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Cronaca

Inchiesta tangenti, Lerario informato di microspie nei suoi uffici: sequestrati pc e telefoni di un giornalista della Regione

Il provvedimento è finalizzato all’acquisizione di elementi probatori utili alla compiuta identificazione di un pubblico ufficiale che avrebbe rivelato - secondo l’ipotesi accusatoria e allo stato delle indagini - al redattore, l’esistenza di dispositivi di captazione ambientale allocati in uffici della Regione Puglia in uso a Mario Antonio Lerario

Questa mattina il personale del nucleo di polizia economico-finanziaria della guardia di finanza di Bari ha proceduto all’esecuzione di una perquisizione locale disposta dalla Procura della Repubblica nei confronti di un giornalista redattore del servizio stampa della giunta regionale Puglia, indagato per le ipotesi di reato di concorso in rivelazione e utilizzazione di segreto d’ufficio nonché favoreggiamento personale.

Il provvedimento è finalizzato all’acquisizione di elementi probatori utili alla compiuta identificazione di un pubblico ufficiale che avrebbe rivelato - secondo l’ipotesi accusatoria e allo stato delle indagini - al redattore, l’esistenza di tre dispositivi di captazione ambientale allocati in uffici della Regione Puglia in uso a Mario Antonio Lerario. Lo stesso redattore avrebbe informato l'ex dirigente regionale della presenza delle “cimici”, aiutandolo così a eludere le investigazioni della polizia giudiziaria.

Il giornalista sarebbe stato informato da un pubblico ufficiale in corso di identificazione. Da una intercettazione ambientale del 3 settembre emergerebbe un dialogo tra i due con il professionista che si rivolgerebbe a Lerario in questi termini: “Il decreto che disponeva la faccenda che una manaccia me l’ha dato...me lo ha fatto leggere...disponeva qui...e non ho capito bene in quale altro...quale altra stanza boh”.

I finanzieri avrebbero perquisito l’ufficio regionale, la casa e l’auto del giornalista, al quale sarebbero stati sequestrati supporti informatici, pc e telefoni cellulari “al fine di verificare – scrive l’Ansa riprendendo il decreto – se nei giorni precedenti rispetto al rinvenimento delle cimici, abbia intrattenuto chat o effettuato voip con individuai che, come dichiarato nel corso della conversazione, gli abbiano fatto leggere il decreto dispositivo delle intercettazioni ambientali in tre stanze”

Una microspia piazzata all’interno dell’autovettura in uso a Mario Lerario, l’ex responsabile della sezione regionale della protezione civile in Puglia arrestato dalla guardia di finanza del capoluogo pugliese in flagranza di reato con l’accusa di corruzione, aveva immortalato il momento esatto in cui Luca Ciro Giovanni Leccese, imprenditore di Foggia, la mattina del 23 dicembre – dopo aver raggiunto il pubblico ufficiale a Bari – gli aveva consegnato una busta contenente 10mila euro (continua a leggere).

L'altra presunta mazzetta è quella consegnata da Donato Mottola, il 21 dicembre, al mercato dei fiori di Terlizzi. "Fatto tutto, ho dato la manzetta, ho dato la mazzetta, ho dato tutte cose” (leggi qui).

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