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Cronaca

Sventato omicidio a Foggia, così 'Il Primitivo' voleva vendicare la morte del cognato Rodolfo Bruno: quattro arresti

Arrestati anche il figlio di Rodolfo Bruno, Antonio Carmine Piscitelli e Giuseppe Ricco. Volevo uccidere un esponente del clan Sinesi-Francavilla il 23 gennaio 2019

Nel Comune di Foggia i militari della Compagnia della Guardia di Finanza hanno dato esecuzione ad una ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di Gianfranco Bruno (alias “il primitivo"), di anni 40; elemento apicale della "società foggiana", affiliato al c.d. “clan Moretti/Pellegrino”; Antonio Bruno 21enne figlio di Rodolfo, elemento apicale della società foggiana", assassinato, con modalità mafiose il 15 novembre scorso, Antonio Carmine Piscitelli 36 anni e Giuseppe Ricco di anni 55, soggetto condannato, tra l'altro, per associazione a delinquere di stampo mafioso in quanto inserito nell'organigramma del sodalizio criminale facente capo al clan camorristico della famiglia Panico e già "braccio destro" del capo clan Francesco operante nell'hinterland vesuviano della provincia di Napoli, ritenuti gravemente indiziati dei reati di tentato omicidio, detenzione e porto di armi, ricettazione. 

Le intercettazioni audio

L'operazione costituisce l'epilogo di una complessa e strutturata attività investigativa condotta dai militari del Nucleo Mobile della Compagnia di Foggia, coordinati da questa Procura della Repubblica. In particolare, le indagini svolte determinavano l'acquisizione di significativi elementi probatori in ordine all'ideazione e tentata esecuzione di un grave fatto di sangue, che sarebbe avvenuto, ad opera di un commando armato, alle prime luci dell'alba del 23 gennaio nell'ambito presumibilmente della guerra tra clan rivali per il controllo delle attività criminali nella città di Foggia. 

In più occasioni i militari – unitamente a personale della Polizia di Stato - attuavano un capillare dispositivo finalizzato ad individuare ed intercettare il commando al fine di scongiurare l'omicidio pianificato. Nel prosieguo dell'azione repressiva, i militari operanti, avuta contezza della dinamica dell'azione criminale che sarebbe stata posta in essere, all'esito di un ininterrotto servizio di osservazione, intervenivano prontamente, bloccando le due autovetture a bordo delle quali erano sorpresi i tre componenti del commando, tra i quali il “killer" che avrebbe materialmente eseguito l'omicidio, pronti a compiere l'agguato. A bordo di una delle due autovetture era rinvenuta una rivoltella marca "SMITH & WESSON” con matricola abrasa, carica con sei cartucce calibro 44 Magnum, pronta all'uso ed i tre soggetti, ritenuti responsabili, venivano arrestati ed associati alla condariale a disposizione della locale Autorità Giudiziaria. 

Lo sviluppo delle attività di indagine intraprese ed eseguite in modo incessante dagli organi inquirenti (Procura della Repubblica e Guardia di Finanza) consentivano di individuare il mandante dell'omicidio pianificato in Gianfranco Bruno alias “il primitivo", elemento di spicco del clan "Moretti/Pellegrino", il quale con l'azione programmata intendeva vendicare il decesso del cognato Rodolfo, colpendo a morte un elemento di spicco del contrapposto clan rivale dei "Sinesi/Francavilla".

Le attività di indagine sinteticamente descritte certificano la risposta rapida ed efficace dello Stato, attività che proseguirà senza sosta, nel solco di un lavoro di squadra proficuo e destinato a generare fiducia nella Cittadinanza.

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