Operaio schiacciato da una lastra di cemento, il sindaco Gianni Rotice rischia il processo
La Procura di Foggia ha chiesto il rinvio a giudizio per quattro persone, e c'è anche l'ingegnere titolare della ditta appaltatrice
La Procura di Foggia ha chiesto il rinvio a giudizio per quattro persone per la morte di Alessandro Rosciano, operaio di 47 anni schiacciato da un pannello prefabbricato in cemento armato all’interno di un cantiere in Contrada Le Matine, a San Giovanni Rotondo, il 9 agosto 2021.
Tra gli indagati, c’è anche l’attuale sindaco di Manfredonia, Gianni Rotice, in qualità di legale rappresentante della ditta ‘Gianni Rotice srl a socio unico’, appaltatrice dei lavori relativi all’opera idraulica di utilizzazione delle acque reflue e razionalizzazione delle aree irrigue del Comune di San Giovanni Rotondo, commissionata dal Consorzio di Bonifica Montana del Gargano.
L’udienza preliminare è stata fissata al 24 ottobre. Nell’ambito del procedimento penale, sono indagate altre tre persone, vale a dire il coordinatore per l’esecuzione dei lavori, il responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione esterno della ditta, e l’addetto alla conduzione dell’escavatore cingolato.
In quanto datore di lavoro dell’operaio deceduto, l’ingegnere Gianni Rotice, stando alla richiesta formulata dal pubblico ministero, è chiamato a rispondere in merito alla formazione e all’informazione sui rischi derivanti dall’uso di macchinari e attrezzature; per le lacune riscontrate all’interno del Piano Operativo di Sicurezza relative alla valutazione dei rischi particolari derivanti dall’esecuzione dei lavori di carico, scarico e montaggio in opera dei pannelli prefabbricati in cemento armato; e per la mancata attuazione di quanto previsto dallo stesso piano in relazione alla presenza degli addetti di primo soccorso e, soprattutto, alla presenza del capo cantiere.