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Domenica, 28 Aprile 2024
Cronaca

La Puglia zona rossa delle morti sul lavoro

Il tasso di incidenza descrive quali sono le regioni dove si rischia di più, dove ci sono più morti rispetto al numero dei lavoratori. La Puglia è in zona rossa. L'Intervento di Mauro Rossato, Presidente dell’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro Vega Engineering di Mestre.

Nella mappa dell'Osservatorio Sicurezza sul Lavoro Vega Engineering, che rispetto alle morti sul lavoro nei primi nove mesi dell'anno dipinge l'Italia a colori ricalcando i criteri utilizzati per distinguere i differenti livelli di allarme in tempo di pandemia, la Puglia è in zona rossa con la Campania, la Basilicata, l'Umbria, il Molise, l'Abruzzo e la Valle D’Aosta. In zona Arancione troviamo Trentino Alto Adige, Piemonte, Emilia Romagna e Marche. In Zona Gialla Liguria, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Sicilia e Veneto. Zona Bianca per Toscana, Lombardia, Sardegna e Calabria.

"Ce lo ha insegnato la pandemia in questi ultimi due anni. Oltre ai numeri assoluti che contano le vittime del Covid-19, sono le incidenze della mortalità - calcolate sulla popolazione di una regione - a determinare concretamente i parametri dell’emergenza e di conseguenza le risposte del sistema sanitario per arginarla. E lo stesso vale per le morti sul lavoro. I tassi di incidenza degli infortuni mortali, calcolati rispetto alla popolazione lavorativa, sono la base più solida per individuare quali siano le regioni e le province in cui i lavoratori rischiano maggiormente di perdere la vita. Questi dati - ne siamo certi dopo oltre dodici anni di monitoraggio quotidiano dell’emergenza nel nostro Paese - devono essere conosciuti, devono essere posti sotto i riflettori. Perché solo così le regioni potranno (e dovrebbero) adottare piani di prevenzione adeguati alla propria situazione territoriale: dai controlli alle politiche di prevenzione informative e formative" spiega Mauro Rossato.

Il presidente di Vega Engineering aggiunge: "La tragedia delle morti bianche è sicuramente una piaga nazionale che non conosce confini. Ma ci sono aree della Penisola in cui risulta essere indubbiamente più rischioso lavorare. E non è la cronaca a fornire questo dato. Dire ad esempio che in Lombardia e nel Lazio, vengano rilevati numeri preoccupanti non significa che siano queste le regioni meno sicure del Paese per i lavoratori. Piuttosto, sarebbe opportuno sempre precisare che sono anche quelle con il maggior numero di lavoratori. Altra cosa invece è calcolare la mortalità sulla popolazione lavorativa. Perché è questo il vero indicatore, l’analisi più lucida a cui la politica interessata a dare una risposta alle morti bianche dovrebbe fare riferimento".

Questi sono i veri indicatori del rischio e dell’emergenza in Italia. Per arginare le morti sul lavoro, dà molta speranza il disegno di legge presentato in Senato che prevede l’istituzione di un nuovo organismo investigativo, la Procura nazionale del lavoro. "Si tratta di un percorso volto a migliorare l’organizzazione giudiziaria sul fronte della sicurezza con l’aiuto di una procura esperta e specializzata. Auspichiamo che questa volta non si spengano i riflettori sull’emergenza, perché sarebbe certamente l’ennesima grande sconfitta per un Paese civile e, a maggior ragione, per una Repubblica fondata sul Lavoro" conclude Rossato.

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