rotate-mobile
Cronaca Manfredonia

Sevizie e violenze nella Rsa degli orrori: chiesta commissione d'inchiesta, "omertà è come aver commesso reati"

Violenze choc nella Rsa Stella Maris di Manfredonia, operatori socio-sanitari arrestati. Il Tribunale del Malato valuta la costituzione parte civile. Splendido chiede commissione d'inchiesta. Cgil chiede incontro con la Regione

L’inchiesta shock che ha accertato maltrattamenti e violenze perpetrate in danno degli ospiti della Rsa ‘Stella Maris’ di Manfredonia (qui i dettagli) ha acceso i riflettori sul settore dell’assistenza socio-assistenziale e sanitaria, un segmento delicatissimo dell’assistenza a soggetti fragili che va adeguatamente regolamentato e supportato. Per il fatto, la polizia ha arrestato quattro persone, tutti operatori socio sanitari. Il provvedimento si fonda su una richiesta avanzata dalla Procura di Foggia, per i gravi reati di maltrattamenti e di violenza sessuale nei confronti di alcuni pazienti ricoverati nella residenza (le immagini video).

La testimonianza: "Mio padre non parlava più"

L’inchiesta è partita da una denuncia anonima; i fatti sono stati poi confermati anche da altri Oss ascoltati come persone informate sui fatti. “Qualora i fatti denunciati dovessero trovare conferma nelle indagini, i responsabili dovranno essere puniti in modo esemplare”, tuona Diego Rana, presidente nazionale del Tribunale del Malato che, quest’oggi, nella seduta del Consiglio nazionale “valuterà se avviare la procedura per la costituzione di parte civile nel procedimento penale che dovesse eventualmente scaturire dalle risultanze delle indagini in corso”.

“Gli anziani, per giunta malati con patologie neurodegenerative - sottolinea Rana - hanno bisogno di cure amorevoli. Queste persone, che dovrebbero essere preparate e qualificate, hanno violato ogni regola di condotta civile e sanitaria perpetrando danni inenarrabili alle persone che le hanno subiti e alle famiglie che affidano i propri cari alle cure amorevoli del personale delle Rsa. Per fortuna c'è chi denuncia e spezza la catena dell'omertà che in questi casi è da condannare al pari dei reati commessi”. Rana invita anche le altre associazioni di categoria a sollecitare l'autorità sanitaria a voler inserire all'ordine del giorno del prossimo Consiglio Regionale, l'obbligatorietà delle telecamere di sorveglianza all'interno delle strutture sanitarie, ciò per la salvaguardia in primis dei pazienti in uno con i dipendenti ed i responsabili delle strutture. Seguiremo con attenzione gli eventi e ci faremo portavoce di ogni notizia che sull'argomento apprenderemo”.

Shock nella Rsa: "Mamma mia è un esorcismo"

Almeno 14 le vittime dei quattro Oss (due nel frattempo sono decedute), ma sono in corso indagini per verificare altri eventuali casi. Con più azioni esecutive, gli operatori avrebbero umiliato e percosso “sistematicamente e con crudeltà” si legge nell’ordinanza, “adoperando sevizie e approfittando della loro età avanzata e delle documentate patologie che ne ostacolavano la privata difesa, in occasione di svolgimento del proprio servizio” si operatori socio sanitari e abusando delle relazioni derivanti dalla prestazione della loro opera”. Le vittime hanno dai 64 ai 99 anni e sono tutte affette da patologie gravi, difficoltà motorie, cecità, forme di demenza, morbo di Alzheimer e varie forme di disabilità.

“Quanto sta venendo fuori dalle cronache che coinvolgono la residenza per anziani di Manfredonia ‘Stella Maris’ è assolutamente riprovevole e merita tutto lo sdegno possibile, umano, sociale, politico e istituzionale”, aggiunge il consigliere regionale foggiano della Lega, Joseph Splendido. Il consigliere ha inoltre depositato una interrogazione al governo regionale, segnatamente agli assessori alla Sanità Rocco Palese e al Welfare Rosa Barone, “per chiedere l’istituzione di una commissione d’inchiesta per ciò che concerne la Rsa di Manfredonia, oltre che l’applicazione di tutti gli strumenti di cui dispone il governo regionale a deterrenza di simili fenomeni e per un monitoraggio ampio ed esaustivo dello stato dell’arte di questi centri sul territorio pugliese”.

Terrore e violenza: "Ti ammazzo, ti butto giù"

“Sono completamente d’accordo con il mio segretario federale Matteo Salvini”, aggiunge, “laddove sottolinea l’urgenza di telecamere di videosorveglianza in tutte le strutture italiane che hanno a che vedere con le fragilità. Sono troppe ormai le cronache che restituiscono quadri agghiaccianti di vessazioni e maltrattamenti che coinvolgono ogni fascia d’età, dai bambini ai nostri anziani, passando per i soggetti diversamente abili”. Agli arresti domiciliari sono finiti Mariano Paganini classe 1997, Michele Salcuni classe 1985, Domenico Nuzziello classe 1991 e Antonio Vero classe 1980. Quest’ultimo è accusato anche di aver costretto un paziente e una paziente a subire gravi atti sessuali. "Le palpeggiava le parti intime e Paganini Mariano rideva" si legge nell'ordinanza. “Ehi porco. Porco fetente! Porco fetente, ti faccio vedere io!” la reazione della donna. "Quindi Paganini Mariano le sferrava uno schiaffo" e la donna esclamava: "Ma com'è che tiri mazzate?". Sono molti altri gli episodi di violenza fisica e psicologica perpetrati nei confronti dell'anziana donna, affetta da demenza senile, non vedente e con problemi all'udito.

Sulla vicenda è intervenuta anche la Cgil Puglia: “Occorre che le indagini facciano piena luce su tutti i particolari e sulle responsabilità che vanno perseguite, anche a tutela di tanti altri operatori che svolgono in modo diligente e professionale il proprio compito”, spiega segretario generale, Pino Gesmundo. “Ma c’è una riflessione più generale che attiene a come il servizio pubblico abbia appaltato in tutta la Puglia un pezzo di assistenza che evidentemente non è controllato come si dovrebbe. Quanto accaduto - prosegue Gesmundo - riaccende le luci sulle criticità attinenti al tema degli anziani e delle persone non autosufficienti e, in particolare, sulle strutture che intervengono su patologie gravemente invalidanti e delicate, rispetto a un sistema di accreditamenti e controlli che in tutta la regione deve essere più efficace e stringente in merito alla qualità dei servizi offerti”.

“Tutto questo come detto deve avvenire anche a tutela di tutti quegli operatori e di quelle strutture che operano con grande professionalità.  Allo stesso tempo non può ricadere sui famigliari, costretti a ricorrere a queste strutture, spesso sostenendo costi elevati a causa di una carenza di servizi di assistenza domiciliare che il pubblico dovrebbe garantire, anche l’onere del controllo. C’è stata negli ultimi anni una crescita esponenziale di strutture residenziali che rispondono a un bisogno sociale. Assieme a controlli puntuali va garantita a tutti un’esistenza il più possibile dignitosa e serena, anche a chi non può permettersi di ricorrere a Rsa. Non può essere che un intero pezzo di tutela della salute sia stato completamente appaltato ai privati, e anche su questo vogliamo confrontarci con la Regione Puglia e l’assessore alla Sanità”, conclude.

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Sevizie e violenze nella Rsa degli orrori: chiesta commissione d'inchiesta, "omertà è come aver commesso reati"

FoggiaToday è in caricamento