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Lo strano caso del centro antiviolenza "chiuso"

Lo strano caso del Cav di Lucera: tutta colpa di una rendicontazione. Ma a marzo scade la convenzione. L'assessore Maria Barbaro scagiona tecnostruttura e Coordinamento Istituzionale: "La convenzione è stata fatta, nessuna mancanza dei sindaci dell'Ambito Territoriale Appennino Dauno Settentrionale"

Un difetto di comunicazione ha innescato il cortocircuito: una rendicontazione ha mandato in tilt il servizio del Centro Antiviolenza di Lucera. L'Osservatorio Giulia e Rossella Centro Antiviolenza Onlus che gestisce il Cav di via Trento 2, nell'ex Inam, ha sospeso le attività a causa della mancata liquidazione del saldo del Programma Antiviolenza "Sara...Sarà 2".

Il caso era stato sollevato dall'associazione di volontariato Viola Dauna, che attraverso una nota stampa aveva sollecitato l'intervento delle autorità competenti auspicando una rapida riapertura del presidio per la difesa e la tutela delle donne e dei bambini vittime di violenza.

Il Comune di Lucera, ente capofila dell’Ambito Territoriale Appennino Dauno Settentrionale che ha inserito il Cav e il relativo progetto finanziato dalla Regione Puglia nel Piano Sociale di Zona, scagiona la tecnostruttura e il coordinamento Istituzionale. "Il Cav ha stipulato una convenzione con l'Ambito Territoriale, a far data da ottobre 2018, della durata di 18 mesi, motivo per cui dovrebbe continuare le attività - spiega l'assessore alle Politiche Sociali del Comune di Lucera Maria Barbaro - Il progetto prevedeva il pagamento di due tranche da circa 20mila euro. La regione eroga i fondi e l'Ambito li gira a sua volta al soggetto convenzionato che in questo caso è l'Osservatorio Giulia e Rossella. La prima tranche è stata erogata, nel momento in cui dovevamo erogare la seconda rata, la Regione ha chiesto al Responsabile Unico del Procedimento la rendicontazione delle somme già erogate. Il problema è stato questo: la rendicontazione non è mai arrivata, se non il 3 febbraio, e il Rup lo ha messo nero su bianco in una relazione formale. Senza questo documento, pur volendo, non poteva procedere alla liquidazione. A causa di questa mancata erogazione, il soggetto convenzionato ha stabilito la chiusura, che non è mai stata comunicata ufficialmente all'Ambito ma che abbiamo appreso dalla stampa".

L'Osservatorio Giulia e Rossella rischia, così, di passare dalla parte del torto e di risultare addirittura inadempiente a sentire l'assessore Maria Barbaro, che riferisce con precisione tutte le fasi della complicata vicenda. La rendicontazione è pervenuta ma risulterebbe ancora incompleta. Nulla di insanabile, fa sapere l'assessore che ne ha preso atto martedì. "Ovviamente spettava al soggetto attuatore, cioè l'Osservatorio Giulia e Rossella, perché si tratta di rendicontare come sono stati spesi questi fondi. È un'attività che un Rup dell'Ambito non può fare. Ci tengo a precisare che dal punto di vista amministrativo e da parte dei sindaci di tutti i comuni del Coordinamento Istituzionale non c'è stata alcuna mancanza, perché la convenzione è stata fatta".

L'Ambito Territoriale Appennino Dauno Settentrionale comprende i comuni di Alberona, Biccari, Carlantino, Casalnuovo Monterotaro, Casalvecchio di Puglia, Castelnuovo della Daunia, Celenza Valfortore, Lucera, Motta Montecorvino, Pietramontecorvino, Roseto Valfortore, San Marco la Catola, Voturara Appula e Volturino. Il Rup è Angelo Capozio, il responsabile dell’Ufficio di Piano è il dirigente del Settore Programmazione Economica e Finanziaria del Comune di Lucera Raffaele Cardillo.

L'indagine interna avrebbe accertato che la responsabilità non è la loro ma del mancato deposito della rendicontazione, che hanno dimostrato di aver più volte chiesto in passato. Dal canto suo, il soggetto gestore sosteneva di aver inviato con apposita comunicazione il documento contabile. "Se un problema c'è stato - evidenzia l'assessore Barbaro - è assolutamente di carattere burocratico".

Non appena saranno fornite le integrazioni richieste e la documentazione sarà completa, saranno sbloccati i fondi, già disponibili. Il Rup avrebbe già trovato la quadra. Nelle prossime ore riferirà proprio all'assessore in un incontro. Il Cav riaprirà, ma non è dato sapere quando. "Non credo abbiano intenzione di chiudere e non adempiere alla convenzione. Penso piuttosto che la loro sia stata un'azione dimostrativa, mal sopportando il ritardo nel pagamento". 

In tempi rapidi la vertenza dovrebbe avviarsi ad una risoluzione ma dietro l'angolo c'è la scadenza della convenzione. "Il Coordinamento Istituzionale, da sempre sensibile al tema del contrasto della violenza di genere, ha già approvato una delibera che prevede un ulteriore stanziamento in favore del CAV di 16mila euro per prolungare il servizio - annuncia l'assessore alle Politiche Sociali del Comune di Lucera - Resta in capo al Responsabile di Piano la scelta di predisporre un bando o prorogare il servizio tramite un affidamento diretto all'Osservatorio. Come amministrazione, non entreremo però nel merito di decisioni gestionali".

L'assessore Barbaro spende parole di apprezzamento per l'attività fin qui svolta dall'Osservatorio: ha fatto un buon lavoro e al suo interno sono presenti valide professioniste. Ora è corsa contro il tempo per scongiurare una nuova interruzione del servizio. "Ho protocollato una comunicazione al Responsabile del Piano di Zona che poi la trasferirà al Rup per sollecitare la predisposizione di tutti gli atti per l'affidamento di determinati servizi tra cui il CAV. Il vero problema è questo: nel caso sia necessario predisporre il bando, solleciteremo il Responsabile e speriamo che sia assicurata la continuità del servizio. Per garantirla, auspico che sia ancora l'Osservatorio ad occuparsene. Con un affidamento diretto - conclude l'assessore Barbaro - sarebbe tutto più veloce. Lo dico nell'interesse delle donne che usufruiscono del servizio, dobbiamo fare tutti un passo indietro e cercare di tutelare loro, al di là delle incomprensioni".

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