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Bosco Incoronata, il Comune ottiene 170mila euro per l’espansione fluviale

Il finanziamento, proveniente dal POR Puglia 2014/2020, consentirà la realizzazione di 5 ettari di zona di espansione fluviale in adiacenza al torrente Cervaro. Così si favorirà la conservazione delle specie faunistiche che caratterizzano questi habitat

“Il Comune di Foggia, in qualità di Ente gestore del Parco regionale Bosco Incoronata, ha ottenuto un finanziamento di 170mila euro proveniente dal POR Puglia 2014/2020 - Asse VI - “Tutela dell’Ambiente e promozione delle risorse naturali e culturali” - Azione 6.5, a cui la Giunta esecutiva del Parco Bosco Incoronata si era candidata attraverso la delibera numero 2 del 17 marzo 2017”.

Il presidente della Giunta esecutiva dell’Ente Parco Bosco Incoronata, Franco Landella, commenta così “l’ennesimo finanziamento che questa Amministrazione comunale è riuscita ad ottenere e che va a sommarsi ai precedenti interventi messi in campo per la tutela del bosco che si trova nei pressi del Santuario della Madonna dell’Incoronata”.

Si tratta della progettazione esecutiva degli interventi per la realizzazione di 5 ettari di zona di espansione fluviale in adiacenza al torrente Cervaro, nel Parco Regionale Bosco Incoronata, nel Comune di Foggia, nell'ambito del progetto LIFE+ Natura ‘Conservazione e ripristino di habitat e specie nel Parco Regionale Bosco dell’Incoronata’.

“L’obiettivo è quello di ripristinare la capacità di espansione fluviale del Cervaro in modo da favorire l’allagamento nei periodi di piena – spiega l’assessore con delega all’Ambiente del Comune di Foggia, Francesco Morese –, attraverso la realizzazione di lanche e/o il recupero di anse morte utili anche alle specie di anfibi e rettili caratteristiche degli ambienti ripariali. L’attenzione che stiamo assegnando al Parco regionale dell’Incoronata viene sottolineata non solo dai tanti progetti effettuati ma anche dalla continua manutenzione che riserviamo al bosco per preservare un habitat naturale che per troppo tempo è stato trascurato”.

Prima delle opere di regimazione dei corsi d’acqua, durante le piene stagionali vi erano delle esondazioni naturali che favorivano la presenza degli habitat 92A0 (Foreste a galleria di Salix alba e Populus alba) e 91AA* (Boschi orientali di quercia bianca) e delle relative specie animali e vegetali. A causa di ciò ed anche dell’abbassamento del livello di falda, nel corso degli anni si è osservata una progressiva riduzione della qualità ed estensione degli habitat citati. Il regime torrentizio (con periodi di magra e secca alternati ad eventi di piena anche rilevanti), aggravato dall’incidenza sempre più frequente di annate con scarsa piovosità, rende ancor più importante e urgente il ricorso all’utilizzo delle acque di piena per la ricarica della falda che, ad oggi, ne trae solo un relativo beneficio (data la breve durata della piena) e solo in corrispondenza dell’asta fluviale. Questa azione è fondamentale per la conservazione e l’ampliamento della superficie degli habitat 92A0 e 91AA*.

Inoltre la sua realizzazione favorirà anche la conservazione delle specie faunistiche che caratterizzano questi habitat (Emys orbicularis, Bombina variegata, Triturus carnifex, Triturus italicus, Alburnus albidus) che, nelle zone più profonde, potranno anche trovare rifugio nei periodi di magra. La scelta della superficie è stata effettuata tenendo conto sia delle caratteristiche orografiche che di quelle biologiche, in modo da evitare di incidere negativamente su aree di elevato pregio naturalistico, la diversificazione degli ambienti per aumentare la ricettività faunistica e la facilità di accesso per il monitoraggio e la fruizione controllata dell'area. L'intervento proposto prevede la realizzazione, nell'area individuata, di una serie di canali di penetrazione, a partire dal torrente Cervaro, che favoriscano l'ingresso di acqua durante le piene in modo da aumentare il perimetro bagnato e quindi favorire l'attecchimento delle specie vegetali igrofile tipiche dell'habitat da ripristinare. Lo schema previsto, benché non sia pensato per scopi idraulici, ripropone quello tipico di una cassa di espansione fluviale in derivazione, costituita da un canale immissario, un'area di accumulo ed un canale emissario che restituisce le acque al fiume.

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