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Formatori nei centri per l'impiego messi alla porta dopo 20 anni: "Usati e gettati via come stracci"

“Oggi scade l’appalto e per beghe meramente politiche non c’è più la volontà di fare proroghe o trovare altre soluzioni”. I 128 lavoratori sollecitano quindi un impegno della Regione Puglia e inviano una lettera aperta all'assessore al ramo, Sebastiano Leo

Dopo 20 anni di servizio, maturati in virtù di convenzioni prima e in appalto presso i Centri per l’impiego della Regione Puglia poi, 128 formatori dei Cpi vengono messi alla porta: “Usati e gettati via come stracci vecchi”, denunciano i lavoratori che, in premessa ad una lettera aperta all’assessore regionale al ramo, Sebastiano Leo, spiegano: “Oggi scade l’appalto e per beghe meramente politiche non c’è più la volontà di fare proroghe o trovare altre soluzioni come da impegni assunti nei nostri confronti”.

Nella missiva, in buona sostanza, viene stigmatizzata “la condotta di tutti gli attori istituzionali che da decenni gestiscono l’annosa vicenda della categoria, i quali, pur conoscendo il termine ultimo della proroga delle attività fissato per il 28/02/2023 dall’atto dirigenziale n 1098 del 29/12/2022 , non hanno inteso salvaguardare i loro posti di lavoro, né ex ante, né a seguito di tavoli di confronto, con ciò ponendo tante famiglie per strada ed aumentando il tasso di disoccupazione, ciò pur essendo organi istituzionali di una pubblica amministrazione, preposti alla salvaguardia occupazionale”, si legge.

Messi alla porta dopo 20 anni, la rabbia di 128 formatori: "Non sappiamo cosa sarà di noi"

“Infatti, quello che pesa di più è che una giunta di sinistra, proprio con questa categoria di lavoratori, dopo averli usati, possa abbandonare l’idea della salvaguardia dei posti di lavoro e della continuità lavorativa, venendo meno proprio a quei principi cardine sui quali dovrebbe fondare la propria azione politica ed amministrativa. Molti Operatori della Formazione – precisano - hanno operato presso i Cpi della Puglia sin dal 2002, assegnati con convenzioni, giusta D.R. n. 1820 del 11/12/2001, quale supporto tecnico e qualificato, sia per il potenziamento, sia per la funzionalità dei Cpi, attuando azioni di politica attiva del lavoro per garantire il servizio integrato di carattere informativo, di accoglienza, prima informazione, orientamento specialistico, supporto all’inserimento e al reinserimento lavorativo attraverso l’attivazione dei tirocini, nonché di aggiornamento degli operatori dei centri per l’impiego presso l’Arpal Puglia fino al 27/02/2023”.

La loro attività ultra decennale nella Pubblica Amministrazione (Centri per l’impiego) non si è limitata alle azioni rivolte ai percettori di ammortizzatori sociali e ad attività di accoglienza e orientamento al pubblico, svolgendo mansioni di politica attiva, ma si è concretizzata offrendo con professionalità assistenza e consulenza alle aziende e affiancamento e formazione ai nuovi assunti Arpal. “Ironia della sorte, i formatori in servizio ai Cpi, si sono occupati delle altrui crisi aziendali. Oggi i formatori si vedono negare la possibilità di lavorare, condannati a terminare prematuramente il percorso lavorativo, nonostante le promesse e gli impegni assunti sia con gli atti con cui furono assegnati ai Cpi negli anni 2001 e successivi, sia in tempi recenti; nonostante, altresì, la ricognizione della pianta organica del personale effettuata dall’Arpal con nota in data in data 07/02/2023 prot. N. 0011873, in merito al piano di Potenziamento di cui al DGR 912/2021 ed in riscontro ad una richiesta della Regione, dalla quale è emersa la carenza di oltre trecento unità lavorative”.

Secondo i lavoratori, le piante organiche del personale ben consentirebbero il mantenimento in servizio dei formatori ed il mantenimento degli impegni presi con i lavoratori. “Un assessorato alle politiche attive ha il compito di incentivare l’occupazione e non di rendersi complice e/o attore principale di un licenziamento collettivo o di ammortizzatori sociali atipici e quindi poco etici per la categoria dei formatori. In quanto dipendenti di Enti senza scopo di lucro, sorge spontanea una domanda: come e dove saranno reperiti i fondi necessari?”

“Ad infierire ulteriormente sulla dignità già erosa dei formatori ci hanno pensato le richieste di affiancamento per formare i neo assunti ARPAL che, grazie alla generosità disponibilità degli stessi formatori oggi abbandonati a sé stessi, sono stati messi in grado di operare nei vari servizi erogati dai CPI, prima ancora che fossero formati ufficialmente con il completamento dei corsi istituzionali”.

Formatori che “dopo essere stati usati oggi vengono sostituiti e gettati come stracci vecchi”. Pertanto si chiede all’assessore Sebastiano Leo “di mantenere con serietà l’impegno per il prosieguo delle attività svolte dai formatori”, al presidente della Giunta Regionale Michele Emiliano “di intervenire per la continuità lavorativa, senza sospensioni e senza fare ricorso ad ammortizzatori che non trovano alcuna giustificazione” e alla Giunta regionale tutta e alla dottoressa Pellegrini “di affrontare la situazione con celerità e di portare risposte concrete ai lavoratori, vista anche la nota dell’Arpal in data 07/02/2023 prot. N. 0011873”, concludono.

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