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Economia

Sosta tariffata, Cislaghi boccia l’Ataf: “Azienda non ha mantenuto le promesse”

Giorgio Cislaghi, Prc: “La direzione di ATAF non è stata in grado di dare seguito alle indicazioni ricevute con le delibere di Giunta e Consiglio Comunale”

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di FoggiaToday

L’ennesimo polverone mediatico sollevato attorno alle contravvenzioni per parziale pagamento della “sosta tariffata” è l’occasione per fare il punto sulle contraddizioni di quel che resta del “piano per la mobilità sostenibile”.

Senza entrare nel merito amministrativo della questione, pagare una multa ridotta o versare la somma richiesta per coprire il tempo del mancato pagamento, va evidenziato che, in questo caso, è punita non l’intenzione di evadere il tributo ma l’insorgere di contrattempi imprevisti e/o le oggettive difficoltà che si riscontrano per pagare la sosta.

Problemi di questo tipo non dovevano sorgere perché, e vale la pena di ricordarlo, nelle intenzioni originarie era prevista la possibilità di pagare la sosta anche con carte di credito, bancomat per ovviare alla possibilità dell’utente di essere sprovvisto del contante.

Sempre se non ricordiamo male, era stata ventilata anche la possibilità di poter pagare la sosta inviando un SMS alla centrale di controllo come avviene in molte città. Non avere adottato un sistema versatile per la riscossione della sosta, oltre a continuare a non evidenziare le postazioni delle colonnine, rende veramente difficile ottemperare ai doveri di cittadino.

Un sistema di riscossione della sosta “poco amichevole” e un piano per la mobilità sostenibile più volte annunciato ma mai avviato, ci fa pensare che ad ATAF interessi unicamente incamerare quanti più soldi possibile per finanziare un servizio spesso discutibile.

Eppure, senza chiedere l’impossibile come i parcheggi di scambio e le navette tipiche di un sistema “Park and Ride”, si possono trovare soluzioni a costo zero che incentivino l’uso di mezzi alternativi all’automobile per spostarsi in città come, ad esempio, la possibilità di fare usare le corsie bus alle biciclette.

Questa soluzione è possibile secondo l’articolo 3 del Codice della Strada e, nella città di Brescia, è stata proposta dall’azienda che si occupa di trasporto pubblico e mobilità, azienda con la stessa mission di ATAF. Diverse sensibilità, diversi modi di soddisfare le richieste della comunità vien da sottolineare.

Anche in questo caso, purtroppo, la nostra città si trova a fare i conti con le eredità delle pessime amministrazioni precedenti, Agostinacchio e Ciliberti, che ci hanno lasciato in eredità aziende partecipate con le casse vuote oltre a servizi scadenti resi alla comunità.

Resta solo la constatazione che la direzione di ATAF non è stata in grado di dare seguito alle indicazioni ricevute con le delibere di Giunta e Consiglio Comunale perché, a oggi, non si hanno notizia di piani per la mobilità sostenibile e non si può neanche parlare di stabilizzazione del personale addetto alla sosta tariffata perché le modalità di reclutamento, attraverso agenzie per il lavoro interinale, lasciano i lavoratori nel girone infernale della precarietà.

Se mai ATAF perderà il servizio di riscossione della sosta, questi lavoratori non potranno invocare neanche le tutele per la continuità lavorativa perché i loro contratti non ne fanno maturare il diritto e anche questo questo, probabilmente, è in contrasto con il mandato ricevuto dalla politica.

A conferma della sensibilità dell’Amministrazione Comunale, rileviamo l’apprezzabile tentativo annunciato dall’assessore Arcuri per cercare soluzioni che rendano più semplice pagare la sosta ed evitare le sanzioni a chi omette parzialmente il dovuto in buona fede ma, prima di incontrare le associazioni dei consumatori, lo invitiamo a chiedere conto alla direzione ATAF di quanto promesso e non mantenuto.

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