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Venerdì, 26 Aprile 2024
Elezioni comunali 2021 Cerignola

Sgarro-Bonito è già rottura, a Cerignola centrosinistra di nuovo spaccato: "Prevalse logiche di spartizione e veto del PD"

Il sindaco Francesco Bonito ha ufficializzato la nuova Giunta comunale. Sgarro amareggiato: "E' venuto meno il ragionamento politico sul centrosinistra, ora si sa che non siamo noi ad averlo diviso. Sulla presidenza del Consiglio comunale partita chiusa

Nessuna sorpresa, ce lo aspettavamo. Dopo alcuni colloqui abbiamo capito subito che non c’era alcuna intenzione di fare un ragionamento politico ma semplicemente di incasellare nominativi. Nulla abbiamo chiesto tra il primo e il secondo turno. A urne chiuse, per il risultato ottenuto, ci hanno proposto qualche medaglietta: sinceramente non ci è sembrato il caso di entrare in una logica di mera spartizione delle postazioni”. E’ amareggiato Tommaso Sgarro, bottino di quasi 6000 voti al primo turno delle recenti elezioni amministrative a Cerignola, tutti portati in dote al neo eletto sindaco Francesco Bonito, che oggi ha ufficializzato la squadra di Governo.

Un sonante 22%, che ha fatto gola non poco al magistrato in pensione, decisivi per battere l’acerrimo avversario Franco Metta. 300 voti di scarto Sgarro-Bonito, un soffio. Ma in politica vincono i numeri e Sgarro si acconcia a sostenerlo, Bonito, non fosse altro che il perimetro valoriale è quello, il centrosinistra.

Ma si aspettava un “ragionamento politico di prospettiva” un attimo dopo, non il manuale Cencelli. “Io ho fatto un incontro personale con lui, ho chiesto un riconoscimento politico per i 5817 votanti che rappresento, il tema politico è questo - rivendica Sgarro - C’è stata un’adesione iniziale, poi questa cosa è un po’ scivolata verso proposte di altra natura, assessorati anche importanti per carità, come come Lavori pubblici, Urbanistica, ma il tema non è questo”.

Forse che Sgarro ambiva alla vicesindacatura? “Mai chiesta. Non abbiamo fatto un ragionamento sui ruoli. Per storia e valori siamo più vicini ai temi del welfare, certo,  perché per le competenze che abbiamo ci sappiamo muovere meglio in quel campo. Ma c’è stato il veto del PD. Avremmo voluto provare ad essere utili per la città, ragionare su un qualcosa che ci facesse trovare a nostro agio, non l’urbanistica e i lavori pubblici, che nessuno in prima battuta voleva. “Pigliatevelo voi” non ci è sembrato un ragionamento...”

La casella della presidenza del consiglio comunale? “Per me la partita è chiusa. E’ fuori da ogni discussione. Siamo fuori. In giunta, peraltro manca Senso Civico, che è un'altra roba assurda”. Sgarro è tranchant.

“Non ci sono margini per riaprire la discussione politica Il sindaco ha fatto la sua scelta, noi faremo le nostre. Vigileremo sui punti programmatici. Sul resto saremo rigorosi ma non pregiudiziali. Neanche con Metta lo siamo stati”. Eppure non rimpiange la scelta fatta, Sgarro. Tornasse indietro, l’endorsement a Bonito lo farebbe ugualmente? “Si. A noi interessava in quel momento evitare un rischio maggiore che era la rielezione di Franco Metta. Non avremmo fatto una bella figura scegliere un sindaco sciolto per infiltrazioni mafiose. Era una scelta obbligata da parte nostra”.

Possiamo dirla con due parole, insomma: Tommaso Sgarro responsabile, Bonito irriconoscente? “No, non è un mio giudizio. E’ quello che si fa che lascia il giudizio sulle persone, non quello che si dice. Noi abbiamo fatto quello che andava fatto e che si doveva fare in quel momento, gli altri non so se hanno fatto quello che avrebbero dovuto fare. Del resto non fanno altro che materializzare tutti i dubbi che noi avevamo su alcune scelte all’inizio della campagna elettorale, che poi ci hanno portato ad andare da un’altra parte. Le logiche che si mettevano in campo che lasciavano molto a desiderare”.

Ora che succede? “Noi siamo la metà del centrosinistra. E’ una questione che riguarderà tutte quelle persone che avevano molti dubbi a votare Bonito a secondo turno ma lo hanno fatto sulla base di quel ragionamento politico di cui sopra, di prospettiva politica, per la riunificazione del centrosinistra. Ora il venire meno da parte loro a questo ragionamento, fa assumere loro la responsabilità che metà del centrosinistra starà fuori dalla maggioranza. Verrebbe da di dire, tornando a qualche mese fa: chi ha diviso il centrosinistra?  Noi no. Noi lo abbiamo ricompattato. Nessuno ci potrà dire il contrario. Non siamo quelli che lo hanno diviso né all’epoca, né oggi. Siamo quelli che hanno rifiutato certe logiche del centrosinistra, piuttosto. Avendo il coraggio di rinunciare anche a poltrone appetibili”.

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