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Politica

Michelangelo Lombardi candidato alla segreteria del PD di Capitanata: il programma

Spunti, idee e strategia dell’avvocato ed ex sindaco di San Marco in Lamis

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di FoggiaToday

Ci siamo. Finalmente. Siamo davanti ad una occasione storica, al punto di non ritorno: o cambiamo il Partito Democratico oppure rischiamo di tradire per sempre la vocazione maggioritaria per cui questo soggetto politico è nato e continuare a vivacchiare tra sconfitte elettorali (che saranno sempre più frequenti) e vittorie incompiute senza essere in grado di esprimer e la forza necessaria a governare il cambiamento.

Questa occasione oggi la possiamo cogliere per l’Italia e per la Capitanata. Nella nostra provincia, negli ultimi anni, il Partito Democratico non è riuscito a cogliere la richiesta di cambiamento che veniva dalla società e nemmeno è riuscito ad essere percepito come il punto di riferimento di quella parte di società più innovativa e moderna.

Non è riuscito ad elaborare una idea di società più dinamica che coglie le opportunità che pure sono alla portata di una provincia che ha in sé enormi potenzialità non adeguatamente sfruttate. Troppo spesso ci siamo attardati a difendere rendite di posizione (anche politiche) e non siamo stati in grado di indicare la strada da percorrere per uno sviluppo economico e sociale diffuso e sostenibile. 

Questo breve documento vuole offrire alcuni spunti, idee e strategie sulle quali lavorare.

RIMETTERE IN MOTO LA CAPITANATA

La nostra provincia ha alcune peculiarità da valorizzare e su quelle deve concentrarsi. Non è più possibile puntare su tutto senza avere una idea chiara di sviluppo da perseguire. Le linee direttive devono essere chiare e semplici e tali direttive vanno accompagnate con determinazione usando gli strumenti a disposizione. Quindi, alla fase dell’elaborazione delle idee e delle proposte deve seguire la trasformazione di tali idee in atti amministrativi e normativi con una collaborazione più stretta tra gli organi di partito (intesi come persone che si interessano ed approfondiscono alcune aree tematiche) e gli organi istituzionali espressione del partito a livello locale, regionale e nazionale.

Per fare questo e per raggiungere obiettivi più elevati c’è bisogno di un partito più forte, più presente, che abbia la capacità di coinvolgere i territori. Partendo dai territori, dobbiamo rendere concreto uno straordinario progetto di innovazione della politica e di cambiamento della società, che abbia per orizzonte il futuro,cominciando da subito, dai congressi di circolo e dal congresso provinciale, ai quali vogliamo concorrere con il nostro patrimonio di idee e di proposte.

Congressi nei quali dobbiamo confrontarci su come realizzare anche qui in Capitanata quel PD che fino ad oggi non siamo riusciti a realizzare. E la premessa per raggiungere questo obiettivo è la consapevolezza del capitale umano straordinario di cui dispone il nostro partito nel territorio di Capitanata; portatore di passione civile, di freschezza di pensiero, di competenze e di professionalità che non possiamo permetterci di continuare a tenere ai margini.

Un PD che conti di più, che sia più presente, più vicino alla gente, più pronto a dare risposte alternative alla rassegnazione, all’indifferenza, all’incapacità di trovare soluzioni politiche praticabili ed efficaci. 

Una vera “rivoluzione dal basso” può avvenire se si superano schieramenti predeterminati a tavolino e talvolta imposti dall’alto, che strozzano il dibattito interno a livello locale e costituiscono motivo di inutili contrapposizioni nel momento in cui c’è bisogno invece di un forte rilancio organizzativo e politico del PD in Capitanata, dove devono essere superate antiche divisioni e pregiudizi.

Questo è il primo obiettivo.

Quindi, investimento nelle nuove risorse di quanti, giovani e meno giovani, hanno talenti, capacità e idee da valorizzare, nei comuni più piccoli così come nelle città più grandi.

Abbiamo bisogno di una classe dirigente nuova, non solo per età ma nuova per il modo di intendere e praticare lapolitica, non più “mestiere” ma “servizio”, senza feudi territoriali, senza arroganti leadership personali identificate dentro le istituzioni e radicate nel potere.

Un partito dove gli organismi dirigenti funzionino per davvero e dove siano trasparenti i luoghi in cui si elaborano strategie e si prendono decisioni, e non un luogo dove si ratificano decisioni prese altrove.

Dobbiamo dar vita ad una nuova storia di riscatto, rimettendo in cammino l’estro e il saper fare dei cittadini su progetti di lavoro, di sviluppo, di qualità della vita.

La sfida che oggi è di fronte a noi impone al PD e alla politica, alle Istituzioni locali, alle forze sociali una azione di sistema e l'impegno di tutti per valorizzare e rilanciare adeguatamente le potenzialità e le risorse, pregevoli ed in più casi uniche, di cui disponiamo, come la particolare vocazione turistica, le produzioni agricole ed alimentari di eccellenza, il notevole patrimonio archeologico, naturalistico ed ambientale, la collocazione geografica strategica anche ai fini delle politiche di mobilità, una importante presenza di aree per gli insediamenti produttivi.  

L’evoluzione dell'andamento socio-economico della provincia di Foggia mette in luce uno stridente divario tra le grandi risorse e potenzialità esistenti per lo sviluppo e il quadro di arretratezza e di peggioramento progressivo delle condizioni di vita in Capitanata.  

Dal 2009 la ricchezza prodotta dall'intera economia provinciale è sempre diminuita rispetto all'anno precedente. Il nostro PIL pro-capite, pari a circa 16 mila euro, si colloca agli ultimi posti della scala nazionale, con un valore del 62% del dato nazionale e inferiore del 5% al dato medio pugliese. Perché alle notevoli potenzialità non ha corrisposto in modo adeguato e concreto il dinamismo politico ed economico? Cosa ha impedito o frena la affermazione e il dispiegarsi di opportunità e risorse?  

Un fattore basilare per ottenere più tempestivamente i risultati auspicati è la continuità dell’azione di sistema degli attori del territorio a sostegno di una visione condivisa. Solo così è possibile garantire una coerenza tra obiettivi escelte e ottenere la giusta considerazione dagli interlocutori che infine dovranno decidere.

Negli anni più recenti è stata praticamente azzerata in Capitanata l’attività di promozione e di coordinamento delle politiche di area, salvo alcune episodiche e parziali eccezioni (come il Patto dei Sindaci sui temi del risparmio energetico). Si è invece accentuata la personalizzazione dell’azione politica ed istituzionale. Solo recentemente sul tema di come utilizzare le risorse europee i Sindaci dei maggiori Comuni di Capitanata hanno concordato sulla necessità di riavviare una azione unitaria.

Saper progettare e programmare è indispensabile ma non è sufficiente; occorre che si individuino e si attivino soggetti, leve, strumenti e meccanismi che valorizzino costantemente le potenzialità e producano sviluppo reale.

Perciò sono fondamentali due pre-condizioni per lo sviluppo:

·       Da una parte è necessario ridurre il peso, la passività, il freno del pubblico e renderlo dinamico e funzionale al cambiamento. 

·       Dall'altra parte occorre individuare e sostenere gli elementi auto-propulsivi per lo sviluppo.

Il rilancio e la riqualificazione dello sviluppo e delle condizioni di vita e di lavoro in Capitanata devono avere alla base il saper fare dei cittadini e le risorse presenti; devono determinare una nuova vitalità e responsabilizzazione nella società civile e nel tessuto imprenditoriale; devono innescare cambiamenti e innovazioni propulsivi e partecipati, in particolare nelle attività produttive agro-alimentari, in quelle del mare, del turismo, nelle tecnologie dell’innovazione e della comunicazione, nel  sistema e nei processi di governo del territorio, oltre che nell’insieme del tessuto sociale.

GLI INTERVENTI  E  LE AZIONI

1.     Infrastrutture strategiche

Ø  La rete delle grandi infrastrutture della Capitanata, di trasporto e non solo, necessita di essere adeguata entro i prossimi anni alle odierne esigenze di competitività territoriale, quindi integrata e resa più funzionale ed efficiente, attraverso:

ü   la attivazione nei tempi programmati del sistema innovativo di trasporto treno-tram ove già previsto dal Piano regionale dei trasporti, progettato e finanziato (e che interessa Foggia, Lucera, Manfredonia, Rodi/Peschici);

ü   il completamento delle arterie stradali che collegherebbero in modo agevole al resto del Paese l'intero Gargano nord tramite la Strada a Scorrimento Veloce garganica e l'area dei Monti Dauni con la Strada regionale 1 e le sue arterie di penetrazione;

ü   la prevista riattivazione dei voli dal Gino Lisa e la realizzazione del prolungamento della pista aeroportuale;

ü   il consolidamento strutturale e la più ampia fruizione del Porto Alti Fondali, superando il suo attuale isolamento e decadimento gestionale, con la sua integrazione con il sistema del trasporto ferroviario e con la pianificazione portuale del sistema portuale regionale;

ü   la realizzazione dell'invaso di Piana dei Limiti che, con una maggiore disponibilità pari a 40 milioni di metri cubi di acqua, consentirebbe di far fronte alla domanda di risorsa idrica-in particolare del comparto agricolo- e di mettere in sicurezza l'invaso principale di Occhito;

ü   il completamento dei raddoppi delle tratte ferroviarie per Termoli e per Caserta-Roma;

ü   il consolidamento e l'ampliamento produttivo e funzionale del terminal ferroviario e scalo intermodale di Incoronata “LOTRAS”.

2.     Sistemi e aree produttive

Ø  In sinergia con la Regione è fondamentale per i nostri comparti con maggiore propensione all’aggregazione distrettuale, come l’agroalimentare, il turismo e il lapideo, riannodare i fili della ripresa e della crescita con piani industriali di distretto aggiornati chesostengano l’interazione tra impresee territorio.

Ø  Per le aree industriali è fondamentale non perdere altro tempo nella cantierizzazione degli interventi progettati e finanziati con fondi europei e regionali.C’è infine l’esigenza di una loro interconnessione logico-funzionale con riferimento alla intermodalità ferro-gomma-mare. 

3.     Turismo e Ambiente

Ø  Per internazionalizzare e destagionalizzare il turismo in Capitanata occorrono più adeguate iniziative di aggregazione tra enti locali e tra imprese del settore, con la costituzione mirata di più forti soggettività istituzionali e/o imprenditoriali per ampliare servizi, competenze, aree di interesse per cui esercitare attività di promozione e di pianificazione dei flussi e delle risorse.

Ø  Decisiva per l’intero territorio di Capitanata è promuovere l’integrazione tra Gargano e Monti Dauni e tra le rispettive potenzialità paesaggistiche, naturali e storico-religiose.

Ø  Per la nascente portualità turistica di Rodi Garganico, Vieste e Manfredonia, è auspicabile la definizione di una collaborazione gestionale dei tre approdi da parte delle società che li hanno in gestione.

Ø  La clausola della tutela dell’Ambiente deve trovare valida e costante attuazione in ognuno dei processi promossi per lo sviluppo e il lavoro. In particolare la salvaguardia e la valorizzazione ambientale e paesaggistica deve costituire per la totalità dei luoghi della nostra terra l’emblema ed il segno distintivo dapresentare con priorità nelle iniziative di promozione territoriale.

   

4.     Nuove tecnologie

Ø La banda ultra larga è la nuova tecnologica per far viaggiare a notevoli velocità ogni informazione. La Capitanata deve investire decisamente in questa direzione per qualificare il tessuto sociale e i sistemi produttivi.

Ø Il grado di benessere della popolazione coincide particolarmente con quello degli spazi urbani. In Capitanata occorrono interventi emblematici in tal senso. Tra essi:

ü   la progettazione e realizzazione di sistemi innovativi ed efficienti per la raccolta e lo smaltimento di rifiuti;

ü   l'implementazione dei Piani d'Azione per l'Energia Sostenibile attivati con il Patto dei Sindaci e incentivati dalle politiche europee, con il ricorso ad interventi non invasivi per la generazione di energia pulita e per l’efficientamento ed il risparmio energetico nelle nostre città.

5.     Le politiche attive del lavoro

Ø  Occorre un ripensamento del ruolo pubblico nel nostro mercato del lavoro, passando dalla funzione burocratica e inadeguata degli attuali Centri per l’Impiego alla istituzione e promozione di funzioni innovative e specialistiche di Agenzie per l'imprenditorialità e il Lavoro capaci di supportare con efficacia i processi di pianificazione dello sviluppo territoriale e delle attività produttive e di entrare  in relazione con i flussi finanziari e le iniziative pubbliche e private che possano creare lavoro.

6.     La sinergia tra i Comuni

Ø  Nella prospettiva sempre più stringente delle riforme istituzionali e del nostro apparato pubblico, nella pianificazione dello sviluppo territoriale in Capitanata diviene sempre più determinante l’aggregazione tra Comuni e la funzione dei maggiori centri nel coordinamento dei process idi sviluppo della relativa area. Ciò deve significare l'avvio di una azione sinergica dei nostri Comuni con l’istituzione delle Associazioni tra essi, per dare più spessore alle proposte del territorio ed aumentare il grado di autorevolezza contrattuale del “sistema Capitanata” nella interlocuzione con gli altri livelli di governo.

7.     Un “sistema” per l’innovazione nel territorio

Ø  Va realizzato il “Sistema per l'Innovazione dello Sviluppo Territoriale” che aggreghi tutte le strutture già esistenti in materia e che intervenga apportando la necessaria innovazione nei settori strategici per la crescita del territorio.

8.     La scuola e l’Università

Ø  L’istruzione e la cultura sono fattori indifferibili per il benessere del nostro territorio. Perciò la scuola e l’Università costituiscono per la Capitanata la punta di diamante per dare luogo ai processi di ricerca e di innovazione indispensabili al progresso sociale, per incentivare uno sviluppo tecnologico adeguato e sostenibile valorizzando le competenze ed il merito. In tal senso occorrono iniziative per legare maggiormente al nostro tessuto produttivo e lavorativo le attività di scuole ed Università, evitando il più possibile che i nostri migliori cervelli siano, in numerosempre maggiore,  costretti a lasciare la loro terra per andare all’estero.

9.     Verso un futuro fatto di qualità sociale

Ø Il sistema che sostiene l’impianto sociale del nostro territorio necessita di iniezioni di coerenza e soprattutto va considerato nel suo insieme in un equilibrio da consolidare. I pilastri sono, in particolare, l’integrazione socio-sanitaria effettiva, la rendicontazione sociale delle risorse dei Piani Sociali di Zona, la reale disponibilità di luoghi pubblici (anche scuole) per l’aggregazione dei cittadini e dei giovani su temi e progetti vitali per le città, la conciliazione degli interventi urbanistici con la coesione sociale, la conciliazione vita-lavoro per le donne, la promozione di politiche partecipate per la legalità.

COME RADICARE IL PARTITO

Si è molto discusso sulla necessità di radicare il partito. È questa una necessità, non ci sono dubbi. Quindi va ripreso subito il lavoro di costruzione e di radicamento del partito nel territorio, fuori da schemi logori del passato.

Ci sono oggi vari comuni in provincia, anche importanti, in cui il PD non è presente oppure esiste solo formalmente. Dove le sedi dei circoli sono chiuse letteralmente ed in cui per molti potenziali simpatizzanti è impossibile anche richiedere la tessera di partito, figuriamoci provare a fare politica! 

Ma il radicamento territoriale non basta. Noi dobbiamo fare del PD certamente un partito presente nella società ma anche in grado di aprire le porte alla società, per far entrare la società nel partito; con le sue aspirazioni e le sue ambizioni.

E’ indispensabile utilizzare e valorizzare lo strumento dei Forum tematici o Dipartimenti, con la funzione di ampliare gli orizzonti sociali e politici, confrontare visioni diverse nel mondo del lavoro, dell’impresa, dell’associazionismo, delle professioni, della ricerca, della scuola; e promuovere la formazione politica, necessaria ed indispensabile per chi vuol essere in grado di assolvere responsabilmente ad un ruolo dirigente.

Ruolo del quale si deve dare conto, e quello congressuale è il momento giusto. Non può più esistere lo status di dirigente avita; così come non può più esistere la possibilità di essere ricandidato solo perché si è uscenti da un incarico istituzionale. 

Un tema centrale della politica è quello della partecipazione femminile.

Un sistema politico in cui metà della popolazione è sottorappresentata non può definirsi compiutamente democratico. Tale constatazione è tanto più grave, nel momento in cui si riflette sull’affermazione delle donne, ormai consolidata, in tutti i settori del mondo del lavoro. 

La doppia preferenza di genere, strumento teso a riassestare questo inaccettabile squilibrio, inaugurata nel dicembre scorso proprio nelle nostre primarie e nello stesso mese incarnata in un testo normativo che la prevede per le elezioni comunali - la legge 215/2012 - ha già dato e saprà dare i suoi frutti. Per questo andrà (di nuovo) sostenuta con fermezza anche a livello regionale.

Partendo dal rispetto delle regole, del suo Statuto innanzitutto, il Partito Democratico deve saper diventare il principale riferimento per tutte le donne di centrosinistra decise a contribuire in prima persona ad un profondo cambiamento della società. 

Obiettivo raggiungibile a condizione che il nostro progetto sia chiaro ed i nostri valori ed obiettivi comuni ben identificabili. Di più, o forse più semplicemente, che i nostri modi di agire siano diversi. Banditi personalismi e logiche distruttive, siamo chiamati a costruire una vera comunità: giorno dopo giorno, conciliando tempi e luoghi con le esigenze femminili, e soprattutto rispettando il ruolo, l’autonomia e la dignità di tutte, come degli organismi che le rappresentano.

Un altro tema deve riguardare l’attività dei nostr irappresentanti istituzionali. Questi devono essere chiamati a rendicontare la loro attività anche perché lo Statuto del nostro partito prevede che “gli eletti hanno il dovere di rendere contoperiodicamente agli elettori e agli iscritti della loro attività”. Non è stato fatto finora, ma i cittadini chiedono sempre più conto di ciò che si èfatto concretamente durante la propria attività politica.

Serve un partito, quindi, che forma la sua classe dirigente attraverso l’iniziativa politica. 

I circoli della nostra provincia sentono la Federazione come un soggetto lontano e, le poche volte che questa si interessa dei circoli, ingombrante. Un soggetto che si occupa delle vicende locali solo quando sono strumentali alle discutibili alleanze immaginate nelle quattro mura delle stanze dei bottoni.

Non una iniziativa politica è stata tenuta nei vari circoli sulle attività svolte dai nostri rappresentanti istituzionali. 

È anche attraverso la promozione di iniziative come queste che diamo il segno di una rete nel territorio fatta di circoli, che sono tali proprio perché in grado di stare in connessione tra di loro, e tra loro e le strutture sovraterritoriali, e non come una serie di comitati civici, privi di riferimento e che lamentano il totale stato di abbandono nel quale si trovano.

LA CENTRALITA’ DEL TERRITORIO

Questo significa che è proprio sulla centralità del territorio che bisogna puntare per fare più forte il PD di Capitanata.

Non dobbiamo avere paura di scommettere sulla valorizzazione dell’identità dei territori, i quali non possono continuare ad essere considerati solo dei grandi bacini elettorali.

Le aree sovracomunali, che hanno in comune problematiche sociali ed economiche complementari ed omogenee – Gargano, Subappennino e non solo loro - devono potersi avvalere di Coordinamenti di Area con compiti di elaborazione e di proposta.

La stessa unione provinciale deve prevedere tra i propri organismi dirigenti anche un organismo rappresentativo dei territori; si può pensare, ad esempio, ad una strutturazione che ricalchi i territori dei Piani Sociali di Zona, ciascuno dei quali deve poter esprimere un proprio rappresentante in un Coordinamento Territoriale.

Così come è necessario connettere il partito con gli amministratori locali, che spesso si sentono avulsi dalle dinamiche organizzative. Ed anche al fine di migliorare l’azione di governo locale del PD e di favorire quanto più possibile i processi di concertazione e di condivisione dell’attività amministrativa tra gli organi esecutivi del partito e i componenti degli organismi di governo e delle assemblee elettive, bisogna istituire la Rete degli eletti.

Facciamo riferimento ad alcuni degli strumenti e dei luoghi per la definizione del nostro profilo programmatico proprio perché crediamo nel fatto che ciascuno di noi deve potersi sentire protagonista della vita di questo partito.

Insomma, c’è bisogno di un partito presente nel territorio; che produce iniziativa politica; in grado di ascoltare e che cerca di dare risposte.

C’è tanto da fare e non possiamo più perdere tempo in discussioni che non servono a nulla se non a disperdere la nostra rete di rapporti.

Il coinvolgimento degli iscritti e del territorio deve emergere anche nella gestione delle elezioni e nella costruzione delle liste elettorali.E’ finito il tempo in cui prima si decidevano gli eletti e poi si facevano le liste; ora qualunque iscritto ritenga di giocarsi la possibilità di rappresentare il proprio territorio deve essere messo in condizione di giocare ad armi pari: le primarie per scegliere i candidati devono diventare lo strumento principale di democrazia. Usando però tutti i necessari correttivi e attenzioni: non è ammissibile che la competizione elettorale delle primarie diventi l’occasione per una corsa dopata al tesseramento, dove, chi ha più possibilità economiche, lecite o meno, risulti inevitabilmente il candidato vincente.

Siamo chiamati a confrontarci con chiarezza e lealtà.

UN PD COESO, RINNOVATO E RIMOTIVATO. PER IL CAMBIAMENTO. 

I programmi e le priorità accennate, aperti al contributo e alle proposte dei cittadini edella società, sono tra gli obiettivi fondamentali sui quali ritengo importante far convergere condivisione e partecipazione, affinché l'azione del Partito e quella complessiva della politica e delle Istituzioni  rispondano alle reali esigenze dei cittadini.

Con il mio impegno e la mia candidatura a Segretario Provinciale del PD intendo contribuire a costruire fattivamente questo percorso di cambiamento. E’ importante che questa disponibilità sia pronunciata da moltissimi altri, dentro il Partito e nella società,  giovani in primo luogo.

Il PD deve cogliere il rinnovamento agendo innanzitutto dal proprio interno e smentendo nei fatti l’idea molto diffusa anche a livello locale che il Partito sia un carrierificio, uno strumento per ottenere privilegi, uno spazio da occupare conmeto di discutibili e poco democratici che affievoliscono il desiderio di partecipazione riducendolo alla rassegnazione.

Mi impegno in ogni caso a sostenere decisioni e azioni inequivocabili di svolta, regole e comportamenti che favoriscano il ricambio e la partecipazione a partire dai circoli, in quanto tutti noi abbiamo a cuore il Partito Democratico come luogo storico e pilastro della democrazia partecipata. Si tratta di un cammino da intraprendere con determinazione, facendo valere la forza e la coerenza delle nostre idee, per realizzare, nelle forme organizzative coerenti con i principiche condividiamo, le azioni necessarie a ridare dignità ed un futuro prospero alle nostre comunità e alla Capitanata.

Adesso è possibile. Noi ci siamo. Per la Capitanata e per l’Italia.

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