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Cronaca

Le occupano l'alloggio e perde residenza, reddito di cittadinanza e assistenza sanitaria

E’ quanto denunciato da una 45enne foggiana, con gravi fragilità di salute e sociali, il cui caso è stato discusso, questa mattina, dinanzi al giudice monocratico del Tribunale di Foggia, Loretta Plantone

Le occupano l’alloggio popolare e, perdendo la residenza anagrafica, le viene meno anche l’assisistenza sanitaria e il reddito di cittadinanza. E’ quanto denunciato da una 45enne foggiana, con gravi fragilità di salute e sociali, il cui caso è stato discusso, questa mattina, dinanzi al giudice monocratico del Tribunale di Foggia, Loretta Plantone.

Il fatto risale a circa 3 anni fa e, a partire da quella data, oltre alla denuncia per occupazione sporta dalla donna presso la Stazione dei carabinieri di Porta San Severo, si registra anche la relazione d'intervento della polizia locale e un sollecito di sgombero. A rispondere dei reati di danneggiamento aggravato e occupazione abusiva è una giovane foggiana, il cui marito è stato brutalmente assassinato lo scorso anno. 

Il caso è stato sollevato dall’associazione antimafia ‘Giovanni Panunzio’ di Foggia - che tramite pec ha posto la vicenda all’attenzione di Arca Capitanata (formale proprietario dello stabile) e della Prefettura di Foggia - e sostenuto da Nicola Morra, presidente della Commissione parlamentare antimafia.

Le ragioni della vittima della presunta occupazione sono state rappresentate dall’avvocato Dimitri Lioi, che ha presentato istanza di rimessione in termini e formale costituzione di parte civile della donna come parte lesa. “Oggi è stato fatto un atto a tutela di questa donna”, spiega il legale Lioi al termine dell’udienza, “la quale non è stata riconosciuta dalla Procura come persona offesa, pur essendo titolare dell’assegnazione dell’alloggio popolare, che resta di proprietà dell’Arca”.

“L’Arca è stata riconosciuta come persona offesa, ma non ha inteso costituirsi parte civile per chiedere risarcimento del danno, laddove dovesse esserci un riconoscimento della responsabilità penale. La signora, invece, non è stata riconosciuta tale e secondo noi questo è stato un errore della Procura. Pertanto abbiamo stimolato l’intervento tecnico dell’avvocato affinchè il giudice rimetta ordine nella vicenda, riconosca l’errore e consenta alla donna di costituirsi parte civile e far valere le sue ragioni”.

Sul punto, che ha registrato l’opposizione tanto del pm quanto della difesa, il giudice si è riservato e la decisione arriverà il prossimo 9 febbraio.

In aula era presente l'ex senatore Morra: “E’ un caso abbastanza singolare e rappresentantivo delle aberrazioni cui si giunge in Italia. Noi abbiamo, finchè le carte non lo smentiranno, un legittimo assegnatario (che in questo caso è signora con problemi di salute), che si è trovato l’alloggio occupato in maniera abusiva. L’Arca non si costituisce parte civile nel procedimento, mentre la vittima di tale occupazione ha difficoltà a farsi riconoscere la qualifica di parte lesa, ammesso che anche la Procura ha avuto da eccepire a fronte della richiesta dell’avvocato Lioi”, spiega.

“In tutto ciò, questa donna ha perso la residenza anagrafica e, con essa, anche l’assistenza sanitaria (che per un disabile è gravissimo) e anche il reddito di cittadinanza. Quindi mi chiedo: è lo Stato che deve provvedere ai soggetti deboli oppure debbono essere le famiglie ad accollarsi, per l’ennesima volta, questi casi? Seguirò l’intera vicenda per il tramite dell’associazione ‘Panunzio’”, assicura Morra. “Il legittimo assegnatario è una persona debole e fragile, e che quindi merita ancor più tutela da parte dello Stato”.

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