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Torna dopo 10 anni e riabbraccia il sindaco che l'ha "adottata" dopo la tragedia di Chernobyl: "E' stata un'emozione fortissima"

"Oggi, dopo alcuni anni, ho potuto riabbracciarla: un'emozione fortissima", ha scritto De Matthaeis, che dopo circa dieci anni ha potuto incontrare di nuovo la sua "figlia adottiva"

Correva l'anno 1986. Il 26 aprile rappresenta per i paesi dell'allora Unione Sovietica, e ben presto per l'intera umanità, una delle giornate più drammatiche che si ricordino. L'esplosione del reattore n° 4 presso la centrale nucleare di Chernobyl provocò morti nell'immediato, ma soprattutto fu la causa dell'aumento considerevole dell'incidenza dei casi di tumore in Bielorussia, Russia e Ucraina. 

Ben presto molti paesi europei si attivarono per organizzare dei soggiorni terapeutici per i bambini residenti nelle zone colpite dall'esplosione. "I bambini di Chernobyl", come vennero presto identificati, furono ospitati presso diverse famiglie italiane per alcuni periodi dell'anno. I soggiorni in luoghi con aria salubre e non contaminata comportava numerosi benefici agli ospiti, in primis la possibilità di ridurre considerevolmente la presenza di radiazioni. 

Senza considerare l'aspetto umano, i legami affettivi che si instauravano tra quei bambini e le famiglie che li ospitavano. Come accadde ad Alberona, a casa dell'attuale sindaco Leonardo De Matthaeis. Da Kiev una ventina di anni fa giunse Yana, per il primo di una lunga serie di soggiorni estivi: "L'ho ospitata per circa dieci anni, la andavo a prendere in aeroporto e trascorreva l'estate con noi. Aveva l'esigenza, come tanti bambini, di respirare aria pura, di vivere in luoghi ameni come la nostra Alberona", racconta il primo cittadino, che sul proprio profilo Facebook ha postato una foto che lo ritrae accanto a Yana, ormai diventata donna e affermatasi come economista. 

"Oggi, dopo alcuni anni, ho potuto riabbracciarla: un'emozione fortissima", ha scritto De Matthaeis, che dopo circa dieci anni ha potuto incontrare di nuovo la sua "figlia adottiva". "Durante quel periodo ha fatto tante amicizie e le ha coltivate nel tempo. Oggi una sua amica dell'epoca si è sposata qui ad Alberona e Yana le ha fatto la sorpresa venendola a trovare. Ed è tornata nella sua casa originaria, la mia. È stata una emozione bellissima, per la mia famiglia, ma anche per tutti gli Alberonesi". 

Yana adesso lavora a Varsavia: "L'ultima volta che ci siamo visti fu all'incirca dieci anni fa, con mia moglie ebbi il piacere di conoscere i genitori di Yana. In questo lungo periodo ci siamo sentiti spesso, poi stamattina ho potuto finalmente riabbracciarla". 

Un abbraccio carico di emozione: "Ha pianto tanto a dirotto mentre riabbracciava me, mia moglie e i miei ragazzi che ormai sono diventati grandi come lei. Ma era un pianto di grande felicità. La felicità di aver vissuto una bellissima storia. Una di quelle esperienze per le quali la vita vale la pena di essere vissuta". 

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