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Cronaca Cerignola

Terreni da espropriare per fare spazio a impianti eolici: la pec che fa 'gelare' centinaia di agricoltori

I proprietari dei fondi, situati tutti in agro di Cerignola, si sono rivolti all'avvocato Marco Trivisonne che si è appellato al presidente della Regione Puglia: "Revochi l’adozione dell'autorizzazione"

Terreni da espropriare per fare spazio ad un impianto di produzione elettrica da fonte rinnovabile. E’ la situazione nella quale si trovano numerosissimi proprietari di terreni nell’agro di Cerignola, dove dovrebbe sorgere l’impianto eolico, autorizzato dalla Regione Puglia, della potenza di 79,8 MWe, e che interesserà le località Incorvera, Tre Titoli, Ciminarella e Cafora, tutte nell’agro ofantino.

Nel corso delle ultime settimane, infatti, sono state recapitate centinaia di missive ai proprietari dei terreni interessati, con le quali una società milanese comunicava il rilascio in proprio favore di Autorizzazione Unica nr. 117 del 24.05.2023 da parte della Regione Puglia per la realizzazione di un impianto eolico, nonché la dichiarazione di pubblica utilità, l’indifferibilità ed urgenza delle opere. Nelle missive veniva preannunciata, inoltre, l’attivazione del procedimento espropriativo.

Gran parte dei proprietari, allarmati dall’imposizione del vincolo, fino a poche settimane fa ad essi sconosciuto, si sono rivolti all’avv. Marco Trivisonne (esperto in materia di espropri e di contrattualistica per lo sfruttamento dell’energia fonti alternative rinnovabili nel Sud Italia) per tutelare i propri diritti ed interessi. Il legale, con una nota pec odierna, ha invitato, per conto dei propri assistiti, il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano ed il dirigente del Dipartimento Sviluppo Economico Sez. Transizione Energetica,  Sez. Energia e Fonti Alternative Rinnovabili, a rivedere il processo di adozione dell’Autorizzazione Unica che è tale da incidere negativamente sui destinatari.

In particolare, si è contestato “il rilascio dell’Autorizzazione Unica di cui innanzi, comunicata tardivamente ai destinatari, a distanza di circa 6 mesi dalla pubblicazione, impedendone la possibilità di poter avanzare osservazioni avverso il progetto che appare evidentemente lesivo degli interessi privati e delle attività economiche esercitate sui terreni”, si legge nella comunicazione.

Inoltre, si è contestata “la pubblica utilità dell’impianto, posto che la procedura di esproprio attivata è a beneficio di un’impresa privata, ed è tale da costringere i propri assistiti a subire l’apposizione di un vincolo - non voluto e non concordato - tale da comportare l’inevitabile deprezzamento dei terreni, nonché evidenti danni economici, ivi compresi i danni alle colture ed alle attività economiche esercitate”.

Pertanto, avendo contestato la progettualità e la modalità di redazione del progetto e delle opere connesse alla realizzazione dell’impianto, tali da non tenere conto dell’effettiva modalità di coltivazione e destinazione dei fondi rustici, l’avv. Trivisonne ha richiesto al presidente della Regione Puglia ed al dirigente dell’Ufficio di ritornare sui propri passi e revocare l’adozione della contestata autorizzazione, auspicando in una benevola definizione della controversia e nell’ascolto delle istanze provenienti dai proprietari dei terreni.

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