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Sabato, 27 Aprile 2024
Economia

In Capitanata oltre una casa su tre è 'disabitata': sui Monti Dauni le percentuali più alte

Come evidenzia il report di Openpolis, basato sul censimento Istat, anche in Capitanata è palese lo spostamento della popolazione verso le zone più centrali dotate di maggiori servizi e opportunità lavorative. Nelle aree interne le abitazioni restano vuote o al massimo utilizzate come seconde case

Circa una abitazione su quattro non è permanentemente occupata in Italia. È il quadro che emerge dall'indagine dalla fondazione Openpolis, basata sull'analisi dei dati Istat relativi al censimento permanente della popolazione e delle abitazioni.

I dati sono relativi al 2021, ma consentono comunque di effettuare una fotografia della situazione generale nonché di quella più dettagliata delle regioni e delle province italiane. Sono in totale 35,3 milioni le abitazioni in Italia: di queste, oltre 9 milioni e mezzo non sono occupate, ovvero oltre il 27%.

Per "abitazioni non occupate" si intende le abitazioni vuote o occupate esclusivamente da persone non dimoranti abitualmente. Questo calcolo è stato effettuato da Istat considerando dati censuari e dati amministrativi presenti nel registro statistico dei luoghi, in particolare nella componente del registro statistico di base degli edifici e delle unità abitative: "È inoltre importante notare che tra le abitazioni non occupate in modo permanente sono incluse non solo le strutture disabitate ma anche le seconde case, aspetto importante soprattutto per le mete turistiche. Si tratta comunque di un indicatore interessante da considerare per valutare gli effetti dello spopolamento e della sovrappopolazione in certe aree del paese", rileva Openpolis. Già a livello nazionale è evidente lo spostamento della popolazione verso le zone più centrali, generalmente più fornite di servizi e opportunità lavorative. 

Situazione che però - come osserva Openpolis - incide su vari aspetti, a partire dalla disponibilità delle abitazioni: "Da un lato infatti nelle zone più attrattive ci si trova di fronte a vere e proprie emergenze abitative, data la scarsità di case disponibili. Dall’altra, nelle aree più distanti dai poli, ci sono strutture non abitate oppure sfruttate come seconde case. Si tratta di temi centrali anche nell’ottica delle amministrazioni: a seconda di quanto le aree sono popolate e del tipo di locazioni presenti, possono predisporre in modo più o meno capillare i servizi, oltre ad ottenere diverse entrate di tipo economico".

Detto in soldoni, la maggiore offerta di servizi e lavoro è inversamente proporzionale alla disponibilità di case. Il tutto, con il contestuale svuotamento delle aree interne e periferiche. Come detto, il 27,2% delle abitazioni in Italia non è occupata.

Nelle regioni del centro (22,3%), nord-est (23,1%) e nord-ovest (26%) la percentuale è inferiore a quella nazionale, mentre tende a salire fino a quasi otto punti percentuali nel sud (32%) e sulle isole (34,9%). A livello regionale, invece, è la Valle d'Aosta a detenere il primato di case non abitate permanentemente (56%), seguita da Molise (44,6%), Calabria (42,2%) e Abruzzo (38,7%). A registrare la percentuale minore invece Emilia-Romagna (21,8%), Lombardia (21,2%) e Lazio (19,5%). Con il suo 30,4% la Puglia è la nona regione in Italia per incidenza di case non occupate, nonché una delle undici regioni con un dato superiore a quello nazionale. In totale sono 699.580 le case vuote su un totale di oltre 1,6 milioni.

Incidenza percentuale abitazioni non occupate

Per quanto riguarda, invece, i comuni, Foppolo (nel Bergamasco) presenta una percentuale quasi bulgara di case non occupate, il 95,1% (pari a 1.790 su 1.883). Campi Bisenzio, in provincia di Firenze, è invece quello con la quota minore (2,7%, 524 su 19.207). Il primato della Valle d'Aosta sintetizza quello che è un andamento nazionale, ovvero l'alta percentuale di case non occupate permanentemente nei comuni della montagna interna. Lo stesso accade nel Foggiano, come vedremo tra poco. 

La provincia di Sondrio è quella con l'indice di non occupazione più elevato (il 56,1%), seguito da Aosta e L'Aquila. La prima provincia del Sud è Isernia, mentre la quota percentuale di case non occupate nella provincia di Foggia si attesta al 34,2%. La Capitanata ha la terza incidenza di case vuote più elevata in Puglia. Peggio, fanno solo Lecce (36%) e Brindisi (34,5). Bari (23,1%) e Bat (27,1%) sono le sole province con un dato inferiore a quello nazionale. 

La situazione non cambia neppure dirottando l'analisi sul territorio di Capitanata. Anche qui, i comuni più grandi - e quindi maggiormente dotati di servizi - sono anche quelli con una percentuale più alta di abitazioni occupate. I grandi centri urbani (Foggia, Cerignola, San Severo, Manfredonia, Lucera, Torremaggiore e San Giovanni Rotondo) figurano tra i primi 15 comuni per percentuale di abitazioni occupate. Tuttavia, non è il capoluogo a essere in cima alla classifica, bensì la vicina Carapelle, dove figurano soltanto 172 case non occupate a fronte delle 2693 totali, per una incidenza di occupazione pari al 93,6%. Segue Ordona con l'85% di abitazioni occupate. Foggia occupa il gradino più basso del podio: su 69.553 case registrate, poco meno di 59mila sono stabilmente occupate, per una percentuale che si avvicina all'85% (84,7%). Ai piedi del podio c'è Stornara, davanti a Orta Nova, Cerignola, San Severo e Lucera. San Giovanni Rotondo (dodicesimo) è il primo comune del Gargano con il 72,6% di case occupate, percentuale di poco superiore a quella fatta registrare da Castelluccio dei Sauri, primo comune dei Monti Dauni (72%). Percentuali elevate anche nei comuni dei Cinque Reali Siti, come Stornara, Orta Nova e Stornarella tutti nella top ten.

Abitazioni occupate in Capitanata_ i primi venti comuni-2

Conseguenza quasi logica di questi dati è la presenza di bassissime percentuali di occupazione nei piccoli centri della Capitanata, in particolare quelli dei Monti Dauni: ben quindici figurano nelle ultime venti posizioni. Il primato di case non occupate in rapporto a quelle presenti spetta a Faeto dove soltanto 307 abitazioni su 1544 non risultano vuote. Seguono Panni e Rodi Garganico. Nelle ultime posizioni figurano anche due comuni a forte vocazione turistica estiva, come Lesina e Peschici, dato che evidenzia la presenza di unità abitative utilizzate più che altro come seconde case. Ragionamento che si potrebbe estendere anche a molte realtà dei Monti Dauni.

Abitazioni occupate in Capitanata_ gli ultimi venti comuni-2

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