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Cronaca Manfredonia / Borgo Mezzanone

Angelo Riccardi sbotta sul Cara di Borgo Mezzanone: "Scoperto il segreto di Pulcinella"

Per il sindaco di Manfredonia non servono ulteriori ispezioni su realtà denunciate e note da tempo: “Lo Stato dia risposte convincenti su come risolvere, in maniera seria, efficace e duratura, la problematica dei ghetti di Capitanata”

E’ tornato prepotentemente d’interesse la questione che riguarda i cosiddetti ‘ghetti’ presenti in Capitanata: prima un’inchiesta de L’Espresso, principalmente sul ghetto di Rignano Garganico, e poi alcuni articoli pubblicati su Repubblica, sul Cara di Borgo Mezzanone.

“Articoli che pare abbiano fatto risvegliare gli organi statali dal letargico torpore che li obnubilava”, spiega il sindaco del centro sipontino, Angelo Riccardi. “Il ‘pare’ è cautamente d’obbligo, visto quanto dichiarato dal ministro dell’Interno, Angelino Alfano che ha dichiarato di aver istituito una task force per un check up straordinario di tutte le strutture di accoglienza sul territorio”.

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“Lo stupore di taluni – commenta Riccardi - è del tutto fuori luogo, visto che si tratta di una questione annosa. C’è, infatti, chi si meraviglia e non si comprende per cosa, dal momento che queste vicende sono state narrate decine di volte, nelle più svariate maniere e nei più differenti contesti. Piuttosto che vergognarsi e gridare allo scandalo sulla maniera con cui le istituzioni locali cercano di fronteggiare un’autentica emergenza, bisognerebbe interrogarsi e dare risposte convincenti su come risolvere, in maniera seria, efficace e duratura, la problematica”.

“La vicenda dei ghetti – continua il sindaco - è seria, non è nata oggi e ce la trasciniamo dietro da anni. Serve, oltretutto, aggiungere che la politica non se ne sta occupando e che in questa vicenda vi è tutto e il contrario di tutto. Mi spiego. Qui non si tratta più di sviluppare concetti quali quello dell’accoglienza, della qualità dei servizi e di come essi possono venire erogati, ma si è andati oltre, sconfinando anche nell’ambito della mera illegalità. In questi ghetti vi sono criminali acclarati, c’è gente che ruba il rame, che spaccia, che compie atti delinquenziali. E’ come il segreto di Pulcinella, cioè noto a tutti! Così come è noto a tutti che queste stesse persone vengono sfruttate nel corso delle varie stagioni di raccolta”.

Allora si chiede Riccardi, “A cosa servono le ispezioni? “E’ chiaro, risaputo, noto e arcinoto, ciò che accade al centro di accoglienza di Borgo Mezzanone”. Un affondo, quello del sindaco, che non resta di sterile dissenso, bensì sottintende idee e proposte chiare, perché maturate con la necessaria cognizione di causa. “Gli enti locali non sono in grado di sostenere gli sforzi economici necessari; occorrerebbe, invece, che lo Stato – il pensiero di Riccardi – predisponesse strumenti efficaci per affrontare una simile problematica. Non si può continuare a voltare lo sguardo dall’altra parte o a buttarla sempre addosso agli altri, con il classico gioco dello scaricabarile, né il Comune può continuare a mettere le pezze per le mancanze altrui”.

Il ministro Alfano, inoltre, ha tenuto a specificare che, già nel passato, la prefettura di Foggia ha chiesto al gestore del centro un potenziamento del personale e dei servizi di gestione. Anche su questo tema Riccardi non manca di dire pane al pane e vino al vino, come suo solito. “Tornando  allo sfruttamento riguardo gli ospiti della struttura, è il caso che si tenga altresì presente lo sfruttamento di chi gestisce questi centri. Chiamiamolo così, perché è giusto chiamarlo così: sfruttamento. Vi è, infatti, un associazionismo diffuso che fa la sua parte – precisa il sindaco - e la fa in maniera tanto meritoria quanto lodevole, ma c’è anche il contraltare, rappresentato da chi approfitta della situazione, e penso ad alcuni spregevoli esempi di cooperativismo, portando avanti un unico interesse: il proprio profitto personale”.

Borgo Mezzanone stimola ulteriori riflessioni da parte di Angelo Riccardi, che ripercorre  tutti gli sforzi profusi in solitaria, come i contatti intrapresi tempo fa con l’ambasciata bulgara a Roma per cercare una soluzione condivisa per quanti ormai sono diventati stanziali in quel lembo di terra, mentre ora sente, avverte e vede, una sinergia che potrebbe condurre a risultati importanti. E il condizionale resta d’obbligo. “Sottolineo che per la prima volta, ripeto ‘per la prima volta’, un presidente della nostra Regione, Michele Emiliano, e il prefetto di Foggia, quindi una rappresentante dello Stato, Maria Tirone, si stanno facendo carico dell’emergenza, cercando di risolverla. E’ la prima volta che ci si siede ad un tavolo istituzionale per analizzare la situazione dei ghetti in Capitanata, oltre i limiti della decenza, non solo dal punto di vista igienico e sanitario".

"Noi amministratori e istituzioni locali – prosegue Riccardi - ce ne stiamo occupando, ma le istituzioni statali dove erano e dove stanno? Ci sono campi pieni di questa gente che lavora, vi è una situazione che le recenti inchieste giornalistiche hanno riportato sotto la luce dei riflettori, ma che noi lamentiamo da anni, e di quali azioni si parla? Svolgere ispezioni! Assurdo. Io, come uomo delle istituzioni, non mi sottraggo affatto ai miei compiti, ma sia chiaro, ancora una volta, che ognuno deve recitare la propria. Ognuno. Iniziando proprio dagli scranni in quel di Roma”.

Angelo Riccardi conclude dicendo la sua anche su Borgo Mezzanone, che “si trova in mezzo ad una serie di ghetti, più o meno legali e autorizzati, ed è l’unico luogo dotato dei servizi essenziali. Una borgata che resta quasi del tutto ignorata e che subisce, quotidianamente, tutte le conseguenze del torpore e dell’immobilismo di chi ritiene più comodo e conveniente nascondere il problema sotto il tappeto, come qualcuno farebbe con la polvere. Succede spesso che guardiamo e ammiriamo l’esempio virtuoso dei cittadini di Lampedusa, città proposta anche per il Nobel per la pace. Non faccio alcun paragone, bensì vorrei accostare alla nota comunità siciliana anche quella, altrettanto ospitale, di Borgo Mezzanone".

"Una comunità – la chiosa del sindaco Angelo Riccardi - alla quale andrebbe riconosciuta la medaglia al valor civile per la splendida solidarietà che la anima, per la maniera del tutto pacifica di convivere con gli ospiti del centro d’accoglienza. Cittadini che si sono fatti carico di una problematica estremamente complicata e che hanno anche subìto, a volte, soprusi da parte dei richiedenti asilo stessi. E, nel frattempo, aspettiamo che lo Stato intervenga con azioni concrete e non con censimenti, task force, check up o altre amenità simili”.

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