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Domenica, 28 Aprile 2024
Cronaca

Placentino ucciso dopo un litigio: cugino nega ma resta in carcere

Al termine dell’udienza di convalida, il gip del Tribunale di Foggia, Antonio Sicuranza, ha convalidato il fermo operato dai carabinieri, con l’accusa di omicidio volontario aggravato dai futili motivi: L'avvocato Marinelli: "Valuteremo ogni prova"

Resta in carcere Michele Piano, 50enne di San Giovanni Rotondo accusato dell’omicidio del 34enne Michele Placentino, ucciso con almeno due colpi di pistola la sera del 2 febbraio, in un appartamento al secondo piano di una palazzina di via Paolo VI.

All’esito dell’udienza di convalida, tenutasi nel primo pomeriggio di oggi, il gip del Tribunale di Foggia, Antonio Sicuranza, ha ritenuto di convalidare il fermo operato dai carabinieri, con l’accusa di omicidio volontario aggravato dai futili motivi, accogliendo appieno la tesi della pm Miriam Lapalorcia. I motivi della decisione sono condensati in 17 pagine di decreto.

Piano - che attraverso il suo legale, l’avvocato Luigi Marinelli, si è dichiarato innocente ed estraneo ai fatti - si è avvalso della facoltà di non rispondere. “Attendiamo di avere contezza di tutte le prove che vengono citate nel decreto di fermo e di visionare i filmati delle telecamere per capire cosa sia realmente accaduto quella sera”, spiega il legale Marinelli a FoggiaToday. "Attendiamo, inoltre, anche i risultati degli accertamenti tecnici effettuati sulla presunta arma del delitto - una pistola scacciacani modificata clandestina - ritrovata dai militari abbandonata in una siepe".

Vittima e presunto assassino sono cugini. Secondo gli inquirenti il movente del fatto di sangue sarebbe da ricondurre un litigio per questioni passionali: erano almeno cinque le persone che, la sera dello scorso venerdì, si sono incontrate in via Paolo VI, dove vive Piano insieme alla sua compagna. Nel corso della serata, è emerso, la vittima e un’altra persona avrebbero avuto un acceso diverbio, con il primo che accusava il secondo di importunare la moglie.

A quel punto, secondo la tesi di un testimone, si sarebbe intromesso Piano che avrebbe impugnato l’arma e aperto il fuoco; circostanza, questa, negata dal 50enne che nelle ore successive al fatto si è allontanato con la sua auto per raggiungere un’abitazione in campagna.

Una sesta persona, invece, ripresa dalle telecamere della zona allontanarsi a bordo di un’auto bianca, non è stata ancora individuata dai carabinieri.

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