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Venerdì, 26 Aprile 2024
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"Non buttateci in mezzo a una strada". La rabbia delle donne sfrattate: "Sindaco, la tua indifferenza ci uccide"

Protesta silenziosa oggi davanti al Comune di Foggia delle donne che hanno lasciato parlare i cartelli: "Giù le mani dalle nostre case". Entro novembre dovranno liberare gli alloggi nel centro storico

"Sindaco il tuo silenzio ci sta uccidendo, perché non ci vuoi ricevere?". È uno dei messaggi affissi questa mattina accanto al portone di Palazzo di Città dalle famiglie di via Catalano, vico Solitario e via Ricciardi a Foggia. Sono otto nuclei familiari sfrattati da altrettanti pianterreni nel centro storico, alle spalle del municipio. Dovranno liberare gli alloggi entro novembre. Il Comune rivuole indietro i locali dopo oltre 20 anni.

"A Foggia oltre il Covid ci uccide l'indifferenza del sindaco Landella", si legge su un altro cartello. "Contro sgomberi e sfratti casa per tutti. Famiglie dimenticate. Landella la casa è un diritto. Sindaco basta, giù le mani dalle nostre case". Così hanno sintetizzato la loro disperazione. Tra loro c'è una donna sulla sedia a rotelle, che abita lì da quasi 30 anni. Nelle abitazioni ci sono bambini, una donna incinta e invalidi. Pagano regolarmente le tasse, i locali non presentano problemi di agibilità, ma sarebbero già destinati ad un progetto e al Comune servono liberi. Da giorni le famiglie inseguono il primo cittadino, ma finora ogni tentativo di aver un colloquio con lui è stato vano, anche per i concomitanti impegni istituzionali. È stata una protesta silenziosa. Poi sono tornate nel vicino dedalo di vicoli.

Il decreto di rilascio dell'alloggio, la cui notifica, peraltro, comporta per il soggetto che ne è destinatario l'esclusione dalla assegnazione degli alloggi di edilizia residenziale pubblica, non è ancora arrivato, ma la diffida, atto propedeutico, sì. È partita il 21 settembre e intimava di liberare l'alloggio entro 15 giorni. "Lei occupa senza titolo il locale comunale", si legge nell'atto firmato dal dirigente Carlo Dicesare. Da allora vivono con l'incubo dello sgombero coatto. "Non buttateci in mezzo a una strada", vanno ripetendo.

Le mamme si erano rivolte a Giulia Frascolla, leader della protesta delle famiglie che vivono nei container e, più in generale, della lotta per il diritto alla casa a Foggia, città sfregiata dall'emergenza abitativa. Proprio in queste ore il campo di via San Severo è tornato prepotentemente alla ribalta nazionale con la trasmissione di Rai 1 Storie Italiane che da due anni segue il caso e potrebbe presto occuparsi anche delle famiglie sfrattate nel centro storico.

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