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Lino Campagna, l'ideatore di Argos Hippium che da 30 anni riporta a casa i talenti foggiani: "Lo meritano"

Ideatore del prestigioso premio, racconta a cuore aperto i 30 anni dell'Argos Hippium

Michele Campagna ricorda perfettamente tutto: i volti, le emozioni, le lacrime, le pacche sulle spalle, le speranze, le certezze. Ma soprattutto le storie. Quelle “piccole storie che fanno grande il nostro territorio”. Sì, perché Lino (è così che tutti lo chiamano affettuosamente) è il premio Argos Hippium. Un premio al talento e all'impegno di chi in Italia e nel mondo si è fatto strada senza mai dimenticare le proprie radici. Un premio che dà voce a donne e uomini, a storie umane e professionali di chi valorizza, anche da lontano, la Daunia, una terra troppo spesso martoriata da fatti di cronaca che ne offuscano bellezza e positività. Un premio che quest’anno compie 30 anni: “un’emozione incredibile questo traguardo”, ci confessa.

Un premio che non è nato per caso e che non è legato ad aneddoti simpatici o bizzarri che tirano in ballo somiglianze con lo zio, ma che più semplicemente viene dal cuore. “Non dimenticherò mai quel giorno. Erano le 8.25 ed ero sul primo binario della stazione (di Foggia, ndr) a guardare un lungo serpente d’acciaio che stava per partire e portare via una sofferenza accompagnata alla speranza di trovare un futuro altrove. Ed è stato allora che ho pensato che chi andava via meritasse di essere riaccolto a braccia aperte come vincitore”.

Accadeva 30 anni fa e Lino Campagna, che in questa idea ci credeva, dopo tanti sforzi e qualche porta sbattuta in faccia, il 4 settembre del 1993 era allo Sporting Club di Siponto a premiare ‘i figli della Daunia’ andati via. Da allora sono stati in tantissimi a ricevere il premio raffigurante una Stele Dauna stilizzata realizzata dapprima dal Maestro Silvano Foglio, poi dal creative designer Gianluca Di Santo. E tantissimi sono stati gli sforzi messi in campo ogni volta, per ogni edizione, per un premio che può fare affidamento solo sulle proprie gambe e su quelle dei privati che decidono di sposare la causa. E sull’amore e il supporto della stessa famiglia di Lino, con la figlia Marzia in prima linea.

Dopo tre decenni, però, la stanchezza comincia a farsi sentire, e fa capolino il pensiero di ‘andare in pensione’. Ma il tutto dura poco: “perché poi ti ritrovi a parlare con uno scienziato che contemporaneamente riceverà un prestigioso premio a New York e che ti dice che, invece, verrà a ritirare l’Argos Hippium perché è un riconoscimento della sua terra”.

E allora come fai a smettere? Semplicemente non lo fai. E lavori già all’edizione dell’anno prossimo.

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