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Venerdì, 26 Aprile 2024
Cronaca Chieuti

Agevolazioni per l'impianto di mitilicoltura, c'è l'archiviazione: "Nessuna ipotesi delittuosa può dirsi realizzata"

Richiesta di archiviazione per il procedimento penale nei confronti di Matteo D’Aloia, Diego Iacono e Pietro Vocale, in relazione alla concessione marittima rilasciata nel 2017 dal Comune di Chieuti alla società Lagomare

“Nessuna ipotesi delittuosa può dirsi realizzata nel caso di specie”. Richiesta di archiviazione per il procedimento penale nei confronti di Matteo D’Aloia, Diego Iacono e Pietro Vocale, in relazione alla concessione marittima rilasciata nel 2017 dal Comune di Chieuti alla società Lagomare s.r.l. per svolgere attività di mitilicoltura.

Lo ha stabilito il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Foggia che ha ritenuto la concessione “non riconducibile al paradigma criminoso” ipotizzato dai consiglieri comunali di minoranza nel municipio di Chieuti, in una serie di esposti. “Nessuna violazione della disciplina di settore si rintraccia nell'operato del Comune di Chieuti, nessuna condotta riconducibile al tipo criminoso è allora configurabile”, quanto stabilito.

Nel dettaglio delle singole posizione, come si evince dall’atto, D'Aloia si è limitato ad avanzare la richiesta di un titolo abilitativo alla pubblica amministrazione competente e se lo è visto rilasciare. Non è sufficiente, per configurare il delitto, che il privato si limiti a richiedere una data autorizzazione o concessione, e questa sia adottata: occorre la consapevolezza della antigiuridicità del risultato perseguito e occorre aver raggiunto un previo accordo col pubblico ufficiale per il conseguimento dello stesso”.

“Quanto al sindaco Iacono, egli, in quanto organo politico, non era competente ad adottare atti gestori. E, in effetti, i provvedimenti delle cui illegittimità si dolgono i denuncianti sono stati posti in essere non dal sindaco ma dal funzionario competente. Il sindaco Iacono è estraneo alla vicenda che ci occupa”. “Ma neppure Vocale può essere ritenuto reo di un abuso di ufficio, poiché gli atti da lui posti in essere non hanno violato alcuna norma di legge o di regolamento (il che, peraltro, escluderebbe la configurabilità del delitto rispetto agli altri due indagati pure se, al loro riguardo, non si condividessero le considerazioni sopra svolte)”.

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