rotate-mobile
Sabato, 27 Aprile 2024
Cronaca

L'Aiga entra in carcere: sovraffollamento vanifica gli sforzi, manca un 'ponte' per il reinserimento sociale

Il bilancio all'esito della visita svolta lo scorso mercoledì da una delegazione Aiga. La struttura di via delle Casermette è una delle 70, in Italia, attenzionate dai Giovani Avvocati

Una visita lunga e approfondita, attraverso i corridoi e le celle della struttura detentiva di via delle Casermette, a Foggia, recentemente travolta dall’inchiesta che ha portato all’arresto di 10 agenti della polizia penitenziaria, accusati di aver usato violenza nei confronti di due detenuti.

E’ quella svolta lo scorso mercoledì mattina, da una delegazione dell’Aiga - Associazione Italiana Giovani Avvocati di Foggia (avvocati Mario Aiezza, rappresentante nazionale dell’Onac; Simona Lafaenza, presidentessa Aiga Foggia; Anna Lops, vicepresidente Fondazione Aiga; Antonio Pedarra, referente territoriale Onac; Silvia Sole Savino componente Dipartimento Esecuzione Penale in Fondazione Aiga) e che rientra nel piano Aiga che, in questi giorni, prevede accessi in 70 strutture detentive del paese.

La delegazione ha avuto modo di prendere coscienza dello stato e delle condizioni di vita (per i detenuti) e di lavoro (per la polizia penitenziaria e per le tutte le figure professionali di riferimento) di quanti si muovono negli spazi detentivi e di socialità dell’istituto di pena. “Le condizioni sono notoriamente critiche per via del sovraffollamento della struttura. Il numero dei detenuti al momento ristretti è di oltre 700, ovvero il doppio rispetto alla capienza effettiva (350)”, spiega Mario Aiezza, responsabile dell'Osservatorio Nazionale Aiga sulle Carceri.

“Questo, ovviamente, rende difficile contenere e ospitare in maniera dignitosa un numero così grande di detenuti, mettendo in grave difficoltà anche il personale (parametrato rispetto alla capienza ordinaria), che non è in grado di gestire al meglio l’assistenza trattamentale, rieducativa e risocializzante, in ragione di un numero così grande”.

Il problema sovraffollamento si riflette anche sui servizi: “C’è un numero di detenuti all’interno del carcere che svolge attività lavorativa. Tutti fanno domanda, ma i posti sono tutti ampiamente coperti. Non ci sono, inoltre, cooperative esterne che prestano attività lavorativa e questo significa che non c’è un buon ponte con l’esterno per quanto attiene all’aspetto rieducativo e risocializzante”, puntuali Aiezza.

“E’ indubbio che l’amministrazione penitenziaria, con i numeri a disposizione, conduce sforzi immani per gestire la platea di detenuti e affrontare le situazioni di emergenza e criticità che quotidianamente si presentano. Abbiamo, inoltre, osservato il reparto della 'sorveglianza a vista' e quello in cui sono ristretti i detenuti in isolamento: le situazioni critiche non mancano e la polizia penitenziaria cerca di fare davvero il possibile con le risorse esigue a disposizione", conclude.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

L'Aiga entra in carcere: sovraffollamento vanifica gli sforzi, manca un 'ponte' per il reinserimento sociale

FoggiaToday è in caricamento