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Partite iva foggiane stremate, il grido di dolore dei commercianti: "Non ce la facciamo più. Fateci riaprire"

La protesta delle partite iva nei pressi della Prefettura. Dopo aver ottenuto dal sindaco Landella la riduzione della tari e la concessione del suolo pubblico fino a dicembre, una delegazione è stata ricevuta dal Prefetto. in video call il Governatore Emiliano ha annunciato che chiederà al Governo di garantire le riaperture anche in zona rossa

"Non ce la facciamo più. Vogliamo riaprire come abbiamo fatto l'anno scorso. Dal primo giorno abbiamo fatto ciò richiesto, investendo risorse sulle misure di sicurezza e dimezzando i posti a sedere. Adesso non è giusto continuare a restare chiusi". È il grido lanciato dalle partite iva di Capitanata, contro le chiusure determinate dalla permanenza della Puglia in zona rossa, che hanno manifestato davanti a Palazzo di Città per poi avere un incontro con il Prefetto.

Tra i settori più colpiti ci sono le fiere, ormai chiuse da 14 mesi: "Siamo uno dei pochi settori fermi. Tutto ciò è assurdo, molte delle aziende che operano solo in questo tipo di attività sono al collasso", l'allarme lanciato da Carlo Simone, presidente regionale dell'Associazione Fieristi italiani (Afi). 

"Ci auguriamo di uscire dal tunnel. Se ci guardiamo intorno, dalle piazze ai mezzi pubblici, ci sono assembramenti ovunque. Noi piccole categorie abbiamo il diritto di riaprire", ha dichiarato l'estetista oncologica Loreta Ricotta. 

Intanto, il sindaco di Foggia ha garantito la riduzione immediata della tari e l'occupazione del suolo pubblico fino al prossimo dicembre. Successivamente, una delegazione delle partite Iva è stata ricevuta dal Prefetto. Alla riunione ha partecipato, in videoconferenza, anche il presidente della Regione Emiliano, il quale si è impegnato a presentare una istanza al Governo affinché conceda l'apertura anche in zona rossa a partire dal 26 aprile.

Nei prossimi giorni verrà, inoltre, presentata una istanza con due proposte: voucher per i dipendenti nei primi mesi post riapertura, e concessione dei ristori anche per chi non è in regola con il durc (documento unico di regolarità contributiva).

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