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Venerdì, 26 Aprile 2024
Economia

Foggia, doccia fredda per 790 lavoratori della Leonardo: da gennaio 13 settimane di cassa integrazione a zero ore

Le dichiarazioni di Rocco Palombella, segretario generale Uilm, del consigliere regionale di Forza Italia, Giandiego Gatta e dell'europarlamentare della Lega, Massimo Casanova

Dal prossimo 3 gennaio 3400 lavoratori di Leonardo - degli stabilimenti di Grottaglie, Pomigliano, Nola e Foggia - finiranno in cassa integrazione ordinaria. Lo annuncia, bollandola come "una decisione di inaudita gravità", il segretario generale Uilm, Rocco Palombella, il quale evidenzia "l'immobilismo che dura da anni in una Divisione, quella di Aerostrutture, fondamentale per il futuro del nostro Paese e per la stessa Leonardo", al quale, spiega, "si aggiunge la mancanza di una visione da parte di un gruppo, che per fare cassa prima ha venduto Breda e Srs ai giapponesi di Hitachi, oltre ad Ansaldo Energia, mentre ora ha messo sul mercato asset importanti come Oto Melara, Wass e la parte dell'Automazione".

La comunicazione sarebbe avvenuta con un messaggio inviato nel pomeriggio del 2 dicembre ai rappresentanti sindacali, di 13 settimane di cassa integrazione ordinaria a zero ore, che scatteranno dal prossimo 3 gennaio per un arco temporale esteso a tutto il 2022: un provvedimento che coinvolgerebbe anche 790 lavoratori su 960, indotto escluso, dello stabilimento di Foggia, impegnato in nove differenti programmi di lavorazione.

Per Palombella si tratta di "un provvedimento privo di una strategia industriale e di un piano in grado di poter prevenire un disastro occupazionale, principalmente nel Sud Italia". Il segretario generale Uilm ha annunciato per lunedì "lo sciopero generale di tutto il gruppo con manifestazione nazionale a Roma per chiedere al Governo e all'azienda il ritiro della procedura di cigo e l'apertura di un tavolo sulle prospettive industriali e sugli investimenti necessari per salvaguardare Leonardo da una catastrofe annunciata. Scioperiamo oggi per non chiudere domani!".

Questo il commento del consigliere regionale dei Fratelli d’Italia Giannicola De Leonardis e del collega di partito Renato Perrini: "Si tratta di una decisione dettata dalla grave crisi nel comparto sopravvenuta dopo l’esplosione della pandemia che ha determinato il crollo del traffico aereo, ma che non può essere assolutamente giustificata per le modalità assunte e per l’assenza di un Piano industriale di contenimento e di rilancio nel breve, medio e lungo periodo. E questo silenzio assordante sul presente e sul futuro alimentano fondate preoccupazioni per l’impatto devastante sulle famiglie interessate e sull’economia, alla luce anche del considerevole indotto, con la situazione che appare drammatica a Grottaglie (coinvolti 1049 dipendenti) e non meno inquietante a Foggia, nonostante i 75 milioni 336.500 euro garantiti dal Contratto Istituzionale di Sviluppo (Cis) per la Capitanata, firmato nel 2019 dall’allora presidente del Consiglio Giuseppe Conte per l’ampliamento e il potenziamento dell’impianto"

Il gruppo dei meloniani in Consiglio regionale presenteranno una interrogazione urgente al presidente Michele Emiliano e all’assessore alle Attività Produttive Alessandro Delle Noci, "perché la Regione Puglia svolga immediatamente un’opera di interlocuzione con i vertici di Leonardo e con il Governo nazionale per avere contezza e chiarezza su quanto sta accadendo, preservare gli stabilimenti pugliesi della Divisione Aerostrutture di Leonardo, alla luce anche dei rilevanti investimenti pubblici nei decenni per favorirne l’insediamento e il consolidamento, e per ipotizzare ulteriori scenari produttivi, in grado di offrire prospettive di più largo respiro".

"Ci auguriamo che il governo intervenga con decisione per aprire un tavolo di confronto con il gruppo sulle prospettive e sugli investimenti necessari per scongiurare il disastro", dichiarnao i parlamentari pugliesi di Forza Italia e il consigliere regionale Giandiego Gatta: "È grave che un gruppo decida, senza alcun confronto con le istituzioni e con i sindacati, di avviare la cassa integrazione per ben 3400 lavoratori. Quella di Leonardo è una questione delicatissima, una bomba occupazionale che rischia di esplodere in Puglia con conseguenze disastrose. Se per la nostra regione si tratta di una scelta che conduce a due passi dall'emergenza socio-economica, per il Paese è un colpo durissimo all'intero segmento dell'aeronautica. La decisione di Leonardo, in quest'ottica, si inserisce irragionevolmente, senza il supporto di alcuna strategia industriale"

“Apprendiamo con sgomento e preoccupazione dalla Uilm il bagno di sangue che si starebbe per abbattere dal prossimo 3 gennaio negli stabilimenti Leonardo Spa di Grottaglie, Pomigliano, Nola e Foggia. Oltre 3400 lavoratori collocati in cassa integrazione rappresentano una calamità occupazionale, economica e umana di proporzioni insostenibili, tanto più al Sud. Uno scenario da scongiurare con severità e fermezza”. Lo dichiara l’europarlamentare Lega eletto al Sud Massimo Casanova. “E’ allarmante che una divisione fondamentale per il futuro del nostro aese come quella di aerostrutture ponga in essere una decisione così draconiana in maniera unilaterale, senza possibilità di appello e in assenza di un piano industriale a lungo termine. E’ per questo che ritengo doveroso ed urgente comprendere le ragioni e le responsabilità di un così drammatico epilogo rispetto ad uno dei nostri asset strategici. Così come valuto di vitale importanza l’apertura immediata di un tavolo di lavoro che scongiuri un disastro dalle conseguenze incalcolabili” conclude l’esponente leghista.

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