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La Corte dei Conti avverte il Comune: di questo passo Foggia rischia il dissesto

Sciancalepore: "Per scongiurare il rischio incombente di dissesto è fondamentale anche il superamento della situazione di profonda incertezza e confusione che sembra tuttora caratterizzare la contabilità dell'ente"

Se al prossimo monitoraggio semestrale il Comune di Foggia non avrà mostrato e dimostrato miglioramenti, sarà dissesto finanziario. Dice questo in buona sostanza l'ultima deliberazione della Corte dei Conti notificata venerdì scorso a Palazzo di Città. E non era mai stata tanto dura, al punto da far temere che il rischio, stavolta, ci sia tutto. I magistrati contabili lo scrivono a chiare lettere nelle pagine finali di un documento lungo 35 pagine: "La ripresa della procedura di dissesto potrà avvenire in tempi brevi e quindi già in occasione del prossimo monitoraggio semestrale in assenza di significativi miglioramenti della situazione accertata e di mancato superamento delle gravi criticità finora rilevate, tra le quali, a titolo esemplificativo, quelle relative alla continua emersione di nuovi debiti, alla insufficiente riscossione delle entrate, allo stato di profonda crisi di alcune partecipate e alla scadente valorizzazione del patrimonio".

E lo si percepisce, il rischio, anche dal passaggio successivo del relatore, Cosmo Sciancalepore, altrettanto duro: "Risulta fondamentale per scongiurare il rischio incombente di dissesto - scrive il magistrato - anche il superamento della situazione di profonda incertezza e confusione che sembra tuttora caratterizzare la contabilità dell'ente". Passaggi gravi che aprono a scenari inquietanti per la città di Foggia. Potrebbe essere dissesto, crack, default, fallimento finanziario. Ove lo si sancisse, i consiglieri avrebbero venti giorni di tempo per deliberarlo. C'è materiale, insomma, per far loro tremare i polsi alla vigilia della sessione di bilancio. La Corte, lo scrive, aspetta il rendiconto 2016. Perché sarà l'andamento del secondo semestre 2016 il bivio. Il magistrato lo scrive: riequilibrio e dissesto sono due strumenti distinti e separati, l'attivazione dell'uno non esclude il verificarsi dell'altro, per "grave e reiterato" mancato rispetto degli obiettivi prefissati nel piano di risanamento. 

Ma cosa contengono quelle 35 pagine? Va detto, in premessa, che giungono all'esito della audizione che sindaco Landella e dirigente finanziario Dicesare ebbero il 23 febbraio scorso a Bari e si riferiscono al primo semestre 2016. Il magistrato non solo rileva, per quel periodo, una mole di debiti fuori bilancio del passato in continua emersione, ma si sofferma su lavori per 4milioni di euro mai approvati dal Consiglio comunale e dei quali è difficile ricostruirne la storia a causa di diverse "incongruenze" (inattendibilità della contabilità dei lavori, assenza di atti firmati, assenza dei verbali di somma urgenza).

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