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Cronaca Celenza Valfortore

Choc in Puglia, 12enne promessa in sposa dalla madre al fratello del compagno: denuncia fa saltare il piano

La reazione del Garante regionale dei diritti dei minori, Abbaticchio: "E' stata una denuncia a far saltare il piano". L'assessora al Welfare, Barone: "Non possiamo abbassare la guardia"

La Regione Puglia dice no, con forza, ai matrimoni forzati e precoci. La presa di posizione, dura e netta, avviene all’indomani del caso registrato in Salento, dove una ragazzina di soli 12 anni era stata promessa in sposa al fratello del nuovo partner della madre. “Era il 2015 e la Camera dei deputati approvava all’unanimità la mozione contro i matrimoni precoci e/o forzati una pratica che ha radici lontane e nasce da una combinazione di diversi fattori: norme sociali radicate, povertà, diseguaglianza di genere e mancanza di rispetto dei diritti delle minori”, spiega il Garante regionale dei diritti del minore, Ludovico Abbaticchio.

Nel mondo sono più di 700 milioni le giovani donne sposate prima dei 18 anni. Nella sola Nigeria, ad es., secondo i dati Unicef, le spose bambine sono 23 milioni. Le Nazioni Unite parlano di 70.000, vittime ogni anno di lesioni ed emorragie interne. Si tratta di bambine di 8-10 anni. È una tragedia immane che si configura a pieno titolo, come uno stupro combinato, prima che come un matrimonio combinato. Il fenomeno ormai globale, attraversa anche l’Europa e l’Italia, in seguito alle migrazioni.

“In Italia da tempo si lavora per fare in modo che le ragazze e le donne vedano riconosciuti i propri diritti e possano partecipare in prima persona alla vita dei paesi da cui provengono così come a quella dei paesi in cui risiedono”, continua Abbaticchio. “Eppure anche da noi in Puglia una ragazzina di 12 anni era stata promessa in sposa Il futuro marito ha solo 22 anni. A far saltare i programmi una denuncia del padre della piccola che ha interessato la Procura minorile, che a sua volta ha ottenuto dal tribunale la sospensione della potestà genitoriale della madre e l’allontanamento della bambina che ora è affidata ai nonni paterni”.

Accade oggi, nel 2022, sotto i nostri occhi ciechi: “Se non fosse intervenuto il padre, nulla e nessuno avrebbe strappato la bambina dall’orrore. Nessuna denuncia, nessuna interrogazione. Obbligata a restare chiusa in casa e controllata in ogni suo raro spostamento. Per recarsi a fare la spesa girava da tempo con un velo ed era stata ritirata dalla scuola e dalle normali frequentazioni”.

“Come Garante chiedo alle istituzioni e alle famiglie di mantenere alta l’attenzione affinché episodi come questi non accadano più.  Le culture multietniche ormai esistono in Italia e in Puglia, e dobbiamo farcene carico sostenendo i molti giovani di seconda e terza generazione figli di immigrati o di matrimoni ‘misti’ che vivono sulla loro pelle il contrasto dei cambiamenti sociali in Italia con le stesse famiglie di origine e spesso quei contrasti hanno esiti terribili come leggiamo sui giornali”.

Sul punto è intervenuta anche l’assessora al Welfare e alle Politiche di benessere sociale e pari opportunità, Rosa Barone. “Si pensa sempre che i matrimoni forzati siano lontani da noi, ma non è così. Vicende di questo tipo devono essere da monito per far capire l'urgenza di una legge nazionale in materia e per non farci mai abbassare la guardia sulle ‘spose bambine’. Per quello che riguarda la Regione mi confronterò con il garante dei minori Abbaticchio - assicura -  per capire quali iniziative poter intraprendere insieme. Dobbiamo essere uniti e lavorare a più livelli per far sì che simili episodi non si ripetano”.

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