rotate-mobile
Domenica, 28 Aprile 2024
Cronaca

Omicidio Filomena Bruno: chiesta la pena dell’ergastolo per Cristoforo Aghilar

Gli esiti della requisitoria della pm Rosa Pensa, nel corso dell'udienza tenuta questa mattina, in Corte d'Assise, dinanzi al giudice Mario Talani: "Non è un omicidio qualsiasi, ha tante aggravati morali"

“Chiedo alla Corte di non avere scrupoli nel condizionare la vita di un uomo che ha commesso il peggiore dei crimini, il più grave: un omicidio efferato, ma non solo quello. E’ lo stesso codice penale che prevede e impone la sanzione massima. Non c’è discrezionalità: è ergastolo”. Così la pm Rosa Pensa, nel corso della requisitoria per il processo a carico di Cristoforo Aghilar, accusato dell’omicidio di Filomena Bruno, 56enne di Orta Nova, uccisa con almeno 6 coltellate, sul pianerottolo della sua abitazione, nel pomeriggio del 28 ottobre 2019.

Questa mattina, nel corso dell’udienza svolta in Corte D’Assise (presidente Mario Talani), la pm Pensa ha richiesto per l’imputato - collegato da remoto dal carcere di Livorno, dove è attualmente detenuto - la pena dell’ergastolo, con isolamento diurno per 12 mesi e tutte le pene accessorie previste per legge. Accanto alla pubblica accusa, in aula, vi era anche il procuratore capo Ludovico Vaccaro, a dimostrazione dell’attenzione che la Procura ha da sempre dedicato al caso di cronaca.

La discussione è durata circa 90 minuti, tesi a mettere in luce “in modo chiaro ed inconfutabile la responsabilità penale dell’imputato per i gravissimi fatti per cui è chiamato a rispondere: più fattispecie di reati in realtà, tutte condotte concentrate in un poco più di un mese, ovvero da fine settembre a ottobre 2019, quando tutte le azioni sono sfociate in una escalation di violenza e disprezzo della vita umana culminata con l’omicidio di Filomena Bruno”, sottolinea la pubblica accusa.

Vengono ripercorse quindi le varie fasi del dibattimento e la serie di prove prodotte; si torna ad analizzare le contestate condotte di stalking e minacce messe in atto nei confronti della vittima e del resto della famiglia, si passa in rassegna l’episodio del tentato omicidio avvenuto pochi giorni prima del fatto di sangue, nel del bar 'Number One' dove Aghilar, arma in pugno, minacciò Filomena Bruno e altri familiari, e infine le fasi dell’omicidio.

Nessun dubbio, per la pubblica accusa, circa la premeditazione: “Fallito l’obiettivo che per un difetto esecutivo (si era inceppata l’arma, ndr), l’imputato si è rifugiato nella abitazione per colpirla nel luogo in cui doveva sentirsi più sicura: la casa. Allora con ferocia criminale e un piano lucido e preciso ha scardinato la porta-finestra della cucina trattenendosi nell’abitazione a lungo, in attesa di completare il suo piano”, aggiunge.

Filomena fu colpita con un pugnale al petto, mentre era sull’uscio di casa; altri fendenti la raggiunsero al torace, agli arti e al viso nel tentativo disperato di quest’ultima di parare i colpi. La pm si sofferma anche sulla caratura criminale dell’imputato, evaso dai domiciliari per mettere a segno i reati contestati. “Assicurato alla giustizia, lo stesso ha poi partecipato alla maxi-evasione dal carcere di Foggia del marzo 2020”, ricorda. “Oltre 70 i detenuti evasi: furono tutti riacciuffati nel giro di poche ore oppure si costituirono spontaneamente. Solo per Aghilar è stato necessario impegnare forze di polizia per oltre 4 mesi”, sottolinea.

Ancora, il pubblico ministero si sofferma sulle aggravanti morali del procedimento a giudizio: “Non è un omicidio qualsiasi. Porta con sé tante aggravati morali oltre che giuridiche: l’imputato non ha solo privato del bene più prezioso - la vita – una donna. Ha ammazzato la madre di tre figli, già orfani di padre, uno dei quali bisognoso di cure perché portatore di handicap. Per di più, lo ha fatto davanti all’anziana madre della vittima, senza pietà alcuna, puntando dritto al cuore”.

Tutte queste motivazioni hanno quindi portato la pm a formulare la richiesta di massima pena. Il processo proseguirà a gennaio con le discussioni, già calendarizzate, dei patroni di parte civile (avvocati Michele Sodrio e Anna Luce Sardone) e della difesa (avvocato Marco Merlicco). A seguire, spazio alle eventuali repliche e quindi l’atteso verdetto.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Omicidio Filomena Bruno: chiesta la pena dell’ergastolo per Cristoforo Aghilar

FoggiaToday è in caricamento