giunta comunale, quando Iaccarino si oppose alla nomina di un assessore donna esterno. 

Un rapporto pregiudicato da quel guanto di sfida lanciato al primo cittadino a ridosso della primavera 2019 e naufragato con la mozione di sfiducia. Nel mezzo la presunta mazzetta che il sindaco avrebbe chiesto al manager e amico di Iaccarino. 

Nel secondo interrogatorio con la formula dell’incidente probatorio davanti agli avvocati dell'ex sindaco e degli altri indagati, Il grande accusatore ha evidenziato un certo timore nei confronti della famiglia Landella-Di Donna: "A Foggia c’era il chiacchiericcio che erano legati un pochettino da ambienti un po’ particolari e quindi io stesso avevo il timore, non tanto per me, ma per mia moglie e i miei figli” 

Sarebbe stata l’ex coniuge a metterlo in guardia: “Stai attento a quelle persone”. Questo il motivo – secondo Iaccarino – per il quale non aveva denunciato Landella per la questione della presunta tangente, nonostante avesse registrato la confessione di Azzariti: “Avevo paura”.

Tuttavia, l’ex presidente dell’assise comunale, nel corso del secondo interrogatorio con la formula dell'incidente probatorio, ha sottolineato di aver fatto una promessa alla sua famiglia e all’ex coniuge, “che comunque non avrei messo nei casini tra, tra virgolette, la mia famiglia facendo denunce”

Secondo Leonardo Iaccarino sarebbe stato Landella a fargli la guerra: “Io non ho mai fatto guerre sapendo di perderle. L’unica volta che ho cercato di fare una competizione o una guerra è stato dal febbraio del 2019 quando ci sono state le primarie”.

Il vigile del fuoco ha ammesso che i rapporti tra i due erano ai minimi termini e che Landella non gli è mai stato simpatico. E' emerso che a suo dire il sindaco lo volesse morto (politicamente s’intende) e ha rivelato che al posto del feroce attacco sferrato sui social all'indirizzo dell'ex sindaco, avrebbe preferito prenderlo a calci nel sedere.

“Quando si è inasprito il rapporto tra me e il Landella? Nel momento in cui io ho fatto una dichiarazione sui social, su Facebook, quando il sindaco andò presso il cimitero di Foggia per presenziare, non so cosa, e siccome era in piena pandemia dove egli stesso invitava la cittadinanza "restate a casa, non vi muovete da casa”, lui girava comunque la città con la sua consorte, e quindi con la scusa di girare la città andava pure al cimitero e lì scrissi io in un commento, "andasse a trovare i morti suoi e non pregasse per i nostri” rivela Iaccarino.

L'ambizioso operatore del 115, che non ha mai nascosto l'intenzione di voler fare il sindaco e che nell'estate 2020 insieme a Consalvo Di Pasqua aveva tentato di formare un governo di salute pubblica, ha aggiunto che quelle dichiarazioni, forti, avevano un doppio significato: "Io lo volevo attaccare, lo volevo provocare, volevo vedere qual era la sua reazione, perché io ero a conoscenza del fatto che lui aveva fatto una cosa poco gradevole, aveva fatto la richiesta di tangente. Lui d’istinto ci è cascato e ha detto la prima cosa: “Mandiamolo a casa, mozione di sfiducia”. Probabilmente qualcuno gli è andato a riferire: “Attenzione a come ti muovi Landella perché se sfiduci Iaccarino quello non ti manda a casa, quello ti manda in via delle Casermette, cioè in carcere, perché ha la registrazione”. Allora lui ha abbassato un pochettino i toni e ha detto: “Va bene cerchiamo di rivedere un po’ la situazione e facciamo la riduzione dei consiglieri che possano sfiduciare il presidente del Consiglio, quindi non andiamo alla sfiducia, andiamo alla riduzione da 21- 22 a 17”.

Iaccarino ha anche riferito che a sua insaputa il sindaco, il 2 o 3 gennaio, avrebbe convocato la maggioranza in videoconferenza e che nello stesso momento era stato invitato per essere informato che era intenzione da parte della maggioranza sfiduciarlo per i botti di Capodanno.

L’ex presidente del Consiglio comunale ha sgombrato il campo dall’equivoco che lui voglia mandare Landella in galera: “Quando in città io giro e mi fermano e mi dicono “Fai bene, lo devi mandare in galera”. La cosa che io dico e che rispondo: “Mi auguro di tutto tranne che lui provi la galera”


 

In Evidenza

Potrebbe interessarti

"Gli auguro tutto tranne che la galera". Iaccarino temeva la famiglia Landella-Di Donna: "Avevo timore per mia moglie e i miei figli"

FoggiaToday è in caricamento