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Domenica, 28 Aprile 2024
Cronaca

Dalla strage di San Marco la reazione alla mafia. La Commissione: "Non basta, problemi restano"

Nel documento, "stante il contesto di emergenza criminale persistente", viene evidenziata la necessità di rinforzare le strutture di contrasto alle mafia pugliesi, rinforzando gli organici delle forze dell'ordine, della magistratura e del personale amministrativo

E' stata approvata all'unanimità nella giornata di ieri 14 marzo la relazione della commissione parlamentare antimafia a firma di Chiara Colosimo sulla missione svolta l'8 settembre 2023 a Foggia. Un punto di partenza, con l'intenzione di continuare a monitorare la situazione. Peraltro nel capoluogo dauno si è svolta la prima missione in assoluto della nuova Commissione. 

In quella occasione Colosimo aveva sottolineato tre questioni: la prima è che Foggia, nel 1997, fosse ai livelli di Palermo. Poi, i dieci divieti di svolgimento di funerali adottati dal Questore di Foggia in sedici mesi e in ultimo i 17 omicidi nel 2022: 

Nel documento, "stante il contesto di emergenza criminale persistente", viene evidenziata la necessità di rinforzare le strutture di contrasto alle mafia pugliesi, rinforzando gli organici delle forze dell'ordine, della magistratura e del personale amministrativo. Criticità che erano state segnalate dai procuratori Vaccaro e Rossi.

"La Commissione intende esercitare appieno le sue funzioni continuando a monitorare quanto avviene nella provincia foggiana, sia nel manifestarsi del fenomeno mafioso sia nell’azione di contrasto, e svolgendo un’azione di impulso e di sostegno verso tutti i soggetti dal cui impegno, accanto a quello dispiegato da autorità giudiziaria e forze di polizia, dipende il successo del contrasto: mondo politico, enti locali, società civile, mondo economico, agenzie educative".

Un breve passaggio viene riservato alle criticità del carcere di Foggia, teatro dell'evasione di massa del 9 marzo 2020, e alla reazione ancora poco incisiva e per nulla costante della società civile. 

"Però l’impegno di donne e uomini delle istituzioni offre una possibilità, che prima non c’era e adesso c’è. La storia della rivolta degli imprenditori e della comunità di Vieste ha dimostrato concretamente questa possibilità. Comprendere che la partita non può giocarsi solo sul fronte repressivo e giudiziario è la condizione per attenuare questo divario tra società civile e istituzioni".

La Commissione ha preso comunque atto di una forte inversione di rotta rispetto a un'assenza durata moltissimi anni dello Stato, una sottovalutazione a tutti i livelli che per anni ha reso problematico il riconoscimento della natura mafiosa della criminalità foggiana, "una delle ragioni di crescita e di radicamento della mafia".

"Sicuramente lo spartiacque è rappresentato dalla strage di San Marco in Lamis del 9 agosto del 2017 con l’omicidio dei fratelli Luciani, vittime innocenti: da quel momento, l’azione dell’autorità giudiziaria e delle forze di polizia è stata costante ed efficace, l’attenzione di governo e parlamento è apparsa adeguata alla gravità dei problemi, e la stessa società civile ha cominciato a reagire. Questa incoraggiante premessa non può fare dimenticare che numerosi e per nulla facili sono ancora i problemi da affrontare e risolvere a diversi livelli delle istituzioni e della società. Non è quindi possibile dare per scontato un esito definitivamente positivo dell’azione di contrasto".

La Commissione Antimafia ha ricordato la cattura del latitante Marco Raduano, chiedendosi come mai un detenuto così pericoloso non si trovasse ristretto in regime di 41 bis.

In ultimo, secondo la Commissione, è necessario intervenire prioritariamente su due questioni cruciali: il rapporto tra mondo delle imprese e organizzazioni mafiose e la forza del radicamento mafioso sul territorio anche grazie a modelli culturali basati sull’omertà e sul disprezzo delle istituzioni.

"Molti operatori economici traggono ragioni di convenienza dal rapporto con la mafia: anche persone perbene, non complici né collusi, beneficiano di una convenienza ambientale e capovolgere questo equilibrio per rendere conveniente denunciare è l'impresa più difficile. Per questo è fondamentale che una strategia efficace punti sulle giovani generazioni, sul miglioramento delle loro condizioni di vita, soprattutto nelle aree più periferiche e negli ambienti più emarginati, sotto il profilo delle opportunità di lavoro e culturali"

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