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Sabato, 27 Aprile 2024
Cronaca

Le occupano casa e perde tutto, può difendersi la vittima disabile: "Primo passo che ci fa ben sperare"

Il caso a Foggia. Questa mattina, il giudice Plantone ha accolto l’istanza di rimessione in termini e formale costituzione di parte civile della donna come parte offesa, nonostante la sua posizione fosse stata inizialmente estromessa dal procedimento in atto

E’ stata accolta tra le parti civili del procedimento penale incardinato dinanzi al Tribunale monocratico di Foggia, la 45enne foggiana con gravi fragilità sociali e personali, cui tre anni fa sarebbe stato sottratto un alloggio popolare situato al Quartiere Candelaro.

Ad occupare - secondo l’accusa - tale abitazione, sarebbe stata una giovane donna foggiana, il cui marito (all’epoca detenuto fuori città) è stato brutalmente assassinato lo scorso anno; per la vicenda, la stessa è chiamata a rispondere dei reati di danneggiamento e occupazione abusiva.

La sottrazione dell’alloggio - e quindi della residenza anagrafica - ha causato alla 45enne anche la perdita dell’assistenza sanitaria (fondamentale per una disabile psichica) e il reddito di cittadinanza (qui il caso).

Questa mattina, il giudice Plantone ha accolto l’istanza di rimessione in termini e formale costituzione di parte civile della donna come parte offesa, nonostante la sua posizione fosse stata inizialmente estromessa dal procedimento in atto.

Il caso era stato denunciato nelle passate settimane dall’associazione antimafia ‘Giovanni Panunzio’ di Foggia e sostenuto dall’ex senatore Nicola Morra, presidente della Commissione parlamentare antimafia.

A rappresentare la donna in aula è l’avvocato Dimitri Lioi che aveva già aveva già acceso i riflettori sul caso chiedendo, tramite pec, spiegazioni tanto all’Arca Capitanata (formale proprietario dell’alloggio di edilizia popolare) quanto alla Prefettura di Foggia.

“Sono particolarmente contento dell’esito dell’udienza odierna perché si è dimostrato che i diritti dei più deboli vengono salvaguardati”, ha spiegato a FoggiaToday l’ex senatore Morra. “Il Tribunale ha deciso per la rimessione in termini consentendo alla parte offesa di costituirsi parte civile nel tentativo di vedersi riconosciuti i propri diritti e i danni subiti. Il fatto che Arca non abbia presentato istanza per essere essa stessa parte civile è un dato che apprendiamo e che avvia riflessioni di altro livello, ovvero politico”, continua.

“La decisione odierna del Tribunale restituisce a tanti cittadini la fiducia nei confronti delle istituzioni. Certo siamo solo all’inizio di un percorso, ma questo primo passo ci fa ben sperare: c’è sempre la possibilità di vedersi riconosciuti i propri diritti e per questo bisogna continuare a combattere”, conclude.

Il processo proseguirà il prossimo 15 giugno, quando verranno ascoltati i primi testi indicati nella lista del pm. L’avvocato Lioi invierà nuova richiesta per la liberazione dell’alloggio in questione, facendo seguito alle precedenti missive e al sollecito di sgombero già inoltrato dalle forze di polizia nel marzo 2020.


 

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