rotate-mobile
Lunedì, 29 Aprile 2024
Economia

Boom di rincari su alimenti e trasporti: aumenta anche il prezzo del pane

Trombini aveva chiesto di attivare gli organi di vigilanza e l’apertura di un’indagine parlamentare conoscitiva sull’andamento dei prezzi delle farine e delle materie prime per eventuali interventi del Governo di taglio delle tasse e degli oneri di sistema

Chi a settembre aveva profilato un autunno all’insegna dei rincari su alimenti e trasporti, erano stati Assoutenti e Movimento Consumatori. Le due associazioni, intatti, avevano stimato effetti indiretti sui listini al dettaglio per 768 euro l’anno a famiglia, di cui 140 euro solo per gli alimentari e 174 per i trasporti, in aggiunta al rincaro sulle bollette. “I prezzi all’ingrosso delle farine di grano tenero sono in costante aumento mentre quelli delle semole di grano duro hanno registrato un vero e proprio balzo nel mese di luglio con un +6% rispetto a giugno. I dati ci dicono che luglio 2021 rispetto a luglio 2020 ha visto un incremento dei prezzi all’origine del 9,9% per il frumento duro e del 17,7% per il frumento tenero. I fornitori ci avvisano che da metà settembre potremmo vedere aumenti anche a doppia cifra per le farine", aveva denunciato Davide Trombini.

Un allarme che il presidente di Assopanificatori di Fiesa ha confermato e ribadito due settimane fa: “Continuiamo a registrare forti aumenti delle farine. Il prezzo delle farine di frumento tenero segna, a settembre 2021, un incremento del 20% rispetto a settembre 2020; il prezzo delle semole di frumento duro cresce in un anno del 66%. Se mettiamo a confronto il prezzo della prima settimana di ottobre 2021 con quello di ottobre 2020, le farine di frumento tenero arrivano a 511,50 €/T ossia +24% e le semole di frumento duro a 731,70 €/T ossia +81%".

Trombini aveva chiesto di attivare gli organi di vigilanza e l’apertura di un’indagine parlamentare conoscitiva sull’andamento dei prezzi delle farine e delle materie prime per eventuali interventi del Governo di taglio delle tasse e degli oneri di sistema.

Qualche giorno fa Federconsumatori aveva ripreso le preoccupazioni di Fiesa, evidenziando, appunto, l’incredibile rincaro delle farine, che ha raggiunto picchi dell’81%. L’Osservatorio Nazionale Federconsumatori ha confrontato i prezzi di alcuni prodotti alimentari tra marzo di quest’anno (periodo in cui già si registravano alcune tensioni sui costi delle materie prime) e oggi (con ulteriori aumenti dei costi delle materie prime agricole: +22% per il frumento e +79% per l’avena). I rincari che ne emergono sul versante dei prezzi al consumo sono notevoli (mediamente del +15%) e sforano la soglia del 30% nel caso della farina, del pane in cassetta e della pasta integrale. “Alla luce di questi rincari abbiamo inviato una segnalazione all’Agcm invitandola a verificare la sussistenza di ipotesi di cartello sui prezzi dei prodotti alimentari, così come avvenuto nel 2008. “In una fase delicata come quella che il Paese sta attraversando è fondamentale mettere in campo ogni azione di monitoraggio e sanzione affinché il mercato non sia viziato da intollerabili fenomeni speculativi, che andrebbero ad aggravare ulteriormente i già forti rincari in atto, con forti danni alle famiglie e all’intero sistema produttivo”

“Le quotazioni record raggiunte dal grano si trasferiscono a valanga sul carrello della spesa con i prezzi che aumentano di 10 volte dal campo al pane sugli scaffali”. E' l'allarme che lancia la Coldiretti sulla base di un'analisi dalla quale si evidenzia che il prezzo del grano tenero per la panificazione ha raggiunto i valori massimi del decennio a sulla base dei contratti future nei listini del Chicago Bord of Trade (Cbot), il punto di riferimento internazionale per il mercato future delle materie prime agricole. “Un chilo di grano tenero in Italia è venduto a circa 32 centesimi mentre un chilo di pane è acquistato dai cittadini ad un valore medio di 3,2 euro al chilo con un rincaro quindi di dodici volte, tenuto conto che per fare un chilo di pane occorre circa un chilo di grano, dal quale si ottengono 800 grammi di farina da impastare con l'acqua per ottenere un chilo di prodotto finito. Ad incidere sul prezzo finale sono altri costi come dimostra anche l'estrema variabilità dei prezzi del pane lungo la Penisola mentre quelli del grano sono influenzati direttamente dalle quotazioni internazionali”.

E ancora, spiega Coldiretti, “se a Milano una pagnotta da un chilo costa 4,25 euro, a Roma si viaggia sui 2,65 euro mentre a Palermo costa in media 3,07 euro al chilo secondo elaborazioni Coldiretti su dati dell'Osservatorio prezzi del Ministero dello Sviluppo economico a settembre. Peraltro, i prezzi al consumo non sono mai calati negli ultimi anni nonostante la forte variabilità delle quotazioni del grano, che per lungo tempo sono state al di sotto dei costi di produzione. Con il grano sottopagato agli agricoltori negli ultimi 4 anni si è passati da 543.000 ettari di grano tenero coltivati in Italia agli attuali poco meno di 500.000 ettari per una produzione di circa 2,87 milioni di tonnellate con l'aumento della dipendenza dall'estero che ha raggiunto addirittura il 64% del fabbisogno, sul quale ora pesa il calo delle produzioni in Russia e Ucraina per effetto del clima”

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Boom di rincari su alimenti e trasporti: aumenta anche il prezzo del pane

FoggiaToday è in caricamento