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Sabato, 27 Aprile 2024
Salute

Famiglie dei pazienti delle Rsa esultano, Tar boccia gli aumenti delle rette: cosa succederà ora?

La seconda sezione del Tribunale Amministrativo Regionale per la Puglia ha quindi accolto il ricorso principale e ha annullato la delibera di Giunta del 16 maggio 2023, con l’obbligo dell’Amministrazione di avviare una nuova istruttoria sulla generale riclassificazione delle strutture

La seconda sezione del Tar Puglia ha accolto il ricorso proposto da alcune famiglie dei pazienti delle Rsa contro gli aumenti della quota di compartecipazione, dal 30% al 50%, deliberati il 16 maggio 2023 dalla Giunta della Regione Puglia, che dal 1° luglio 2023 aveva applicato alle Rsa tariffa e quota a carico del Ssr previsti dalla delibera di Giunta regionale della Puglia n° 1512/2020 per le Rsa di mantenimento ex R.R. Puglia n° 4/2019, anche per i pazienti ricoverati prima del 1° ottobre 2022. 

Dopo il ricorso, Il 18 ottobre 2023 la Regione Puglia si era costituita per resistere al gravame, eccependone l’infondatezza e chiedendone il rigetto.

Viva soddisfazione è stata espressa dal movimento 'Io Ci Sono!' di Andria e dal gruppo 'Rsa Santa Maria Don Uva di Foggia'. L’attivista sociale Savino Montaruli, dopo un colloquio telefonico con l’avv. Giacomo Sgobba che ha curato l’azione legale ad adiuvandum, ha confermato che il Tar Puglia ha accolto il ricorso discusso nel merito lo scorso 23 gennaio e annullato la delibera di Giunta Regionale della Puglia n° 659 del 16 maggio 2023.

"L’annullamento è stato disposto nelle more dell’adozione dei provvedimenti di conferma di autorizzazione all’esercizio e accreditamento. Questo provvedimento rappresenta, nell’immediato, un risultato importantissimo che farà registrare azioni conseguenziali relativamente agli importi delle rette"

Pochi ospiti delle strutture, per via delle condizioni patrimoniali, erano rientrati nei benefici pubblici e aveano ottenuto una quota di sostegno dai comuni; mentre la maggior parte ha dovuto fare i conti con le raccomandate inviate dalle strutture relative a solleciti di pagamento retroattivi per qualche migliaia di euro rispetto alla delibera annullata. Con l'accoglimento del ricorso, l'aumento non è più contemplato dalla norma.

Quindi, nelle more di sapere cosa faranno le Rsa e come si muoverà la Regione Puglia, le famiglie che hanno già pagato sarebbero intenzionate a richiedere la restituzione della parte della quota di compartecipazione oggetto all'incremento, che la delibera annullata il 26 marzo dal Tar aveva legittimato. Anche i parenti dei pazienti che hanno firmato i nuovi contratti potrebbero procedere nello stesso verso, atteso che la quota di compartecipazione sottoscritta è parametrata alla deliberazione di giunta. 

Savino Montaruli dichiara: "Rinnoviamo l’invito alla Regione Puglia affinché convochi con urgenza il tavolo di concertazione al quale intendiamo partecipare con spirito costruttivo e soprattutto nell’interesse legittimo delle parti ma anche con la consapevolezza che le disposizioni di cui alla delibera oggi annullata erano insostenibili per i familiari degli ospiti delle Rsa che, ricordiamolo, sono persone fragili, ammalate, disabili ed anziane. Attraverso questa concertazione fortemente auspicata riteniamo che si possa addivenire a soluzioni equilibrate e sostenibili”. 

Per quanto riguarda il mancato accreditamento delle Rsa, principale motivo del contendere, è stato imposto l’obbligo per l'Amministrazione regionale di avviare una nuova istruttoria sulla generale riclassificazione delle strutture.

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