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Lunedì, 29 Aprile 2024
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A Luigi Ianzano, poeta della lingua dialettale va il premio "Segno di Speranza 2024"

Il premio viene assegnato in occasione della festa patronale di San Marco evangelista, patrono della città di San Marco in Lamis

Il premio “Segno di Speranza” 2024 è stato conferito al prof. Luigi Ianzano, poeta di rilievo della lingua dialettale. Il premio viene assegnato in occasione della festa patronale di San Marco evangelista, patrono della città di San Marco in Lamis.

Il premio “Segno di Speranza” è un attestato di riconoscenza ai cittadini residenti e alle realtà che vivono nella città che con la loro opera contribuiscono a rinsaldare le comuni radici di appartenenza. Il premio è anche l’occasione per riflettere sul contributo di ognuno per la crescita morale e civile della cittadina. Ogni anno il Comitato Festa individua l’ambito in cui bisogna premiare i cittadini che con la loro opera, silenziosa e nascosta al grande pubblico, tessano legami e alleanze positive per tutta la città.

Il prof. Ianzano compare tra le dieci Voci di Puglia dell’antologia Poesia dialettale oggi edita dall’antica prestigiosa editrice Carabba. Di lui hanno scritto, tra gli altri, Manuel Cohen, Francesca Del Moro, Diego De Silva, Francesco Granatiero, Vincenzo Luciani, Sergio Pasquandrea, Paolo Polvani, Joseph Tusiani. Suoi lavori compaiono in riviste quali 'incroci' di Angiuli-Nigro-Pegorari di Bari, in 'Studi medievali e moderni' dell’Università di Chieti-Pescara, negli 'Annali' dell’Università del Molise.

Luigi Ianzano ha preso ad assecondare la lingua madre, che egli definisce 'di primo latte', il dialetto garganico, con fare incisivo e rigoroso, coinvolgente e penetrante. Ricordiamo la laude Come ce mbizza la cèreva, un’ode di 360 endecasillabi in quinta rima; la silloge Fòchera mbétte mestecate, commovente mosaico di versi di poeti sammarchesi sulla Passione; e l’ultimo volume, edito dalla Pietre Vive di Locorotondo, Allu nghianà, perla di saggezza che sta raccogliendo il favore della critica e dei lettori più accorti.

Grazie a Luigi Ianzano – che Joseph Tusiani, quest’anno ricordiamo i cento anni dalla nascita, ha definito "il più grande scopritore d’ogni risorsa letteraria insita nel nostro parlare atavico" – la lingua materna supera oggi i confini del territorio e dei contesti d’uso quotidiano. Svincolato dalle tipiche spinte nostalgico-bozzettistiche, il dialetto sammarchese si fa degno ed efficace veicolo di emozioni universali, con forme, significati e suoni comprensibili da uomini di ogni tempo e ogni dove, nella scia della coeva corrente neodialettale.

Il premio sarà assegnato nella seconda serata della Festa Patronale, il 23 aprile alle ore 20.00 in Piazza Oberdan a San Marco in Lamis. Alla serata parteciperanno gli artisti Ciro Iannacone che ha fatto della tradizione della lingua dialettale una via anche canora e il giovane rapper Baka che sta contaminando con la lingua dialettale nuove composizioni di musica rap.

Profilo biografico | Luigi Ianzano (1975) è docente specializzato nelle Superiori. Ha una formazione classica, giuridica, pedagogica. Sposato con Angela, è papà di Grazia, Sebastiano e Giovanni. La sua esperienza corre lungo solidi assi portanti: la fede, la famiglia, il servizio, l’arte, coniugati in un impegno considerevole e in creazioni di pregio. È francescano secolare: professa la Regola scaturita dal cuore di Francesco per i laici. Le sue scelte di vita, tutta la sua persona, profumano di minorità. A San Marco ha iniziato la GiFra negli anni Novanta, portando nuova linfa ed entusiasmo tra i giovani. Ha perseguito, con coraggio e lungimiranza, l’obiettivo della fusione canonica delle Fraternità OFS esistenti in paese: preziosa testimonianza di costruzione di unità. Per molti anni Ministro (cioè servo), Presidente regionale GiFra, Consigliere OFS di Puglia con servizio nella formazione, segreteria e comunicazione. Nel 2011 ha promosso La Putèca, l’officina letteraria tesa alla valorizzazione della cultura linguistica locale attraverso l’incontro e la condivisione fra autori nel campo delle lettere, della musica e del teatro, col motto «Ammisccàmece», dal chiaro sapore serafico, contrario a un più presuntuoso «Nón ge ammisccame!» tipico di tanti ambienti culturali. Ne è stato coordinatore per i primi cinque anni. Per approfondirne la figura, su luigiianzano.it bibliografia completa, produzione e contributi, critica e risonanze.

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