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Sabato, 27 Aprile 2024
Cronaca San Marco in Lamis

Contagio da trichinella, partita di carne sfuggita al controllo. Merla: "Singolo episodio circoscritto"

Il sindaco di San Marco in Lamis dopo gli incontri con Asl Fg: "Confermato la bontà delle carni macellate e vendute nelle nostre macellerie, conformi ai canoni di qualità e di igiene sanitaria"

Dopo i casi conclamati di trichinella, registrati a San Marco in Lamis, il sindaco Michele Merla ha avuto un incontro con i macellai della città: "Un momento di confronto importante e chiarificatore sui recenti casi di trichinellosi registrati nella nostra città e dovuti a qualche partita di carne non controllata", precisa il primo cittadino.

Si tratta di episodi che hanno avuto conseguenze importanti sull’immagine della categoria, che da sempre si è dimostrata professionale e rispettosa delle norme igienico sanitarie vigenti ed i cui prodotti - controllati settimanalmente dal Servizio Veterinario - sono sempre stati sinonimo di qualità, tanto da essere acquistati anche da commercianti, ristoratori e abitanti di altri comuni del territorio. 

"In questa settimana complicata mi sono interfacciato giornalmente con la Asl e soprattutto con il dottor Iannacci, dirigente veterinario che segue la vicenda della trichinellosi, che mi ha confermato la bontà delle carni macellate e vendute nelle nostre macellerie, conformi ai canoni di qualità e di igiene sanitaria. Mi ha confermato, altresì, che i controlli sono sistematici e a cadenza settimanale, sia nelle macellerie che al centro di macellazione di Carpino", puntualizza il primo cittadino.

Dunque, il contagio sarebbe legato ad una partita di carne, presumibilmente sfuggita al controllo. "Si è trattato di un singolo episodio che resta circoscritto, ma che ha avuto conseguenze negative sull’intero comparto, anche a causa della fuga di notizie incontrollate e allarmistiche".

Merla conclude: "Ci siamo congedati con l’augurio che episodi del genere non accadano piùcon l’impegno da parte dei macellai di continuare a mantenere alti livelli di professionalità e con quello, da parte mia, di acquistare a rotazione carne nelle loro attività commerciali per verificare di persona la bontà dei prodotti".

Cos’è la trichinella

La Trichinella si diffonde soprattutto nelle specie carnivore ed onnivore (lupo, cinghiale, volpe, tasso, cane, gatto, uomo). Il parassita resiste a lungo nelle carni in putrefazione e, quando in natura il tessuto muscolare viene ingerito da altro animale (volpe, lupo, cinghiale, maiale, etc.), il ciclo riprende. L’uomo si ammala esclusivamente per via alimentare attraverso il consumo di carne cruda o non sufficientemente cotta, contenente larve del parassita.

I sintomi e la diagnosi

Nell'uomo il quadro clinico varia dalle infezioni asintomatiche a casi particolarmente gravi, con alcuni decessi. La sintomatologia classica è caratterizzata da diarrea (che è presente in circa il 40% degli individui infetti), dolori muscolari, debolezza, sudorazione, edemi alle palpebre superiori, fotofobia e febbre. La diagnosi viene suggerita dalla presenza di marcata eosinofilia (fino al 70%), leucocitosi, aumento degli enzimi muscolari (Cpk) e confermata attraverso esami sierologici, o biopsia muscolare positiva per Trichinella. Il periodo di incubazione nell’uomo è generalmente tra gli 8 e i 15 giorni ma può variare tra i 5 e i 45 giorni, a seconda della quantità di parassiti ingeriti. Il parassita è in grado di resistere, per un mese, al congelamento a -15 C° ma viene inattivato nel momento in cui la temperatura di cottura nel cuore delle carni raggiunge i 70 C° per almeno 4 minuti.

La prevenzione

La trichinellosi può essere prevenuta osservando le seguenti misure igienico-sanitarie: la carne va consumata ben cotta, in modo che le eventuali larve presenti vengano inattivate o distrutte dal calore (è sufficiente 1 minuto a 65°C). Il colore della carne deve virare dal rosa al bruno. La selvaggina e i maiali macellati a domicilio devono essere esaminati da un veterinario per determinare l'eventuale presenza delle larve del parassita nelle carni, se non è noto se la carne è stata sottoposta a esame trichinoscopico, è bene congelarla per almeno 1 mese a -15°C: un congelamento prolungato, infatti, uccide le larve. Nel caso si allevino maiali, impedire che mangino la carne cruda di animali, anche ratti, che potrebbero essere stati infestati dal parassita. Quando si macella la propria carne in casa, pulire bene gli strumenti. Salatura, essiccamento, affumicamento e cottura nel forno a microonde della carne non assicurano l'uccisione del parassita. La preparazione di salumi e salsicce è a rischio se la carne non viene preventivamente sottoposta ad esame trichinoscopico: essiccatura, salatura e affumicamento non assicurano la morte dei parassiti. Per evitare pericoli per l’uomo e il diffondersi della malattia è necessario sottoporre tutti i maiali macellati a domicilio per uso familiare e tutti i cinghiali abbattuti durante la caccia, alla visita e al controllo delle carni da parte del Servizio Veterinario di Igiene degli Alimenti di Origine Animale (Area B), così come previsto da legge; segnalare al Servizio Veterinario Area C la presenza di carcasse di animali morti nei boschi (in particolare, volpi e lupi); non abbandonare visceri e carcasse di cinghiali nell’ambiente (poiché se infestate da trichinella, come indicato precedentemente, potrebbero perpetuare il ciclo tra gli animali selvatici).

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