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Venerdì, 26 Aprile 2024
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“Mirandolina” conquista anche il ‘Fuoco’: successo dell’adattamento della Locandiera

Ha registrato il tutto esaurito lo spettacolo tratto dalla Locandiera di Carlo Goldoni, allestito dalla compagnia de 'Gli allegri ostinati', diretta dal regista Raffaele Manna

Venerdì 27 Gennaio, tutto esaurito al Teatro del Fuoco per “Mirandolina e i suoi spasimanti”, libero adattamento della Locandiera di Carlo Goldoni allestito e rappresentato, con il patrocinio dell’Amministrazione Provinciale, dalla compagnia de “Gli allegri ostinati”, diretta dal regista Raffaele Manna, che ogni anno, come in questa occasione, offre il suo contributo alla causa benefica della Onlus “Il vangelo della vita”- presidente Dora De Palma, questa sera come sempre nella doppia veste di organizzatrice, e di Africa United - presidente Assane Mar, Associazioni schierate in prima linea nella cooperazione in favore dei paesi in via di sviluppo, e che ultimamente operano sul territorio anche attraverso Calebasse - in via Leone XIII a  Foggia,  centro strategico di scambio interculturale soprattutto dei percorsi della gastronomia e della ristorazione tipiche delle varie etnie che qui si vanno ad incontrare.

A proposito di nobili intenti, durante la presentazione dello spettacolo, curata da Giovanna Greco, è stata ricordata la figura di Alba Mazzeo, peraltro presente sullo stesso palco, nel novembre 2015, a ringraziare il pubblico insieme agli organizzatori in occasione del precedente spettacolo della compagnia. Ad Alba Mazzeo questa città deve molto per le opere meritorie e benefiche in cui si è sempre spesa, donando anche la sua forza agli altri.   

Passando allo spettacolo. L’adattamento teatrale della Locandiera a cui abbiamo assistito ha inteso sfuggire alle letture tradizionali dell’opera più rappresentata ed anche “abusata” di Goldoni, con un allestimento che nulla ha a che fare con le classiche “Locandiere”.

E si assiste ad una girandola serrata di scene, una cavalcata frenetica di ritmi e situazioni come quelli di solito declinati dalla Commedia dell’arte. Gli attori in campo trattengono il respiro in più, la pausa in più, nella “vertigine” di questa Mirandolina, e diventano di volta in volta marionette, arlecchini, saltimbanchi, vere maschere comiche, con una punta di grottesco. Un addestramento mimico-vocale, quasi acrobatico, per definire, in un’ora e un quarto di spettacolo, i contorni di quadri dai colori forti che ripartono in questo cammino dalle toppe smaglianti e variegate dell’ ’Arlecchino’. Una giocosità intensa! Un’aria vorticosa!

La vis dirompente e burlesca della commedia dell’arte intrisa di una forte componente culturale! Dove attrici e attori, maschere femminili e maschili si sfumano e si confondono per rendere tutto, se possibile, sempre più falso. Partono applausi anche a scena aperta, ma a volte quasi inibiti dal timore di un pubblico, attentissimo, di perdere qualche parola, qualche dettaglio.

Una regia importante quella di Raffaele Manna, che da consumato uomo di teatro, oltre che da raffinato scrittore, ha curato anche l’adattamento teatrale dell’opera.

Cinzia di Gioia diventa una Mirandolina sciolta, naturale, padrona del personaggio e dello spazio, sapientemente impegnata in una locanda che diventa palestra di “libertà” (significato sottolineato dal regista nell’incipit della rappresentazione come desiderio dello stesso autore di dare una spinta, attraverso la sua creatura, all’ istanza di autonomia delle donne, da cui però, visti i tempi, dovette formalmente dissociarsi. Ma oggi, ahimè, non è cambiato molto!).

Michele Cristinziano è un Cavaliere dai tempi teatrali sempre indovinati che insieme all’abilità attoriale rimandano perfettamente tutto lo stordimento e lo stupore di un misogino, così intrappolato nelle raffinate maglie della rete di Mirandolina  da diventarne  una sua buffa vittima.

Vincenzo Cripezzi, vero arlecchino della situazione, dà il meglio di sé nella carambola di uno   sdoppiamento di personaggi che si rincorrono: Goldoni e il servo Fabrizio, che, oltretutto, si esibisce in un dialetto veneto piacevole e credibile.

Michela Quirito tratteggia un Marchese di Forlipopoli con una performance di abilità mimica ed espressiva, di sicurezza e destrezza gestuale, dando vita proprio a quel burattino ridicolo e pusillanime, isterico e patetico disperatamente innamorato di Mirandolina. 

Anna Rita Antonetti dà vita ad un Conte di Albafiorita particolarmente spocchioso e flemmatico, corpulento e arrogante, il parvenu,  il nuovo ricco, e lo fa traducendo la  giostra comica di competizione amorosa con una misura notevole,  una cifra sempre giusta.

Fine spettacolo. Applausi sentiti agli Allegri Ostinati e a tutta l’Organizzazione che ha dato vita all’evento da parte di un pubblico che all’uscita del teatro appariva soddisfatto di esserci stato: di aver goduto di una piece teatrale di ottima fattura e di aver al tempo stesso contribuito alla nobile causa della solidarietà.

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