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Domenica, 28 Aprile 2024
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Settimana corta nelle scuole di Manfredonia? Insorge la Cgil: "Non è competenza del sindaco"

Il segretario Angelo Basta: "Non ci sono ragioni educativo-didattiche per tale provvedimento e non ci convince l’ipotetico risparmio energetico. In un tessuto sociale dove ci sarebbe bisogno di 'più scuola', chi amministra, come troppo spesso accade, pensa all’istruzione come primo settore sul quale risparmiare"

La proposta di ‘settimana corta’ nelle scuole di Manfredonia, finalizzata ad ottenere un risparmio dei consumi energetici, si scontra con la norma: “Gli interventi sulla flessibilità didattica non sono competenza del sindaco”.

A porre l'ostacolo che renderebbe subito impugnabile l'eventuale ordinanza è la Flc Cgil di Foggia, che precisa: “Apprendiamo dalle nostre Rsu degli istituti scolastici di Manfredonia, nonché dagli organi di stampa, di una imminente ordinanza da parte del sindaco che imporrebbe la settimina corta per le scuole del primo ciclo d’istruzione, al fine di ottenere un risparmio dei consumi energetici. Corre l’obbligo di precisare, a tal riguardo, che non è competenza di un sindaco intervenire sulla ‘flessibilità didattica’ ma, nel rispetto dell’autonomia scolastica e quindi della normativa vigente (art.4 e 16 del Dpr N 275 del 1999) sono le scuole che, sentiti gli organi collegiali e con le relative delibere dei consigli di Istituto, possono adottare forme di flessibilità e solo per ragioni didattico-educative”, si legge nella nota stampa firmata dal segretario generale provinciale Angelo Basta.

“Siamo invece convinti che non ci siano ragioni educativo-didattiche (tenere gli alunni in classe fino alle 14.30 per recuperare il sabato non ci pare una grande idea) così come non ci convince l’ipotetico risparmio energetico che si otterrebbe tenendo chiuse le scuole il sabato, dovendo poi riscaldare gli edifici dopo due giorni di chiusura (locali quindi più difficili da riscaldare) e avendo comunque tenuto in aula un’ora in più gli alunni ogni giorno. Detto questo, in nessun caso è prevista una modifica orario ad anno in corso per ridurre i consumi di energia”, puntualizza ancora Basta.

“Dubitiamo, quindi, dell’effettiva emanazione di tale ordinanza da parte del sindaco in quanto sarebbe immediatamente impugnabile visto l’evidente contrasto a livello normativo. Ancora una volta, nostro malgrado, attestiamo la completa assenza di una convocazione, da parte del sindaco, dei sindacati e delle parti sociali su problematiche che riguardano e coinvolgono direttamente tutti i lavoratori della categoria, studenti e famiglie. Ribadiamo chiaramente la nostra contrarietà a settimana corta e altri palliativi, sia chiaro: ‘La scuola non si tocca, in tempo di crisi non si taglia il pane!’”, aggiunge.

Non a caso, ricorda, tale proposta è stata bocciata a livello nazionale, nonché ministeriale; né si può giustificare tale proposta come alternativa alla Ddi la quale non è più prevista nemmeno per gli alunni positivi al Covid! Stiamo affrontando il terzo anno scolastico in cui la scuola sta pagando il prezzo più alto delle emergenze e, in un tessuto sociale dove ci sarebbe bisogno di “più scuola”, chi amministra, come troppo spesso accade, pensa bene all’istruzione come primo settore sul quale risparmiare. Sulla conoscenza, sul futuro delle generazioni, non si taglia, piuttosto si investe”, conclude.

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