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Venerdì, 26 Aprile 2024
Cronaca

Borgo Tressanti, liquidato ricorso del comune di Cerignola contro inceneritore

Matteo Loguercio del ‘Comitato Contro l'Inceneritore nei pressi di Borgo Tressanti-Cerignola: “Chiederemo conto della mancata possibilità di chiudere un inceneritore rigettato dall’intera cittadinanza”

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di FoggiaToday

Con la striminzita sentenza n. 04507/2013 depositata l’11 novembre scorso, la Seconda Sezione del Consiglio di Stato liquida il Ricorso Straordinario al Presidente della Repubblica avviato dal Comune di Cerignola contro l'inceneritore di rifiuti nei pressi di Borgo Tressanti, ritenendolo inammissibile: al contro interessato (Marcegaglia) non è stato notificato il ricorso (art. 9 DPR 1199/1971).

Il Ricorso suscita anche seri dubbi sulla scadenza dei termini di presentazione, ma su questo la Sezione non ha tutti gli elementi per emettere giudizio. Da notare che la delibera del consiglio comunale nella quale si intraprende l’azione legale contro l’inceneritore risale al 29 settembre 2010; le date di notifica dell’AIA al Comune di Cerignola, su cui vi è indecisione, sono il 7 o il 15 ottobre 2010, ossia, successive alla delibera in questione. I nostri rappresentanti sono stati capaci di far passare i 60gg per il più efficace ricorso al TAR, per poi ridursi al limite (forse superato) dei 120 giorni del più blando Ricorso al Presidente della Repubblica.

È questo l’avvilente epilogo di una battaglia condotta da più parti, che ha comportato un dispendio di energie e denaro pubblico. Ora, rimanendo ostinatamente fra le possibilità di rimedio, occorre stabilire se ricorrono gli estremi per la revocazione di questa sentenza come prescrive l’art 15 del DPR 1199/1971, per giungere a verificare se le tante rimostranze tecnico-ambientali contenute nel Ricorso, siano reali incongruenze amministrative o soltanto lamentele senza logica.

Al sindaco non rimane che stimolare l’avvocato Esposito ad attuare tutti gli accorgimenti necessari per non buttare a mare il tanto lavoro profuso che aveva un unico obiettivo chiudere un impianto dannoso per la salute, l’agricoltura e l’economia locale.

Vorremmo ricordare che per questa battaglia, nata nei primi anni del 2000 per poi sfociare nella contrarietà ufficiale del Comune di Cerignola già dal 2007, ha comportato una spesa di circa 20000 euro. Se tutti questi sforzi verranno vanificati da una così inconcepibile leggerezza, si sappia, chiederemo conto nelle sedi opportune, non soltanto del denaro speso, ma della mancata possibilità di chiudere un inceneritore rigettato dall’intera cittadinanza cerignolana.

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