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Venerdì, 26 Aprile 2024
Cronaca San Severo

Automobilista colpito da infarto, poliziotto eroe gli salva la vita: "Se oggi sono qui è grazie a lui"

Una fitta al petto durante un controllo della polizia, l'ambulanza che tarda ad arrivare e l'agente che decide di portarlo d'urgenza al Pronto Soccorso. Un'azione determinante per salvare la vita all'uomo

Un giorno come tanti altri, che in breve si è trasformato in uno dei più importanti della propria vita e di quella dei cari. Un giorno in cui la paura e il dolore hanno presto ceduto il posto ai sorrisi di gioia e di gratitudine. È la storia di Gennaro, un 71enne di Margherita di Savoia, residente a San Severo, che ricorderà per sempre l’inizio del 2022. Il 2 gennaio scende di casa per sbrigare delle commissioni, quando, intorno alle 18.30, viene fermato in pieno centro da una pattuglia del Reparto prevenzione crimine della Polizia di Stato, per un controllo di routine.

Gennaro è già da qualche ora che sente di avere qualcosa, il fato vuole che quel malessere ignoto deflagri in tutta la sua potenza proprio davanti agli agenti. Sente una forte fitta al petto e uno degli agenti comprende il pericolo e allerta il 118: “Da quel momento si sono alternati momenti in cui ero lucido ad altri nei quali perdevo i sensi. Ricordo che l’agente guardava ossessivamente l’orologio e continuava a sollecitare il 118 perché accelerasse le operazioni di soccorso”.

Ma all’ennesimo mancamento, l’agente decide di agire: “Mi ha preso in braccio come fossi un bambino, mi ha adagiato sul sedile del passeggero anteriore del mio veicolo, e si è messo alla guida, dando disposizioni ai colleghi di seguirlo e di azionare le sirene fino al pronto soccorso”, racconta a FoggiaToday il 71enne.

Gli intoppi non finiscono. Arrivati al pronto soccorso, tutti gli infermieri sono impegnati in altre urgenze: “Il poliziotto non ci ha pensato su due volte, ha preso un lettino dotato di ruote e mi ha adagiato sopra. Poi ha aperto una porta della sala di primo intervento e ha segnalato agli operatori che c’era un infarto in atto”.

A quel punto sono state attivate le procedure del caso per prestare soccorso a Gennaro, il quale nel giro di poche ore viene operato. Dopo l’intervento, il percorso riabilitativo ultimato da poco: “Durante la riabilitazione più volte i medici, sorridendo, mi hanno detto di essere un miracolato. Quell’agente è andato anche oltre il suo ruolo ed è grazie a lui se sono ancora in vita”.

Ma c’è dell’altro. Perché il poliziotto, a fine turno, torna in ospedale per sincerarsi delle condizioni di Gennaro: “Vedendo che stavo bene, mi ha abbracciato, come un figlio abbraccerebbe un padre”.

Una volta ristabilitosi, Gennaro ha voluto conoscere il suo angelo custode: “Mi sono recato più volte al commissariato e presso gli altri reparti, senza mai riuscire a sapere chi fosse l’agente che mi aveva salvato la vita”. Ma Gennaro non si è arreso e all’ennesimo tentativo è riuscito nell’intento: “Un giorno, ho trovato un sovrintendente che conosco di persona e gli ho raccontato la storia. E lui ha compreso subito di chi si trattasse, ovvero un agente in servizio presso il Reparto Prevenzione crimine. Mi ha declinato le sue generalità per la bella storia narratagli e per permettermi di ringraziarlo di cuore”.

Così, dopo alcuni giorni, Gennaro ha potuto incontrare Vincenzo. Gioia e commozione per il primo, che ha potuto ringraziare il suo angelo custode e per il secondo, lieto di che ha appurare che il suo gesto è stato fondamentale per salvare una vita. 

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