'Non aver paura di tirare un calcio di rigore': Antonio Cabrini protagonista a Musica Civica
La XIII edizione di MUSICA CIVICA presenta il 23 ottobre alle 19 al Teatro U. Giordano di Foggia “Non aver paura di tirare un calcio di rigore”, una conversazione col Campione del Mondo Antonio Cabrini e, a seguire, Danilo Rossi & the New Gipsy Project con un repertorio di musiche zigane popolari originali, e musiche di Dvoràk, Brahms e Bartok arrangiate, improvvisate ed elaborate dal gruppo formato oltre che dallo stesso Rossi, da Albert Florian Mihai alla fisarmonica, Marian Serban al cymbalon e Nicolae Petre al contrabbasso.
In “Non aver paura di tirare un calcio di rigore” Antonio Cabrini racconta come ha affrontato nella sua esperienza professionale un sentimento comune a ogni essere umano: la paura di fallire. La paura è una forza dominante e per dominarla a nostra volta bisogna imparare a gestirla. Solo gestendola può trasformarsi in una forza propulsiva, in una spinta a dare il meglio di sé per superarla, in uno stimolo positivo e necessario. Nella conversazione uno dei terzini più moderni e tecnicamente preparati a livello internazionale e uno dei più grandi calciatori della storia d’Italia si mette a nudo di fronte al pubblico e racconta le sue paure, i metodi usati per superarle e riuscire ad inanellare nella sua carriera agonistica una serie incredibile di vittorie: il Mondiale 1982, sei scudetti, due Coppe Italia, una Coppa Campioni, una Coppa delle Coppe, una Coppa Uefa, una Coppa Intercontinentale, una Supercoppa Europea e un Mondialito per Club.
Tecnica strabiliante e musicalità dirompente per Danilo Rossi e i musicisti di The New Gipsy Project. Il progetto nasce per affiancare la tradizione popolare al repertorio dei grandi compositori classici che si sono ispirati alla musica tradizionale gitana. Un percorso geografico e culturale che attraversa i Balcani e autori quali Dvoràk, Brahms e Bartok, con un ensemble dalle mille sfaccettature ed estremamente versatile che interpreta, tra gli altri, questi tre pilastri della storia della musica, diversi tra loro eppure simili in una cosa: il fascino verso il ricco repertorio folkloristico gitano.
Un viaggio guardando a Est, da cui tanto ha attinto tutta la musica occidentale. Ritmi forsennati e una continua sfida di note. “Ho voluto capire il mondo rom e mi sono fatto affascinare dai racconti di questi tre zingari. Perché fra loro si chiamano così, in barba agli stereotipi. E oggi ambisco a farmi eleggere zingaro ad honorem”. Così Danilo Rossi racconta come è nata la fusione tra un musicista come lui, scelto a soli vent’anni da Riccardo Muti per il ruolo di Prima viola della Scala di Milano, e The New Gipsy Project, composto da strumentisti di Bucarest, tutti figli d’arte e approdati dopo diverse esperienze in Italia, vantando collaborazioni con artisti quali Moni Ovadia, Ennio Morricone, Samuele Bersani, Fabrizio Bentivoglio, Vinicio Capossela, Stefano Bollani, Emir Kusturica.
Antonio Cabrini
Antonio Cabrini nasce a Cremona. Protagonista di grande spessore e simbolo di un calcio pulito a cui viene riconosciuto uno straordinario valore tecnico, atletico ed umano, è ritenuto uno dei primi terzini moderni e uno dei maggiori interpreti del ruolo a livello mondiale e nella sua carriera agonistica vince tutto. Inizia nel 1982 vincendo la Coppa del Mondo con la Nazionale di Enzo Bearzot, che diventa subito leggenda. Si susseguono, poi, vittorie di ogni tipo che lo portano ad essere uno dei calciatori più amati d’Italia. Alla sua popolarità contribuisce anche il suo bell’aspetto, tanto che verrà soprannominato il “Bell’Antonio”. Le sue imprese, la sua classe, i suoi gol, la sua generosità, la faccia pulita hanno fatto di questo sportivo una vera icona italiana, amata anche nel suo ruolo di allenatore, che ricopre dal 2000. La carriera di Cabrini è stata una cavalcata trionfale, in cui mamma natura è stata certamente molto generosa, ma che il campione ha plasmato in anni e anni di seria e continua applicazione, di allenamento quotidiano, di sacrificio e dedizione. Un campione, un eccezionale professionista, un esempio; anzi, un bell’esempio per tutti.
Danilo Rossi
Allievo di alcuni tra i più importanti Maestri di viola (Fabrizio Merlini, Piero Farulli, Dino Asciolla, Yuri Bashmet) e di musica da camera (Paolo Borciani e il Trio di Trieste), Danilo Rossi si diploma a 19 anni con il massimo dei voti e lode, ma già dall’età di 16 anni si era messo in luce vincendo il suo primo Concorso Internazionale. Appena diplomato supera il concorso per Prima Viola Solista dell’Orchestra del Teatro alla Scala di Milano, divenendo il più giovane strumentista nella storia del Teatro milanese ad aver ricoperto tale ruolo. Da quel momento la sua carriera sarà costellata da una serie di incontri, concerti, festival, recitals che lo porteranno in giro per il mondo, esibendosi nei più importanti Teatri e nelle più prestigiose sale da concerto.
Albert Florian Mihai
Nasce in Romania nel 1976 da una famiglia di musicisti zingari rom. È il padre fisarmonicista che a soli 5 anni gli regala una fisarmonica giocattolo da cui Albert comincia a fare musica “a orecchio”. A 10 anni inizia a suonare ai matrimoni e successivamente nelle più grandi e prestigiose orchestre popolari del suo Paese. Si mette quindi in viaggio nei Paesi dell’Europa occidentale per suonare e conoscere altre realtà musicali e altri musicisti. Italia, Francia, Germania, Spagna, Olanda arricchiscono la sua cultura musicale e la sua esperienza di vita. Si stabilisce a Roma dove forma il quartetto Taraf de Metropulitana, con cui si mette in luce per il suo virtuosismo e le sue intense interpretazioni. Successivamente lavora per la televisione, sia nei canali Rai che in quelli Mediaset; partecipa alla trasmissione di Serena Dandini con Claudio Bisio. Infine si unisce all’Orchestra di Moni Ovadia.
Marian Serban
Nasce in Romania nel 1970, da una famiglia di musicisti rom, suo nonno materno e suo zio erano entrambi virtuosi di cymbalon. Inizia a suonare giovanissimo e a sette anni si esibisce già con suo fratello maggiore, Nicola. All’età di quattordici anni è solista. Nel 1988 si unisce al prestigioso ensemble musicale di Bucarest Rapsodia Romana e da quel momento inizia a collaborare con alcuni dei gruppi più prestigiosi del Paese, in particolare con il celebre ensemble Danubiu di Turnu Severin. Nel 1994, dopo la caduta del regime comunista, lascia la Romania per l’Italia dove risiede
attualmente. Le eccezionali qualità musicali di Marian Serban lo rendono ricercato da gruppi e compositori e viene coinvolto in innumerevoli progetti prestigiosi. Con un gruppo di suoi compagni rom crea il quartetto Taraf de Metropulitana. Si unisce al gruppo Aquaragia Drom e collabora con Alexian Group di Santino Spinelli, Daniele Sepe, Taraf Destrani, Roy Paci, Francesca Comencini, Samuele Bersani, Serena Dandini, Claudio Bisio, Fabrizio Bentivoglio, Ennio Morricone. Si esibisce con l’Orchestra di Piazza Vittorio e diventa un membro stabile e fondamentale della Moni Ovadia Stage Orchestra.
Nicolae Petre
Nicolae Petre nasce in Romania da una famiglia di musicisti; suo padre era un famoso violinista. Petre comincia a suonare all’età di 10 anni, mostrando subito uno straordinario talento. A 20 anni con l’ensemble Doina Bucuresti si esibisce in tutta Europa e nel Sud America. Nel 1997 si trasferisce a Roma e fonda il gruppo Taraf de Metropulitana. Dal 2000 partecipa, come i suoi colleghi del New Gipsy Project, a trasmissioni televisive e spettacoli teatrali con Serena Dandini, Claudio Bisio, Emir Kusturica, Vinicio Capossela, Acquaragia Drom, Stefano Bollani, Daniele Sepe e Moni Ovadia. Attualmente è attivo in vari ensemble in tutta Europa.