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Cronaca Cerignola

La truffa dei fittizi rapporti lavorativi: i capi, il commercialista, il Caf, il dipendente infedele e gli imprenditori compiacenti

La truffa scoperta dalla Guardia di Finanza del comando provinciale di Foggia, che nell'ambito dell'operazione ribattezzata 'Farmaghosters', ha portato all'esecuzione di venti misure cautelari: 14 soggetti arrestati, dieci trasferiti in carcere e quattro ai domiciliari

Un'associazione collaudata allo scopo di commettere una serie di truffe ai danni dello Stato attraverso l'assunzione di un numero elevato di soggetti stranieri, perlopiù del Marocco, che non prestavano alcuna attività lavorativa ma ricevevano le indennità di natura previdenziale: disoccupazione, assegni familiari e malattia. Tutti formalmente dipendenti di società fittizie.

Questa, in sintesi, la truffa scoperta dalla Guardia di Finanza del comando provinciale di Foggia, che nell'ambito dell'operazione ribattezzata 'Farmaghosters', ha portato all'esecuzione di venti misure cautelari: 14 soggetti arrestati, dieci trasferiti in carcere e quattro ai domiciliari. 

Antonio Da Bellonio e Antonio Reddavide, cerignolani classe 1970 e 1961 sarebbero i promotori e capi dell'associazione. I due avrebbero coordinato le illecite operazioni impartendo direttive ai sodali, definendo compiti e modalità operative. Personalmente avrebbero curato la programmazione e la realizzazione delle operazioni delittuose, risolto ostacoli dovuti alla assenza di idonea documentazione o al successivo blocco delle operazioni. Inoltre, avrebbero stabilito le modalità dei pagamenti e le riscossioni. 

"...con la predisposizione artata di operatività, la simulazione di rapporti commerciali con terzi, l'acquisizione dei documenti, l'indottrinamento dei lavoratori in occasione di ispezioni, condotta posta in essere utilizzando mezzi in comune, individuando le modalità di creazione della società ed i lavoratori da assumere e fornendosi supporto reciproco in caso di bisogno durante la commissione di reati e dividendo, all'esito, quanto ricavato dai reati commessi e con ciò apportando ad ognugno il proprio concreto contributo alla crescita e alla stabilità dell'associazione in modo da renderla stabile e duratura con la consapevolezza e la volontà di farne parte, nonché con la garanzia della buona riuscita delle truffe previdenziali grazie all'intervento nelle singole fasi procedimentali".

Arrestati e indagati: i nomi

Sono stati raggiunti da una misura cautelare in carcere Antonio Da Bellonio, cerignolano classe 1970, il concittadino classe '61 Antonio Reddavide, il poliziotto 49enne del settore investigativo della Squadra Mobile di Foggia, Alessandro Ardone. 

Davide Cacciapaglia cerignolano classe 1976, Taib e Youssed Chtitihi, marocchini classe 1972 e 1983. Il cinquantenne Laheen El Ainouss, Giuseppe Riontino classe 1962 di Zapponeta, Said Oubakent e Mostafa Halloumi Ei, entrambi marocchini classe 1979, Ammar Naas nato in Tunisia nel 1966 e residente nel Potentino.

Agli arresti domiciliari sono finiti il consigliere comunale di Cerignola (sospeso dal Prefetto), nonché esponente del Partito Democratico e funzionario Inps, Celestino Capolongo. Il commercialista di Ordona Michele Pastore, nato ad Orta Nova nel 1962; Michele Lasalvia, cerignolano classe '81 e Giuseppe De Feudis, concittadino 76enne.

Il Gip ha applicato un divieto di dimora a Foggia nei confronti del consigliere comunale e già due volte sindaco di Poggio Imperiale Onorato D'Amato.

Sono quattro, invece, le misure cautelari interdittive del divieto di esercitare attività imprenditoriali ed assumere cariche e partecipazioni sociali per un anno a carico di Rosa Quaranta classe 1976 di Cerignola, Pasquale Occhionero classe 1987 di Cerignola, Michele Di Palma classe 1959 residente a Cerignola e Francesco Gorgoglione classe 1995 residente a Trinitapoli.

L'origine dell'indagine

Il procedimento ha avuto origine dalla segnalazione inoltrata dall'Inps a fronte dell'accertata natura fittizia di 621 rapporti di lavoro denunciati da Antonio De Bellonio quale rappresentante di Agripuglia s.r.l.s. e dai successivi accertamenti effettuati dalla Guardia di Finanza sulle società dell'imprenditore, la cui assistenza amministrativa era stata affidata al commercialista, il consulente fiscale e del lavoro delle società guidata da Da Bellonio, Michele Pastore.

Le prime deduzioni, emerse in sede ispettiva, sono state confermate dall'assoluta genericità, contraddittorietà e inattendibilità delle dichiarazioni rese dai lavoratori, che sarebbero state eterodirette dagli stessi indagati per prepararli alle domande degli ispettori in sede di verifica. 

Il sistema truffaldino

Il reperimento di "manodopera" sarebbe stato garantito dal Caf gestito da Michele Lasalvia e, di fatto, da Antonio Reddavide, "punto di riferimento di persone che vi confluivano, consapevoli dell'offerta di posizioni previdenziali e contributive e della cura delle pratiche volte ad ottenere le indennità" scrive il Gip. 

Un meccanismo frodatorio frutto di un solido vincolo associativo e fasi stabilite: simulazione della operatività delle società, predisposizione di documentazione per la spendita dei rapporti lavorativi, conseguimento mediante mediazione del Caf e pronta risoluzione nel caso di verifiche ispettive o blocco delle elargizioni. 

"E' proprio su questa massiccia disponibilità di risorse umane e su un know-how "assistenziale" e lavorativo, nonché di specifica esperienza criminale nel settore,  che si fonda la struttura organizzativa del sodalizio che ha fornito agli indagati una metodologica di certa produttività e di agevole operatività".

Le quattro società utilizzate dal sodalizio per gli anni 2018-2023 hanno consentito l'assunzione fittizia di 439 soggetti per un importo complessivo di indennità conseguite (disoccupazione agricola, assegni per nucleo familiare, indennità di malattia e maternità), per un importo di più di 1,6 milioni di euro e con una potenziale assunzione scongiurata dai controlli effettuati dagli organi competenti, di 208 lavoratori nel 2023 e la possibilità sfumata di percepire 771mila euro.

Il Gip dedica un capitolo alla spendita dei fittizi rapporti lavorativi, evidenziando, in premessa, come l'attività tecnica abbia consentito di ricostruire il sistema predisposto dagli indagati per il conseguimento delle elargizioni assistenziali, confermando gli esiti dei controlli ispettivi effettuati dall'Inps nei confronti delle società verificate. A tal fine è stato necessario ricorrere anche ad altre società, formalmente non riconducibili agli indagati, sia per eludere gli impedimenti derivanti dai controlli ispettivi, sia per moltiplicare i centri datoriali e, conseguentemente, disporre di più posizioni lavorative

Antonio Da Bellonio

Gli elementi acquisiti a suo carico sarebbero "innumerevoli". Nonostante l'attenzione prestata all'Inps nei confronti delle sue società con il disconoscimento dei rapporti lavorativi, attività che ha dato origine al provvedimento, l'indagato avrebbe proseguito nella sua illecita azione, aggirando il problema, avvalendosi di società intestate a terzi, costituite o rese attive proprio a seguito della sopravvenuta inutilizzabilità delle società ispezionate.

Secondo quanto si legge nelle carte dell'inchiesta, "è lui ad intrattenere costanti rapporti con Pasquale Occhionero, di cui spende la firma, le carte, le utenze, la disponibilità lavorativa e che remunera debitamente. E' lui a curare gli adempimenti per l'invio delle denunce lavorative e a stabilire, unitamente a Reddavide, i prezzi per i servizi offerti dall'associazione e a reperire i privati interessati alla denuncia di rapporti fittizi".

Sarebbe quindi Antonio Da Bellonio ad aver curato la predisposizione della documentazione utile per instaurare dei rapporti lavorativi con Pastore, e ad aver creato le triangolazioni commerciali per l'operatività delle società.

Antonio Reddavide

Il Gip evidenzia come Antonio Reddavide si auto riconosca un ruolo direttivo nel contesto illecito oggetto di indagine, ammettendo durante una conversazione come il suo intervento nel sistema avviato da Da Bellonio avesse garantito efficacia e certezza del profitto grazie a una sistematica attività tanto di avvio delle pratiche quanto di riscossione del dovuto.

"...E tu mo' vedi quell'amico mio, a Da Bellonio, le aziende quello quell'altro, fino a quando non mi mettevo io insieme, a quello non l'ha pagato mai nessuno...quando mi sono messo io si è ripreso...che sono due anni...perché a me lo sanno che mi devono pagare per forza, perché io lavoro, io rispetto e a me mi devono pagare quello che mi spetta stop...Quando vado io...buongiorno i soldi li hai preparati...allora incomincio a gridare io e dopo due minuti escono i soldi hai capito...noi ci facciamo rispettare...quello che ci devono fare...noi diamo siamo precisi a dare e siamo precisi quando dobbiamo avere".

Reddavide è considerato intraneo nel Caf di Michele Lasalvia, "che gli permette di garantire una diretta informazione ed una immediata risoluzione di qualsiasi problema che possono incontrare le pratiche pendenti innanzi all'Inps" si legge nelle 500 pagine dell'ordinanza. 

Michele Pastore

Nel team figura anche un commercialista, Michele Pastore classe 1962 residente a Ordona, il quale predisponeva la documentazione commerciale e contabile necessaria per la simulazione della operatività delle società e del fabbisogno di manodopera necessario per la presentazione delle istanze e per l'elusione dei controlli ispettivi. 

"E' proprio tale ruolo professionale, indispensabile per simulare l'operatività delle società, che fa del Pastore un soggetto con un ruolo organizzativo del sodalizio, delle cui sorti e dell'efficacia delle complesse e lucrose operazioni illecite sottostanti, egli si fa costante interlocutore e garante con i capi, forte della ormai duratura e comprovata struttura e dando per assicurata la prospettiva di collaborazione criminosa futura"

L'utilità di Pastore nell'economia associativa è evidente, scrive il Giudice per le Indagini Preliminari: "coadiuva Da Bellonio nella predisposizione di fatture di acconto e fatture di saldo, risultante non corrispondente a rapporti commerciali effettivi e apporta la sua esperienza professionale".

E ancora, "la piena consapevolezza tanto della falsità del fatturato quanto della preordinazione della simulazione in vista della realizzazione dei delitti scopo dell'associazione si desume chiaramente dal tenore delle conversazioni intercettate, in cui si fa espresso riferimento alla natura meramente cartolare delle operazioni, allo strategico incrocio dei dati, alla preordinata finalizzazione del quantum delle operazioni a giustificare il numero dei lavoratori, l'operatività aziendale, la necessità di assunzioni".

E, scrive il Gip, "che il suo apporto non si limiti alla falsificazione della documentazione ma ad un costante apporto alla causa del sodalizio" sarebbe dimostrato dal fatto che Pastore, in occasione dei controlli ispettivi dell'Inps, consiglia di non mandare nessuno a rispondere, in quanto consapevole della impossibilità da parte dei fittizi lavoratori di non rispondere nel modo opportuno e veri terio alle domande".

Michele Lasalvia

Michele Lasalvia, cerignolano classe '81, gestore di un Caf, avrebbe garantito la predisposizione e il buon esito delle pratiche da inoltrare all'Inps, intrattenuto i rapporti con i funzionari dell'ente ispettivo per intervenire in caso di problemi in merito alla spettanza dell'indennità e alla pronta liquidazione delle stesse. 

"...l'attività di indagine ha consentito di accertare come il suo sia stato non un mero assolvimento di compiti professionali, ma una consapevole prestazione per la predisposizione di rapporti fittizi e la garanzia del buon esito delle istanze. Tanto si è desunto dalla gestione affidata direttamente a Reddavide Antonio, che non avrebbe avuto alcun titolo di interlocuzione, in ragione dell'assenza sia di cariche imprenditoriali che di funzioni all'interno del patronato, e dalla continua interlocuzione con Da Bellonio e Capolongo proprio per le istanze presentate dal primo"

L'indagato, quindi, avrebbe avuto un ruolo strategico garantendo il buon risultato dell'inoltro delle istanze presentate da coloro che si sono avvalsi delle prestazioni offerte.

Lungi dal limitarsi all'invio delle domande, avrebbe "consapevolmente curato le istanze con costante confronto con Reddavide e Da Bellonio e sollecitazione perpetua di Capolongo. Fin dal 2021 è lui stesso ad essersi occupato della trasmissione delle istanze di disoccupazione agricola, malattia e maternità della società di Da Bellonio".

Celestino Capolongo

L'esponente del Partito Democratico sospeso dal Prefetto dalla carica di consigliere comunale di Cerignola avrebbe fornito costantemente e indebitamente informazioni sull'iter procedimentale delle indennità previdenziali, garantendo la risoluzione e l'immediata liquidazione su richiesta degli altri membri del sodalizio.

Celestino Capolongo, finito agli arresti domiciliari, è parso quale figura dirimente per il controllo, l'intervento e la risoluzione per il buon esito delle istanze di interesse del sodalizio, "nella piena consapevolezza di star garantendo non già una superficiale facilitazione, ma un costante e sempre pronto ausilio in violazione dei suoi doveri pubblicistici per tutte le istanze indebitamente remunerate per rapporti fittizi denunciati dal sodalizio" evidenzia il Gip. 

Gli era stata affidato la liquidazione delle indennità assistenziali, "tanto in ragione proprio del ruolo da questi ricoperto all'interno dell'Inps, con impossibilità di essere surrogato da chiunque altro, e nella piena consapevolezza del proprio apporto causale al programma del sodalizio".

Pasquale Perchinunno

"Completa e indifferenziata disponibilità di soggetti che interventono alla 'bisogna' per fornire uno schermo agli scopi illeciti del sodalizio". E' quanto emerge dalle indagini in relazione a Pasquale Perchinunno e Pasquale Occhonero, "che si presentano come partecipi all'associazione di cui conoscono il programma delittuoso e contribuiscono alla sua realizzazione secondo le direttive di Da Bellonio.

Perchinunno, sin dalle prime intercettazioni, si sarebbe dimostrato partecipe del sistema associativo, consapevole dei canali di investimento illecito, integrato nel meccanismo (di cui è diretto beneficiario), pronto ad intervenire per ogni difficoltà. La sua generalizzata disponibilità avrebbe garantito all'associazione una costante risorsa pronta all'utilizzo per la risoluzione di qualsiasi difficoltà operativa. Egli avrebbe inoltre ricevuta una utilità diretta consistita nel riconoscimento di giornate agricole non spettanti nei suoi confronti e nei confronti del suo nucleo familiare. 

Pasquale Occhionero

Il suo ruolo di partecipe - scrive il Gip ù è dato dalla consapevolezza dell'uso della sua rappresentanza legale non giù come generica schermatura, ma come consapevole disponibilità per la realizzazione delle truffe assistenziali. In occasione di un controllo ispettivo presso la sua ditta, Occhionero si rivolge a Da Bellonio, seguendo le direttive circa la condotta da tenere per evitare conseguenze in termini di annullamento dei rapporti lavorativi. "Pertatno, oltrei ai lavoratori, a dover essere istriuito da Da Bellonio sulle risposte che dovrà fornire agli ispettori Inps è lo stesso Occhionero, pur essendo lui il titolare fornale dell'attività, a dimostrazione della assoluta ignoranza da parte sua dei meccanismi di funzionamento della ditta"

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